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giovedì 24 marzo 2016

Heidi nel "Corriere dei Piccoli" - Primi 6 numeri (dal n° 9 del 2 marzo 1978 al n° 14 del 6 aprile 1978) - Il primo manga pubblicato in Italia?


Può essere che questa versione a fumetti dell'anime di Isao Takahata, pubblicata sul "Corriere dei Piccoli" dal numero 9 del 2 marzo 1978 (ergo era pre-goldrakkiana), sia stata la prima versione manga data alle stampe in Italia?
Di sicuro, antecedentemente a questa versione di Heidi, vennero pubblicati i fumetti di Barbapapà e di Vicky il vichingo, che però, a mio avviso, erano storie autoconclusive, mentre la Heidi di Takahata ha una trama articolata, con personaggi ben caratterizzati, un vero manga.
Questi fumetti di Heidi si dipanano per 12 numeri del Corrierino, inizialmente consecutivi, dal n° 9 al n° 16, ed in seguito non consecutivi: il 18, 20, 23 e 25.
Questo salvo che io non mi sia perso qualche puntata, ma non credo, perchè la trama del fumetto non ha salti di trama. Quindi mi azzardo ad affermare che il "Corriere dei Piccoli" pubblicò solo questi 12 episodi, che stranamente non terminano come l'anime, ma fanno finire le avventure di Heidi quando questa è ancora a Francoforte. Probabilmente perchè la serie tv sulla Rete 1 della Rai non era ancora terminata.
In questi primi 6 numeri, invece, si vede l'arrivo di Heidi nella baita del nonno, fino a quando la zia Dete se la porta a Francorte. Seppur molto riassunta, è rispettata la trama dell'anime, l'impostazione della sceneggiature pare quella di un album di figurine, e i disegni sono molto belli, fedeli al tratto della serie televisiva. Nulla a che fare con tanti altri fumetti di qualità assai scarsa che vennero pubblicati durante il first impact. In certi punti sembra quasi che siano stati presi dai cell dell'anime, però io non sono così ferrato in questo tipo di pubblicazione per esserne sicuro.
Sotto al titolo è sempre specificato che gli albi di Heidi sono editi dalla AMZ e dalla Salani, ma non mi è chiaro se questa versione sia presa da qualche altra pubblicazioni di queste due case editrici, oppure faccia storia a sè.
Già che c'ero, oltre alla tavole di Heidi, ho scannerizzato tutte le pubblicità  di questi 6 numeri del "Corriere dei Piccoli". Inoltre, alla fine del post, ci sono un paio di scan sui programmi per bambini del periodo. Un esempio di quello che noi bambini e bambine potevamo vedere, e che spiega più di ogni altro panegirico perché gli anime ci conqusitarono immediatamente.


















Non mi pare che Peter avesse le coperte coi fiorellini, e se non sbaglio non dormiva neppure vicino alla finestra. Quindi gli autori si permisero qualche modifica, ma senza intaccare più di tanto l'originale.








 Non rammento neppure la scena di Peter che butta la legna a terra.







Da questo punto in poi ci sono le pubblcità del Corrierino, alcune abbastanza famose, altre non le ricordavo. Come i pennareli della Pongo sotto vuoto spinto  :]



 Il Das!!!!   ^_^



 A me il nome "Herbert" fa venire in mente la puntata sui hippie di Star Trek  :]


Il classico dei classici, specialmente sotto Pasqua: Gli ovetti Kinder.



Non sarà stata la Nutella, però era buona lo stesso.










 Questa collezione di monete "antiche" era molto bella, alcune le avevo anch'io, ma senza raccoglitore.





E cosa dire del dentifricio di Paperino?
Che poi i paperi hanno i denti?   O_o





Fa impressione, anche la bambina è perplessa...





Ecco l'esempio di cosa ci propinavano in tv prima dei "cartoni animati giapponesi", saranno stati anche programmi assai culturali, machepppalle...




E questo cartone dal titolo "L'atomo al bivio", non era pura propaganda filonucleare?  T_T
L'atomo buono non esiste, chiedere agli abitanti di Chernobyl e Fukushima...



7 commenti:

  1. Bello davvero. Heidi (mi sembra di ricordare) apparve anche su TV junior, ma onestamente non so se prima o dopo questa versione.
    Bellissime le pubblicità, avevo "rimosso" Tony Binarelli!
    La puntata sugli hippies di Star Trek? Della serie classica? Non me la ricordo.

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    1. Pensandoci bene, credo che TV Junior inizi a pubblicare nel 1979...

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    2. E i pennareli wurstel? T_T ^_^

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  2. Direi di no. Tecnicamente per essere un "manga" pubblicato in Italia deve trattarsi di una pubblicazione uscita in Giappone e poi tradotta (ribaltata) nel nostro Paese, mentre qui si tratta di vignette prese dal cartone (ridisegnate?) con l'aggiunta di dialoghi. Il primo manga seriale pubblicato qui è "Il Grande Mazinga" della Fabbri, alla fine del 1979. Nel gennaio del 1980 invece iniziano a essere pubblicati su Eureka della Corno alcuni racconti autoconclusivi di Tatsumi e poi, a metà anno, Golgo 13, vedi qui.

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  3. Sono comunque fumetti moooolto interessanti :)

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  4. Vero?
    Spulciando nelle vecchie riviste si trova ancora qualcosa di interessante ;)

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