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sabato 8 febbraio 2014

Michele Serra VS "i cartoni animati giapponesi" - L'Unità giugno 1981



Pur ribadendo che al tempo (fine anni 70/primi anni 80) non era facile reperire delle informazioni sull'animazione giapponese, questo non implica, però, che un giornalista non dovesse sentire l'obbligo di cercarle: articoli in inglese, richieste di informazioni all'ambasciata giapponese in Italia o a quella italiana in Giappone, magari un'intervista a qualche animatore nipponico. Non sia mai!
Purtroppo anche Michele Serra (come Vittorio Zucconi ) non riesce ad elevarsi ai livelli di Gianni Rodari , rimandendo nella media del giornalismo scandalistico del periodo ( Nantas Salvalaggio e Alberto Bevilacqua ). Ovviamente essere di sinistra non implica avere una mentalità aperta, il fatto che l'avessero Rodari o Omar Calabrese non era un obbligo per tutti gli altri intellettualoni di sinistra.
Non saprei dire quanto anti americano fosse Serra nel 1981 (o se fosse anti americano), è bello vedere che i "cartoni animati giapponesi" riescano a fargli rivalutare gli States, almeno quelli disegnati.
Io mi chiedo se Michele Serra abbia mai fatto lo sforzo di vedere tre puntate di seguito di un qualsiasi anime prima di dare certi giudizi. Ovviamente non affermo che dovessero piacergli i "cartoni animati giapponesi". A me non piace Peppa Pig, però non scriverei mai un articolo con le argomentazioni di Serra, mi limiterei al giudizio estetico, e comunque, prima, cercherei di informarmi un minimo. Giusto per evitare che dopo una trentina di anni qualche ex bambino mi rinfacci tutti quegli strafalcioni  ^__^
Ecco, caro Serra, l'ex bambino è arrivato... è il colmo che proprio il primo direttore di Cuore incappi in un "Niente resterà impunito"!

Tralasciando il fatto che si utilizzano le figurine Panini come esempio negativo (in seguito sarà proprio L'Unita di Veltroni a vendere un sacco di copie in più grazie alle figu...), l'articolo dimostra proprio che Serra non li vedeva questi "cartoni animati giapponesi". Tra le accuse che non si possono muovere agli anime c'è quella di non avere personaggi con personalità sfumate. Gambadilegno, per Serra, sarebbe un personaggio con maggiori chiavi di lettura di un alieno come Actarus obbligato a combattere per difendere una patria adottiva... Il generale Flora (nella serie di Jeeg) potrà mai essere un personaggio meno sfaccettato di Trudy?!
Rimane l'assurdità di fondo di paragonare opere diversissime: quelle con personaggi antropomorfi in storie che mai possono essere verosimili, le altre con personaggi umani (spesso coetanei dei piccoli telespettatori) in trame più verosimili.


Serra si ferma alla prima cosa che vede, il viso dei personaggi negli anime, etichettandolo come "occidentale", solo perchè hanno gli occhi grandi. Se si fosse preoccupato di cercarne il perchè avrebbe scoperto che lo scopo di quegli occhioni era rendere con più facilità le emozioni, e che, comunque, faceva parte di uno stile di disegno derivato dai manga, che aveva ormai una tradizione ben consolidata. Non sarebbe stato più giornalistico da parte di Serra dare questa notizia?
Serra prende un'altra cantonata quando scrive che il cattivo negli anime è sempre criminalizzato. In Goldrake il cattivo re Vega invade la Terra perché è l'ultima possibilità di salvezza per il suo popolo, e tra la sua popolazione non tutti concordano con questa scelta.




Anche Serra inciampa nell'affaire computer... è incredibile che un giornalista arguto come lui non si fermi due secondi a riflettere quanto assurda fosse l'idea che dei cartoni animati fatti negli anni 70 (nel 1981 venivano trasmessi anime che in Giappone erano stati prodotti negli anni precedenti) potessero essere disegnati con delle tecnologie usate dai militari o dalle agenzie spaziali: i computer.
Tutti quei cartoni che commentava Serra, e tutti quelli che arrivarono successivamente, erano totalmente artigianali, ma lui insiste con le "nuove tecnologie". Da notare che, quando negli anni 90, sarà proprio la Disney ad usare tra i primi il computer per i sui film animati, tutti applaudiranno il genio americano.
Serra conclude l'articolo con una topica finale, che è, però, contemporaneamente l'unica cosa giusta che scrive: "non sono un esperto".
E' veramente esilarante che Serra consideri "gli infernali giochini elettronici che si trovano ormai in ogni bar d'Italia" migliori dei fumetti giapponesi, visto che gran parte di quei cabinati erano made in Japan!
Forse pensava che Taito, Nintendo, Namco, Sega, Konami, SNK fossero tutte aziende dell'amata america?
Probabilmente Serra non si è mai fermato due secondi, non dico a fare una partita a Space Invaders,  ma neppure a leggere la marca dei coin-op che considerava superiori agli anime.


3 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. Bellissimo articolo, complimenti !
    Quante ne abbiamo sentito di queste stupidaggini in quegli anni !

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  3. Non farmi i complimenti, il merito è tutto di Michele Serra! ;)

    L'emeroteca è piena di queste perle, con qualche sparuto articolo illuminato, prova a cercare questi ultimi.

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