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venerdì 8 maggio 2015

Catalogo DAG (Distribuzione Associata Giocattoli) 1975 - SECONDA PARTE



Seconda parte ( qui la prima parte ) dello stupendo catalogo DAG del 1975, che inizia da un articolo che ai tempi era un classico, mentre oggi mi pare sia un po' tramontato: le armi giocattolo (pagina 30 dell'indice qui sotto).
Il catalogo della DAG misura 34 cm X 24 cm, consta di ben 80 pagine, è rilegato, ha la copertina rigida ed è, come si può notare dalla scan, ricoperto in tessuto!
Il tessuto della copertina è leggermente macchiato dal tempo, comunque integro, ma l'interno è nuovo di pacca, le immagini sono pulite, la carta liscissima e lucida.
Quasi ogni pagine è dedicata ad una marca singola, in alcuni casi non è specificata nessuna marca perchè ipotizzo fossero di produttori differenti o di piccole aziende.
Le marche presenti sono tantissime, in gran parte italiane:
La Fustellatrice; Carl Original; Ledraplastic; Heros; Harbert; Lego; Vi.Pa.; Bral; I.G.C. Giocattoli Max; Editrice Giochi; Clementoni; Isat; Rico; Reel; M5Toy; Mam; Uz; EG Edison; Ginpel; Cromoplasto; Dulcop; La Capanna; Arcofalc; Bontempi; Giordani; Canova; Co-Ma; Mupi; Polistil; Baravelli; Mattel; Sebino; Furga; Fiba; Italo Cremona; Grazioli; Rève; Favit; Frade; Belloni; AM Bologna; Victor Products; La Nuova Faro; S.U.C.I; Jacobucci.
Come per la prima parte ho fatto una grandinata di scan, anche perchè le foto, essendo di grandi dimensioni, permettono un buon ingrandimento, ed i giocattoli presentati sono veramente delle chicche.




Negli anni 70 c'erano relativamente poche guerre regionali, ma imperava il terrorismo (di destra e di sinistra), e noi giocavamo alla guerra. Oggi siamo strapieni di guerre regionali, di conflitti etnici, di esportazioni della democrazia, di terrorismo religioso, e i bambini non giocano più alla guerra. Forse perchè la fanno tramite i videogiochi, che furono disponibili solo dalla fine degli anni 70.
Quello che impressiona di queste armi giocattolo è che molti di questi articoli erano identici agli originali, non venivano prodotte solo grossolane armi giocattolo, ma anche gli AK42!
Oggi la cosa che più si avvicina alla verosimiglianza di quelle armi giocattolo è il softair, con la differenza, non da poco, che è svolto da persone adulte o, comunque, non da bambini.
Forse un buon sociologo potrebbe elucubrare qualche spiegazione valida, io mi limito a postare le scan di queste, pur belle, armi giocattolo  ^_^




Questa scan sotto riguarda l'immagine sopra.


Il mitra "Commandos nero 25 colpi" cosa ricorda? Giusto T_T
Ancora i mujaheddin afgani ed iraniani non esistevano, ma noi giocavamo già con un bel Kalashinkov :]
Altra cosa che mi pare sia completamente sparita sono i "colpi", le cartucce eslopsive che simulavano dello sparo.
Ovviamente erano i film di guerra ed i western a creare la domanda di queste armi, oggi entrambi i filoni si sono praticamente estinti, sia in tv che al cinema.




Come ci si può dimenticare della mitica Bora ad aria compressa?
Più che mitica io direi, viste brutte eseprienze personali, famigerata... infatti chi la possedeva (a me non è mai stata comprata proprio per la sua pericolosità) non si faceva nessuno scrupolo di usarla ad altezza d'uomo, anzi, di bambino...





Il numero 4, però, era una figata, mi pare assomigli ad un mitra che era in dotazione all'esercito Usa, ma non sono un esperto.



Le confezioni con il set completo per diventare un bravo sterminatore di indiani erano un must, io ho ancora una foto del sottoscritto in costume da carnevale nordista... che vergogna...



Zorro era uno dei non numerosissimi eroi della nostra infanzia, quindi si agognava la pisotla di Zorro, o la spada di Zorro. Il bello dei cartoni animati giapponesi erala difficoltà di andare in giro con una alabarda spaziale o un raggio protonico, quindi, a mio avviso,impedivano di emulare in prima persona gli scontri armati. Cosa possibile, invece, con le armi giocattoli dei film western e di guerra.






Penso che questa, nel 1975, la desiderai anch'io  ^_^







Un altro articolo scomparso sono i soldatini. In questo catalogo non sono mostrati quelli della mitica Atlantic, ma quelli più costosi in gomma (anche se non era proprio gomma), che erano dipinti a mano.
Non solo erano più costosi degli economici soldatini Atlantic, ma erano venduti in una bellissima scatola che ne rievocava il contesto ambientale.
Sono certo che due o tre scatole della Cromoplasto qui mostrate finirono anche in casa mia, però erano dei soldatini più delicati rispetto a quelli della Atlantic, ergo duravano poco, almeno a me.



















 Altrettanto belle le confezoni della Dulcop, che spaziava anche in periodi storici differenti.






Questa pagina mi ha letteralmente flesciato, come tante di questo catalogo, che da bambino avevo. Infatti sono certo di aver avuto alcune gabbie dello zoo, ho un preciso ricordo delle cinte di plastica.




 Potevano mancare i fortini per i soldatini western?







 Bellissimi questi fortini!









E questi?
Le macchinine piccole erano un classico in cortile, e dove le metti le auto, ovviamente in un garage!
Mi incuriosiscono assai i giochi sportivi 4, 5 e 6.




Nei giochi "sportivi" erano annoverati articoli che oggi considereremmo poco raggruppabili, ma avevano la caretteristica di essere prodotti tutti da una gloriosa azienda di giocattoli italiana, la Arcofalcc.



Questo qua sotto, che ufficialmente si chiamava "Calcio Mundial", nel mio cortile fu onomatopeicamente soprannominato "meolo meolo", in qualità del movimento oscillatorio dei calciatori. Di certo uno dei giochi che in cortile andava per la maggiore, infinite le partite a questo antesignano di PES :]






Anche gli strumenti musicali mi pare che oggi siano meno comuni di allora, infatti la Bontempi cercava di piazzarteli in ogni dove...


















Tra i tanti marchi di giocattoli di quei tempi la Mupi è tra quelli a cui sono più affezionato, solo grazie alla Mupi potevi rivederti i tuoi cartoni animati (giapponesi)  preferiti, anche se nel 1975 non erano ancora disponibili. C'erano, invece, i personaggi di Walt Disney, Tarzan e Zorro.
















Le ricetrasmittenti a pile, in qualche modo progenitori degli smartphone, visto che oltre alla voce potevano veicolare i primi sms morse, erano un articolo molto agognato, specialmente dai coetanei con uno scarso senso della proprietà altrui...



La Polistil era una delle aziende più importanti di allora, ho già postato un catalogo del 1980, in cui, se non rammento male, c'era anche la palla proiettore. Forse la Polistil non rinnovava poi molto il proprio catalogo...








Questo è un articolo che non mi ha mai attirato, io preferivo il mitico Big Jim, però bisogna ammettere che erano pieni di costumi i gadget.








In cortile era d'obbligo una gara con le macchinine piccole usando la parte superiore del bordo in cemento del marciapiede come pista. La macchinina che cadeva dalla pista tornava al punto del lancio precedente, il problema nasceva (e non era da poco...) quando questa automobilina, proiettata con troppa foga dal bambino che voleva recuperare la testa della gara, finiva nella bocca di lupo per l'acqua piovana... persa per sempre...






Molto curiose queste due macchinine non realistiche.





Forse questo lo si può considerae il primo gioco elettronico italiano in assoluto, bisognerebbe capire in cosa consistesse il termine "elettrico". Quanto vorrei averne uno tra le mani, chissà quale fosse il suo livello di giocabilità :]






Fine seconda parte, la prossima sarà l'ultima.

2 commenti:

  1. Post meraviglioso! Sono del 1967 e mi ha fatto tanto piacere rivedere i giochi della mia infanzia, quelli che si trovavano nei negozi (e che si vedevano a casa degli amichetti e dei compagni di scuola) prima dell'arrivo dei magnifici robot giapponesi. Proprio un bel tuffo nel passato! Imago Recensio, ti dovrebbero fare un monumento! Grazie ancora. Ciao, Alberto.

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    1. Prego, è lo scopo del blog, assieme alle recensioni dei libri e gli articoli dei quotidiani anni 70/80.

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