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martedì 5 agosto 2014

Il re a margine, cinque saggi sulla regalità in Giappone e in Africa




TITOLO: Il re a margine, cinque saggi sulla regalità in Giappone e in Africa
AUTORE: Masao Yamaguchi
CASA EDITRICE: Transeuropa
PAGINE: 147
COSTO: 14,90€
ANNO: 2013
FORMATO: 21 cm X 14 cm
REPERIBILITA': Raro nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788898716067

Tema difficile, la regalità giapponese, ma interessante, purtroppo mi mancano troppe cognizioni di base per poterlo valutare appieno, quindi cercherò di illustrarlo nei limiti delle mie capacità.
In questo saggio sono riuniti cinque saggi di Masao Yamaguchi, scritti tra il 1973 e gli anni 80, che hanno lo scopo di dimostrare che la regalità (giapponese) non si basa solo su un sistema politico, ma fa parte delle necessita di un popolo: la regalità nasce dai miti, i miti servono a mettere ordine nel caos culturale.
In questa recensione mi limiterò a trattare solo i due capitoli che si concentrano prettamente sul Giappone, scelta che attuo sempre in scritti come questo, quindi il secondo ed il terzo. Il primo capitolo contiene accenni alla storia e ai miti giapponesi, ma facenti parte di una argomentazione più generale, la regalità.
Un grosso difetto del libro sono le tabelle e le tavole presenti ad integrazione del testo scritte con caratteri microscopici, praticamente illeggibili. Tanto non le avrei capite, ma mi sarebbe piaciuto poterle leggere.
Il secondo capitolo fu scritto nel 1973, il che mi fa supporre che le considerazioni dell'autore sulla società giapponese moderna di certo andavano bene in quegli anni, ma nel 2014 il popolo giapponese sente la regalità nella medesima maniera?
Per Masao Yamaguchi nel dopoguerra si cercò di attenuare il potere della monarchia imperiale dividendola dallo shinto, conferendogli solo un valore di rappresentanza nazionale, nel tentativo di controllare il potere della regalità. Questa strategia fallì perché la monarchia e la regalità è ben radicata nella fantasia popolare. Le sue radici nascono nella cultura contadina giapponese, e sono più forti delle riforme istituzionali. Lo studioso continua con lo spiegare la storia della cultura contadina, il folklore, gli idoli e le religioni. In particolare ci si concentra nell'analizzare il mito di Susano-o, che è strettamente collegato con la regalità nipponica, sia nel Kojiki che nel Nihongi. Questo perché esse rappresentano l'immagine mitica attribuita alla regalità giapponese, che, secondo l'autore, nel 1973 aveva ancora presa sulla popolazione.
Sono messi a confronto il mito di Susano-o e la storia di Takeru-Yamato.
Infine per comprendere i concetti che stanno alla base della regalità giapponese vengono analizzate le forme e le strutture del teatro giapponese, il teatro delle marionette Joruri e il teatro Kabuki.
Il terzo capitolo affronta un altro tema interessante, seppur ostico: come erano rappresentati gli esclusi nella storia antica giapponese.
Per far ciò l'autore analizza i documenti riuniti sotto il nome di “Fudoki” (descrizione della natura e dei costumi), redatti nel VIII secolo, in cui si narra del caos presente in natura prima che venisse stabilito un sistema di regole, l'ordine politico.
Sperando di non riassumere eccessivamente due sono gli schemi di questi racconti. Nel primo c'è un nobile che trasforma un territorio in coltivabile (quindi lo strappa alla natura), il dio di quel luogo gli muove guerra per vendetta (mi ricorda in parte il film dello Studio Ghibli “Mononoke Hime”). Il nobile combatte e sconfigge il dio, relegandolo oltre i confini della sua terra “civilizzata”, ma nel contempo, per rendere omaggio al dio in modo che non si vendichi, ne diventa il sacerdote, iniziando il culto di quel dio. In questo modo il caos/anormalità sono allontanati dal villaggio.
Nel secondo schema presente in questi antichi documenti i clan/popoli sconfitti dal potere politico centrale sono sempre descritti in termini negativi, anche se l'unica loro colpa era essersi opposti al clan vincente: i vinti, cioè l'altro, diventano il capro espiatorio.

Visto la recensione parziale del saggio inserisco una scan con l'indice. 




La quarta di copertina, con una spiegazione del contenuto del saggio più affidabile della mia.



2 commenti:

  1. La monarchia in Giappone l'ho sempre percepita, soprattutto guardando alla sua storia passata, alla stregua di come poteva essere all'epoca dell'antico Egitto per i faraoni.
    Divinità in terra che sono al di sopra dei semplici uomini. Almeno questo in base ai famigerati cartoni e quello che negli anni è stato filtrato (e storpiato) in arrivo da noi.

    Credo che solo nel recente passato si sia avvicinata alla forma di tipo anglosassone

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    1. Con la differenza che i faraoni erano creduti dei in terra fino al 1000 A.C., cioè 3000 anni fa, in Giappone Hirohito era spacciato per dio nel 1945 D.C.

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