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sabato 27 dicembre 2014

"...ma mica è vero che guardare Mazinga fa così male ai bambini" - di Gianni Palma - l'Unità 23 luglio 1983



Il quotidiano comunista l'Unità ha quasi sempre avuto un giudizio critico sui "cartoni animati giapponesi", o meglio, i giornalisti de l'Unità non sopportavano Goldrake, Mazinga e Candy Candy.
Eccone un esempio:
Una lacrima transistor;
Michele Serra vs i cartoni animati giapponesi;
Nick Carter vs l'odiato Mazinga;
Dario Fo vs Goldrake

C'erano comunque delle eccezioni, come Omar Calabrese, e Gianni Palma. Quest'ultimo, pur non apprezzando nè i programmi tv in generale nè gli anime, e neppure l'elettrodomestico televisivo, cercava di capire il perché delle sue preoccupazioni, comprendendo che, alla fine, non erano Mazinga e Candy Candy ad avere colpe, ma la televisione in se, specialmente se si lasciava il bambino da solo a guardarla.
Il giornalista racconta le sue (legittime) paure di padre, avendo l'accortezza, però, prima di sparare l'ennesimo anatema contro i "cartoni animati giapponesi", di rivolgersi anche ad altri per avere opinioni maggiormente ferrate in materia.
Ovviamente tutto dipendeva da come la pensava l'esperto/a di turno, se avevano un minimo di apertura mentale, ed un minimo di fiducia nei bambini, scattava la rassicurazione, altrimenti ripartiva la condanna senza appello. In questo caso, per fortuna, il giornalista incontra due esperti più aperti, che evitano di addossare agli anime colpe che non avevano.



Noi siamo purtroppo ormai assuefatti a questa tv, ma i genitori di fine anni 70 o dei primi anni 80 erano giustamente molto diffidenti, non essendo cresciuti con essa. Era facile addossare la colpa del fascino che gli anime avevano sui bambini agli eroi e alle eroine giapponesi, mentre l'attenzione si sarebbe dovuto spostare sulla stessa televisione, spesso usata come baby sitter.




Compito degli esperti era proprio quello di andare oltre la prima impressione, c'è chi ci riusciva, come Tulio De Mauro.




Alla fine il giornalista/padre non riesce proprio a farsi piacere la tv e i suoi programmi (e magari non aveva poi tutto questo torto...), ma almeno non scrisse un articolo pieno di assurdità.




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