CERCA NEL BLOG

domenica 3 agosto 2014

I genitori di Imola colpiscono ancora! "L'altra Campana" vs Goldrake e Mazinga - articoli del 1980



Dei 600 genitori di Imola ho già narrato in due post ( primo post , secondo post ), probabilmente la loro crociata contro Goldrake e Mazinga contribuì in qualche misura (assieme ad altre polemiche giornalistiche) ad eliminare dal palinsesto Rai le serie robotiche giapponesi, resta da spiegare che genere di trasmissione televisiva fosse "L'altra campana" della Rete 2 (cioè l'attuale Rai2).
Intanto il programma era condotto da Enzo Tortora, uno dei presentatori più amati dagli italiani di quei decenni (che in seguito subì uno dei più gravi errori giudiziari italiani, che affrontò con un coraggio non più eguagliato), fu uno dei primi talk-show in cui anche le persone comuni venivano invitate per commentare un argomento di stretta attualità. Alla fine della puntata, dopo che le opinioni degli invitati (esperti vari e/o persone comuni) in studio erano state esposte pro o contro l'argomento della serata, era previsto un innovativo sondaggio televisivo: i telespettatori si schieravano da una parte o dall'altra accendendo le lampadine in casa.
Veniva calcolato il consumo di energia elettrica in quel preciso istante e così si poteva valutare a chi i telespettatori avevano dato ragione, in questo caso se ai 600 genitori di Imola oppure a Goldrake e Mazinga.
Ammesso e non concesso che il meccanismo di voto avesse un qualche valore demoscopico (ed io lo proporrei a Renzi, magari lo potrebbe inserire nella nuova Costituzione), la fregatura per il bambino italico fan di Goldrake e Mazinga stava semplicemente nel fatto che erano solo i genitori a decidere quando accendere le luci in casa... oltre al fatto, direi per nulla secondario, che dalla lettura degli articoli non è ben chiaro se ci fosse qualcuno pro Goldrake e Mazinga in studio!
In pratica vennero esposte solo le, anche legittime, opinione versus gli anime robotici, senza nessun contraddittorio, se non un breve intervento di Bruno Bozzetto.
Personalmente ho un vivido e pessimo ricordo di quella trasmissione, che erroneamente confondevo con Portobello (in quanto ricordavo l'argomento della serata e la presenza di Enzo Tortora), e del risultato negativo per i miei beniamini in questo exit-pool al kilowattora, che spinse mio padre a schierarsi contro Goldrake e Mazinga. Quando si ciancia di "terrorismo televisivo" penso che quella puntata de "L'altra campana" dovrebbe essere additata come uno dei primi esempi italici, per fortuna, nel mio caso, alle intenzioni velleitarie di mio padre si contrapposero le rassicurazioni di mia madre che avrei potuto tranquillamente continuare a vedermi Goldrake.
L'articolo che annunciava il tema della trasmissione di quella sera venne pubblicato su "Il resto del Carlino" venerdì 18 aprile 1980, e l'autrice fu la Torquemada del quotidiano versus gli anime, infatti pochi giorni prima aveva scritto ben tre articoli pro genitori di Imola e la loro crociata.
Furono cinque gli esponenti dei 600 genitori di Imola che vennero spediti in trasmissione, e già mettersi 5 contro 2 (cioè Goldrake e Mazinga) non è una bella cosa, specialmente se i 2 sono personaggi inanimati senza diritto di replica... però partirono anche 4 bambini pro Goldrake e Mazinga, purtroppo non sarebbero stati invitati in trasmissione, guarda caso...
La cosa comica è che i 5 rappresentati dei 600 genitori di Imola si preoccupavano che la trasmissione fosse seria, che gli fosse stato permesso di esporre il proprio punto di vista, cioè solo il loro.





Ma quale fu l'esito del sondaggio elettrico?
Ce lo dice la solita Lidia Golinelli domenica 20 aprile, sempre su "Il resto del Carlino".



Colpo di scena! Hanno vinto i genitori anti-Goldrake!
Qui però c'è un'incongruenza tra ciò che ricordavo io (e anche l'amico Max), che è riportato anche su Wikipedia, e quello che scrive (oppure omette) la giornalista, pare non ci fu il voto "elettrico" da casa. Infatti sia il titolo che l'articolo parlano di un voto a favore dei genitori di Imola dato da una giuria in sala, forse Lidia Golinelli semplicemente si dimenticò di riportare la votazione da casa? Oppure per un argomento di così poca importanza non venne effettuata per evitare una nuova crisi pretolifera?
L'unica soluzione al mistero sarebbe di rivedere qualla puntata de "L'altra campana", se qualcuno/a ricordasse qualche particolare lo scriva pure.
Tornando all'articolo mi pare si possa evincere che, come accennavo sopra, in favore di Goldrake c'era solo la sua silente sagoma sullo sfondo...
Attenzione, come in altri numeroi casi di articoli che ho presentato si ritorna ad equiparare la visione dei cartoni animati giapponesi ad una droga da cui disintossicarsi.



Ma veramente i messaggi veicolati dagli anime erano "così vuoti di significato e lontani dalla realtà"?
Inquinamento, discriminazione, lotta per la liberta, desiderio di pace, condanna della violenza, erano tematiche così distanti dal bambino italiano?
La colpa è sempre degli altri, nessuna responsabilità per i genitori, che escludono in toto un loro intervento diretto, mollando la patata bollente alla televisione, che deve assumersi l'onere di non trasmettere più quei cartoni diseducativi.
L'unico contraddittorio alle tesi anti-Goldrake è dato dall'intervento di Bruno Bozzetto.




Bozzetto non condanna il contenuto degli anime robotici, però ammette che occupano troppe ore di programmazione televisiva, quindi l'unica voce pro-Goldrake della trasmissione in parte si schiera contro di loro.
Nel finale dell'articolo ritorna la questione del tipo di votazione che venne utilizzata, pare non quella da casa con il sondaggio elettrico, ma una in studio con un pubblico, comunque, non si sa bene scelto in base a quale criterio e, immagino, non comprendente nessuno bambino.




La puntata de "L'altra campana", indipendentemente dal fatto se il sondaggio fu fatto tramite kilowattora o da studio, pare stimolò un dibattito scolastico molto franco, in cui i bambini si resero conto finalmente della dannosità di Goldrake e soci, in quanto programmi violenti e diseducativi.
Infatti il primo maggio 1980 gli alunni della IV e V della scuola Capra di Sasso Marconi scrivevano una lettera a "Il resto del Carlino" in cui abiuravano Goldrake in cambio di una contropartita da parte degli adulti: avrebbero dovuto a loro volta smettere di vedere i pornofilm.
Tralasciando per un momento il fatto che degli alunni di una scuola elementare che si chiama Capra non è che abbiano tutta questa attendibilità intellettuale, ma quale nesso ci sarà mai tra la pornografia ed un cartone animato robotico?




A distanza di tanti anni mi chiedo come i loro maestri e maestre avessero potuto permettere a questi alunni ed alunne di equiparare le due fruizioni: una gratuita, l'altra a pagamento; la prima visibile da tutti, la seconda vietata ai minori di 18 anni; la prima non pornografica la seconda pornografica!
Non mi sorprende, invece, che un giornalista abbia potuto considerare lecito il paragone, questa volta si cambia l'autore dell'articolo, tal Fausto Pezzato: "Ben detto. La pornografia è il Goldrake degli adulti, il loro Mazinga, il loro Heidi".
A parte questa partenza veramente allucinante Fausto Pezzato pare chiedersi con quale legittimità gli adulti fruitori della pornografia, ma immagino che quelli che non ne "usufruivano" avranno avuto ben a che ridire sulla sua logica argomentativa, potessero condannare Goldrake e soci.




Il finale dell'articolo rimedia in parte l'allucinante paragagone iniziale:
"Perché scaricare sui pupazzi giapponesi una responsabilità che non hanno?".




A pagina 43 del numero 18 (27 aprile/3 maggio) del Radiocorriere rimane una piccola eco della trasmissione del 18 aprile riguardante Goldrake. E' la sorella di Enzo Tortora, Anna Tortora, coautrice del programma, a scrivere un trafiletto il cui tema non è direttamente l'eroe robotico, ma il modo con cui in trasmissione veniva trattato il tema della serata.




2 commenti:

  1. Daltronde noi genitori di adesso cresciuto con goldrake e co condanniamo i cartoni moderni.
    Gli adulti non capiranno mai quel che ogni generazione adora. Il punto non era ne la provenienza (nipponica) ne l'argomento (guerra con robot) era solo il trasporto con cui noi ci appassionava.
    Io che guardo i cartoni con mio figlio mi rendo conto che purtroppo le menti di un bambino assorbino in maniera indiscriminata e a volte disotrcendo o ricevendo un messaggio (non voluto) sbagliato. Ma non è colpa del cartone. E' colpa del genitore che non accompagna la Visione (<---hahahah) del piccolo intervenendo quando serve.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Personalmente non condanno i catoni di oggi, possono non piacermi, o farmi schifo (come Peppa Pig...), ma non inventerei critiche inesistenti. Tipo sono disegnati dai frati amanuensi, speingono a drogarsi (a parte Peppa Pig), etc etc.
      Negli articoli dell'Emeroteca Anime ho mostrato un campionario veramente vario di disinformazione a 360 gradi, con l'eccezione di una esigua minoranza di giornalisti.

      Elimina