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lunedì 14 settembre 2015

"Gli esorcismi non servono", di Sergio Casetti e Roberto Gozzaldi - Cineforum n° 214 5 maggio 1982




Questo è il secondo articolo presente nel numero 214 del 5 maggio 1982 della rivista di critica cinematografica, non bocciofila, "Cineforum".
Al link sotto il primo articolo:
"Lo sbarco giapponese è diventato occupazione stabile"

Sottolineo che "Cineforum" si occupava approfonditamente di cinema, sia quello popolare, con articoli sugli spaghetti western o il filone della commedia erotica, ma anche la fantascienza hollywoodiana (di solito abbastanza critici), che quello d'autore, con numerosi articoli sul cinema giapponese. Questi ultimi erano sempre molto entusiastici, a dimostrazione che la redazione della rivista non nutriva nessuno spirito anti-nipponico. Io ho sfogliato 7/8 volumi di questa rivista, dal 1978 al 1982, ovviamente non ho letto tutti gli articoli, mi son limitato a leggerne i titoli, che permettono comunque di capire se il contenuto è favorevole o meno. Come nel caso di questi due articoli sui "cartoni animati giapponesi", dove, se ne primo il titolo era negativamente guerresco ("sbarco", "occupazione stabile"), in questo secondo si passa subito alla presenza del maligno...
Interessante notare che per scrivere questo articolo ci si siano messi in due, fatto che raddoppia lo sgomento e dimezza la tolleranza.
Il pistolotto parte sempre dalla diseducatività della televisone, ma questa non doveva essere una rivista di analisi cinematografica?
Ok che fu a causa dei programmi televisivi che il cinema ebbe il primo crollo di spettatori (perchè pagare per vedere un film quando la tv ne mandava in onda uno quasi ogni sera?), quindi si può capire un certo astio dei giornalisti cinefili di "Cineforum" verso il mezzo televisivo, ma la parte analitica dov'è finita? O_o




I "cartoni animati", cioè, i "C.A." sono negativi per due motivi, solo due?!
Ma a favore nulla? T_T




Ma quale collegamento c'era tra i "C.A." e le sale giochi?
Ma per "sale giochi" i due giornalisti intendevano quelle dei cabinati arcade?
Magari avessimo potuto giocare col coin-op di Goldrake o del Gundam!!!!
Non sarei più uscito da quel bar!!!!!!!
Ovviamente non era così, l'unico collegamento tra anime e coin-op era che una parte delle aziende produttrici di hardware e software erano nipponiche, oltre al video da cui scaturivano le immagini.
Forse si riferivano ai contenuti, ma ancora non vedo il nesso tra un cartone che ti limiti a guardare, ed un videogiochi che giochi attivamente.
Il problema è sempre quello, quando la gente scrive di cose che non conosce (videogiochi e anime) è più facile che arrivi a conclusioni che paiono assurde ad uno che, invece, le conosce.
Mi chiedo ancora come facesse  un adulto del 1982 a sapere che noi bambini/ragazzini non "gustassimo" quello che vedavamo.





Gli anime ucciserono così tanto la nostra fantasia che ancora oggi c'è chi scrive storie, disegna, crea sculture, sui personaggi di quei cartoni animati giapponesi.
Senza contare che quando quei bambini/e trasportavano sul foglio da disegno i proprio eroi televisivi venivano accusati dalla carta stampata di essere ossessionati, non pieni di fantasia, ma ossessione...






I due giornalisti salvano solo l'Ape Maia, per la quale dimostrano un attaccamento quasi morboso :]






Il watermark copre un paio di parole: "corollari alle loro imprese".
Nel 1982 erano ormai passati 4 anni dalla prima trasmissione di "Atlas Ufo Robot" sul secondo canale della Rai, ma a leggere questo articolo pare siano passati per nulla:
"Freddi calcolatori più simili alle macchine";
"Violenza spietata";
"Sterminio";
"Divisione manichea".
Sarebbe stato così difficile per i due giornalisti venire a conoscenza del fatto che molti protagonisti di quegli anime robotici erano, invece, essi stessi degli alieni?
Che non bramavano la distruzione di ogni forma di vita non terrestre? (tranne Tetsuya Tsurugi, ovviamente!)
Che molti di loro erano stati trascinati obtorto collo in guerra.
Che non sempre i cattivi erano alieni, talvolota erano altri umani!
Che anche dei cattivi si comprendevano le motivazioni della loro spietatezza.
Che c'erano cattivi che passavano dalla parte dei buoni, e qualche buono che tradiva.
No, non sarebbe stato molto difficile, sarebbe bastato che si fossero guardati due o tre puntate consecutive di Goldrake nel 1978... si sarebbero risparmiati un sacco di brutte figure.




"I personaggi sono completamente intercambiabili!"
In che senso?
Io penso che mi sarei accorto se alla decima puntata di Danguard (in cui non ci sono alieni invasori) mi sostituivano Arin con Koji Kabuto... solo per il fatto che Koji/Alcor/Rio non sarebbe mai riusicito a pilotare il Satellizzatore ^_^
Ed una bambina non si sarebbe accorta che al posto di Candy ci avevano messo la Principessa Zaffiro?



La fissa dei due giornalisti con l'Ape Maia è inquietante...




Che cosa vuol dire "sottomettersi passivamente alla logica del computer"?!?!  O_o
In queste righe si sottintende che i cartoni di una volta erano artigianali, mentre quelli giapponesi sono industriali. Peccato che più artigianali degli anime c'era ben poco al mondo, visto che alcune serie vennero fin colorate a domicilio!
Ma ovviamente i due giornalisti non lo sapevano.





C'è una cosa che veramente non ho mai compreso: i programmi televisivi, specialmente i cartoni animati giapponesi, venivano tacciati di passività, ma andare a vedere un film al cinema era un'attività attiva?! O_o
Uno sta in sala, non può commentare, non può alzarsi, non può gesticolare, manco soffiarsi il naso se è commosso. La fruizione di un film al cinema non è l'attività più passiva che si conosca?
A casa si poteva cantare a squarciagola la sigla del tuo cartone preferito, mimarne le armi o, se la puntata era brutta, cambiare addirittura canale.
Al cinema no.
Noto che per i due giornalisti l'altro nemico pubblico erano i videogiochi da bar, godevano veramente di un'apertura mentale sconfinata, forse per loro ci dovevamo divertire ancora a far girare il cerchio per strada...
Domanda semplice: come ci si allena a diventare passabili giocatori di scacchi?
Giocando tante partite con avversari bravi.
Perchè, invece, giocare tante partite contro un avversario computerizzato era una cosa tanto disdicevole?




A giocare al bar ai coin-op ci andavo sempre in compagnia, la sfida con gli amici ed i commenti post partita erano parte del divertimento, ma, ovviamente, questo i due giornalisti non potevano saperlo, non erano nè bambini nè videogiocatori.
Ah ecco, si salvano l'Ape Maia e i cartoni comunisti... dico... io sulla tv Koper Capodistria, sulla Svizzera, ed anche alla Rai ne ho visti di cartoni dell'est europeo, per l'amor del cielo, non erano brutti, ci sono anche affezionato, ma paragonare il professor Baltazar, Gustavo (tristissimo...) o la Talpa ad "Atlas Ufo Robot" o Heidi non ha proprio senso...
Tirare fuori nel finale, poi, il povero Alfredino, se lo potevano risparmiare.




2 commenti:

  1. "C'è una cosa che veramente non ho mai compreso: i programmi televisivi, specialmente i cartoni animati giapponesi, venivano tacciati di passività, ma andare a vedere un film al cinema era un'attività attiva?! O_o
    Uno sta in sala, non può commentare, non può alzarsi, non può gesticolare, manco soffiarsi il naso se è commosso. La fruizione di un film al cinema non è l'attività più passiva che si conosca?
    A casa si poteva cantare a squarciagola la sigla del tuo cartone preferito, mimarne le armi o, se la puntata era brutta, cambiare addirittura canale.
    Al cinema no."

    AMEN, fratello!

    E lo sottoscrivo da cinefilo accanito qual sono. Cinefilo che però non ragiona per schemi mentali degni del medioevo più retrivo! Quante volte "la critica seria" parla, anzi sproloquia, su cose ed argomenti dei quali non ha una benché minima idea!
    Semplicemente MOSTRUOSA poi la chiosa finale, che dimostra non solo che questi due individui non capissero un cazzo di televisione, cartoni animati (giapponesi o meno), ma nemmeno di bambini e dei loro eroi.
    Grazie al cielo questo tipo di critiche ha fatto la fine che ha fatto (cioè: il nulla, niente, l'oblio, ciao ciao e salutatemi a casa!) mentre i cartoni animati giapponesi sono milioni, molti sono bellissimi e ce li godiamo alla faccia di questi soloni tristi e a senso unico.

    Come sempre, con stima.
    Orlando

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    Risposte
    1. Spero che i due giornalisti non capitino su questo blog :]

      Grazie di nuovo degli apprezzamenti ^^

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