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domenica 2 giugno 2013

L'agape celeste, i riti di consacrazione del sovrano giapponese


TITOLO: L'agape celeste, i riti di consacrazione del sovrano giapponese
AUTORE: Fosco Maraini
CASA EDITRICE: Luni Editrice
PAGINE: 123
COSTO: 16,5€
ANNO: 2003
FORMATO: 24 cm X 17 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet
CODICE ISBN: 9788874350308

Maraini avverte che il libro conterrà “spiccioli di cronaca” dei riti di consacrazione di Akihito, quindi non un saggio approfondito, comunque il libro è molto esauriente.
Per i riti funerari di Hirohito si seguì il rituale previsto dalla costituzione, che impone una netta separazione tra Stato e fede religiosa. Per i riti di consacrazione di Akihito, invece, l'atteggiamento delle autorità fu differente. Il confine tra Stato e fede non fu netto, tanto da generare preoccupazione, se visto da sinistra, o soddisfazione, se visto da destra.
Circa il 10% della popolazione è contraria all'istituzione della casa imperiale, sono gli aderenti ad alcuni gruppi religiosi, i movimenti politici di sinistra (non in toto), e le minoranze che si sentono soggette a discriminazioni.
Il termine “imperatore”, rivolto al regnante giapponese, non è il più corretto, specialmente per il significato che diamo noi occidentali al termine di “imperatore”. Furono pochi i regnanti ricordati come guerrieri (Jimmu, Buretsu, Temmu, Mommu, Shomu, Kammu) o conquistatori di imperi (che furono solo 3: Meiji, Taisho e Showa), con cui si identificherebbe meglio il termine “imperatore”.
Il termine più corretto per identificare il regnante giapponese è, quindi, quello di Tenno, infatti i 2 ideogrammi che lo compongono uniscono i concetti di “cielo” (ten) e di “sovrano” (o), traducibile in “Celeste Re” o “Celeste Signore”.
Il mito popolano (e per una parte della storia del Giappone anche statale) afferma che la dinastia giapponese sia la più antica del mondo. In realtà la dinastia inizia o nel periodo dal 422 al 460 DC oppure nel periodo Keitai (507-531 DC). Akito sarebbe ufficialmente il 125° Tenno, ma in realtà sarebbe l'88°, eliminando i re leggendari e i personaggi controversi. Il primo Tenno accertato fu la regina Suiko (593-621 DC), la pretesa che la dinastia imperiale risalga al 660 AC, con il Tenno Jimmu, è ormai considerata una leggenda. L'inganno poggia su 2 livelli: qualitativo e quantitativo. Qualitativo perché semplici capi tribù furono, nei secoli successivi, innalzati al rango di Tenno. Quantitativamente perché i primi mitici Tenno raggiunsero età improbabili (Jimmu 127 o 137 anni, Koan 137 anni, Korei 128 anni, Sujin 119 o 163 anni, Suin 141 o 153 anni), lo scopo finale di questa dilatazione di età fu quello di creare delle profonde radici all'istituzione imperiale, il più possibili antiche. Il termine Tenno dovrebbe essere nato, e considerato con il significato attuale, dopo la riforma Taika (Gran Mutamento) del 645 DC. Il motivo della scelta del termine “Tenno” non è conosciuta, ma alcuni ricordano che in quel periodo il taoismo cinese era assai popolare alla corte nipponica. In terminologia taoista Tenno indicava anche la “Stella Polare”. Il termine Tenno fu quello che ebbe più fortuna nei secoli, infatti gli altri termini furono numerosi, da quelli arcaici a quelli più moderni. Il Tenno può rappresentare più concetti assieme: intermediario tra popolo e dei, simbolo della nazione, pronipote del sole, duce di guerra e pace.
Sono 3 i riti che legittimano e santificano la successione dei Tenno: Senso, Sokurei, Daijosai.

Il “Senso” può essere reso con terminologia occidentale come “Occupazione del trno”. Durante il Senso vengono trasferiti alcuni oggetti al nuovo Tenno, in italiano si chiamerebbero “Insegne regie”. Questi oggetti sono il gioiello (Yasakani no Magatama) e la spada (Ame no Murakumo no Tsurugi). Oltre a questi 2 c'è un terzo oggetto sacro, lo specchio (Yata no Kagami), simbolo della dea Amaterasu Omikami, ma lo specchio è così importante che non si rischia di spostarlo dal santuario Naiku di ise. Per il rito si utilizza una copia dello specchio sacro, che rimane anch'esso nel tempio shinto del palazzo imperiale.
Il rito del Senso è quello più importante, che è stato sempre compiuto, essere Tenno equivale a ricevere i 3 oggetti sacri. La spada originaria fu smarrita in mare durante la battaglia navale di Danno-Ura nel 1185, dal 1190 al 1210 si usò una seconda spada, e dal 1210 ad oggi si considera sacra una spada molto antica che era custodita al santuario di Ise. Assieme al Senso si proclama il nome della nuova era (nengo o gengo). Lo svolgimento degli ultimi 3 Senso (Meiji 1868- Taisho 1912- Showa 1925) si sono differenziati tra di loro, pur seguendo una medesima traccia il rito varia in ogni edizione.

Il Sokurei in terminologia occidentale sarebbe “l?incoronazione”, in giapponese il “Perfezionamento della dignità”, ed è il termine che indica un insieme di liturgie e cerimonie da compiersi in un solo giorno, dopo che si è concluso il periodo di lutto per il Tenno precedente. Fino all'ascensione del Tenno Meiji (1867) il Sokurei ebbe spiccate caratteristiche buddiste. Il Tenno era consacrato con la cerimonia chiamata Sokui Kanjo (perfezionamento- battesimo), in pratica il Tenno diventava un alto prelato buddista. Dalla restaurazione Meiji si eliminarono le influenze buddiste, lasciando un rito solamente shintoista. Anche la cerimonia del Sokurei può variare, nel 1868 fu privata e riguardò la corte imperiale, nel 1990 ci fu una cerimonia pubblica a cui parteciparono i rappresentanti di 150 nazioni. Parallelamente è cresciuta l'importanza del trono (Takamikura), un baldacchino, che inizialmente era un mobile di modesta fattura, privo di una sua mistica particolare. Durante il Sokurei Showa del 1928 il Tenno Hirohito era ancora una divinità, ma in quello del 1990 del Tenno Akihito era diventato un semplice essere umano, cosa che provocò numerosi problemi di cerimoniale ed istituzionali. La cerimonia si celebrò a Tokyo (nel palazzo imperiale) e non più a Kyoto, come da tradizione. Molti cerimoniale dovettero essere modificati perchè il Tenno non era più superiore al primo ministro, anzi, in qualità d rappresentante del popolo, nel primo ministro risiedeva la vera autorità, e il Tenno era solo un simbolo di questa autorità del popolo, quindi un sottoposto. Il Sokurei prevede inizialmente una serie di riti shintoisti e poi il rito civile pubblico di presentazione del Tenno. In base alla costituzione, che prevede una netta divisione tra religione e Stato, ai riti shintoisti avrebbero dovuto partecipare solo i membri imperiali della corte. Invece erano presenti il primo ministro, i presidente delle 2 camere, il presidente della corte suprema, più 49 alti personaggi pubblici. Infatti i rappresentati dei partiti di destra e conservatori furono molto contenti per questa vittoria, la stampa si dilungò molto su queste polemiche per il mancato rispetto dello spirito della costituzione. Durante la cerimonia pubblica/civile il Tenno Akihito fece un discorso di insediamento, a cui rispose il primo ministro con un secondo discorso di ringraziamento. Il primo ministro Kaifu Toshiki utilizzò il verbo “aogu” per dire “ noi onoriamo il Tenno”, fu fatto notare che il verbo “aogu” sconfina facilmente da “onorare” ad “adorare”. Infine Kaifu Toshiki mossi i 3 passi indietro, sollevò le braccia e gridò i 3 fatidici “Banzai” (10000 anni di vita). L'aver gridato “Banzai”, con tutto quello che aveva implicato nel passato, scatenò altre polemiche.

Il Daijosai è l'ultimo dei 3 riti, ed è il più singolare e misterioso, significa letteralmente “La festa della grane degustazione”, cioè la consacrazione del Tenno. Il Daijosai è quello che più spesso è stato omesso, sui 125 sovrani giapponesi (leggendari e storici) solo 75 lo hanno compiuto. Il fatto che per lunghi periodi non fu celebrato (principalmente per motivi dovuti alla povertà della corte imperiale) ha causato una perdita di alcune cerimonie, visto che le tradizioni erano tramandate a voce, scrivere il cerimoniale del Daijosai sarebbe stato sacrilego. Gli edifici costruiti per il Daijosai non devono contenere nessuna parte, anche minima, di metallo. I recipienti per la cerimonia sono rozzi. Le bacchette per afferrare il cibo non sono i 2 bastoncini separati, ma una fettuccia di bambù ripiegata su se stessa a pinza. I fuochi devono essere accesi solo per sfregamento di legni.
Sono 4 le fasi del Daijosai: i preparativi pubblici, che iniziano a primavera e finiscono a novembre; i preparativi (un tempo segreti) del Tenno per il momento culminante del Daijosai; il rito vero e proprio del Daijosai, da farsi nella notte tra il giorno della lepre di mezzo e il giorno del drago; le cerimonie conclusive, con i successivi banchetti celebrativi.
Sulla base della costituzione il Daijosai non era previsto, anzi, proibito, visto l'obbligo di separazione tra Stato e religione. Ma nel 1990 i tempi erano cambiati e, nonostante le proteste di alcuni gruppi che chiedevano il rispetto della costituzione, il rito fu compiuto sfarzosamente e con un alto contributo economico statale.
Tra i preparativi pubblici del Daijosai si possono elencare brevemente alcuni atti: l'individuazione delle 2 risaie sacre Yukie Suki; la costruzione di centinaia di scettri shaku; la tessitura della canapa per il aratae (il “panno ruvido”); la tessitura della seta per il nigitae (il “panno gentile”); la costruzione ex novo di un villaggio-santuario (che ospiterà il Daijosai) formato da 39 edifici di legno, che alla fine del rito verrà distrutto, tutta questa parte del rito si chiama Daijogu.
Il Daijogu è formato a sua volta da altri numerosi riti e cerimonie, e regolato da regole ferree. Dopo il completamento del Daijogu, e poco prima dell'effettivo Daijosai, si compie il rito del Chinkonsai (“Rito di pacificazione dell'anima”), durante il quale lo “spirito oscuro” del Tenno viene pacificato. Al rito non partecipa il Tenno, ma è compiuto sui suoi abiti ed alcuni oggetti.
Il giorno del Daijosai è un susseguirsi di riti e cerimonie ben codificate a cui partecipa anche la Kogo Heika (la sposa del Tenno), che si svolgono nel villaggio Daijogu. I riti e le cerimonie culminano nelle offerte di cibo ai kami e al rito vero e proprio del Daijosai, compiuto solo dal Tenno. Il Tenno entra in “comunione” coi kami e gli dei ancestrali, ma i riti specifici sono segreti. Secondo alcuni studiosi giapponesi (e non) durante il rito centrale e segreto del Daijosai lo spirito del Tenno precedente (e quindi di quelli passati fino alla dea Amaterasu) si trasferisce a quello attuale, il Tenno-Rei.
Il rito religioso del Daijosai, durante il quale il Tenno diventa un dio, ebbe la forte opposizione dei comunisti, dei socialisti e del komeito (più defilato). La motivazione era sempre che il Daijosai andava contro la costituzione. Inoltre il governo vi partecipò attivamente, sia come presenza che come sovvenzione economica. Da notare che dei 900 burocrati e personaggi politici che furono invitati a fare atto di presenza al Daijosai ne erano presenti 733, quindi 167 rifiutarono (tolti gli indisposti) l'invito. I gruppi religiosi cristiani presentarono una petizione di 190000 firme di loro fedeli che protestavano per la collusione tra Stato e fede, vietata dalla costituzione. I cattolici tennero un basso profilo, un rappresentante del vaticano era presente al Sokurei. Anche i rappresentanti dei burakumin protestarono vivamente. Un altro fattore che creò forti malumori furono i costi a carico dei contribuenti, tutte le cerimonie per il cambio dinastico costarono circa 220 miliardi di lire del periodo (22 miliardi di yen), 98 miliardi di lire per le esequie di Hirohito e 123 miliardi di lire per le 61 cerimonie per Akihito. Di contro ci furono anche le proteste dei conservatori, dei partiti di destra e dei neo nazionalisti, contro la costituzione che aveva svilito la figura del Tenno mettendola sullo stesso piano di un primo ministro. Nei giorni dei riti del 12 e 13 novembre si ebbero 35 incidenti, lanci di bombe, spari di missili rudimentali ed incendi dolosi. Morirono un poliziotto (dilaniato da una bomba) e una donna (in un incendio causato dai terroristi). La gran parte dei disordini fu rivendicata dal Chukakuha (Fazione del nucleo centrale), un'organizzazione di estrema sinistra. Le azione erano più dimostrative che pericolo, anche se alcune degenerarono, una prova ne è l'attentato alla linea ferroviaria del 27 novembre, sulla cui tratta sarebbe dovuto passare li treno con sopra il Tenno, fu compiuto 6 ore prima del passaggio del convoglio.


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