CERCA NEL BLOG

martedì 30 agosto 2016

Lupin the 3rd Part 1 - 1982



Non so se ho espresso il concetto che l'unica serie su Lupin III meritevole d'attenzione è la prima, quella con la giacca verde, quella con Miyazaki e Takahata alla regia.
L'ho già fatto?
Lo ribadisco  :]
Ne consegue, ovviamente, che l'unico lungometraggio su Lupin III meritevole d'attenzione è il primo, "Lupin III - Il castello di Cagliostro".
Nei post della "Emeroteca Anime" mi scaglio, per quanto il mio peso web possa valere, spesso contro tutti quelli che denigrarono i "cartoni animati giapponesi" tra il 1978 ed i primi anni 80. L'accusa mossa più spesso era che questi cartoni animati erano diseducativi, è chiaro che io non concordo con questa affermazione, però devo ammettere che alcuni erano chiaramente fuori target. Penso che la prima serie di Lupin III ebbe così tanto successo nei bambini del 1979 perchè, oltre ai quattro mitici personaggi maschili, c'era Fujiko Mine  ^_^  (non Margot...)
Oggi mi è abbastanza palese il fatto che Lupin III, almeno nelle prime puntate non miyazachiane, non era l'anime corretto per chi frequentava le elementari. Non ero della medesima opinione nel 1979, e non lo era neppure la televisione privata locale di Milano Antenna Nord, che lo trasmise per prima.
Il problema del corretto target di un anime è una questione che ci siamo portati dietro per tutti gli anni 80, 90 e 2000, e i primi a non averlo capito (o non volerlo capire) sono stati i responsabili delle tv private.
In particolare questa serie di Lupin III fu la prima che in Giappone veniva dedicata non ad un pubblico di bambini, mentre da noi, proprio in quanto "cartone animato", il target eravamo noi.
Questo art book, oltre ad essere veramente bello, permette di cogliere quanto i personaggi e la trama si modificò con il subentrare alla regia di Takahata e Miyazaki. Basta vedere quante volte Fujiko rimane svestita nelle prime puntate rispetto alle successive, lei rimarrà comunque parecchio "stronza" in tutta la serie, però un po' meno ammiccante.
In questa primo art book sono presentate le prime 12 puntate, seguono varie curiosità, tra cui, oltre ai classici "character", la "Gun Room", in cui sono mostrate immagini vere di tutte le armi presenti in questi primi 12 episodi.
La mia puntata preferita di tutta la serie è la quarta, "L'evasione di Lupin, prigioniero!", nonostante manchi ancora Goemon, un vero capolavoro!
L'assenza di Goemon, che apparirà solo dalla puntata successiva, mette in luce un'altra caratteristica di questa prima stupenda serie, solo Lupin, Jigen e Fujiko appaiono da subito, Zenigata e il samurai arriveranno in seconda battuta.
In seconda pagina dell'art book è presente un bel poster con con Lupin e Goemon che si danno battaglia.
Lupin affronta Goemon armato di una pistola delfino, mi pare nella quinta puntata(?)   ^_^



 La prima puntata è proprio il top degli anni 70, alla faccia degli agiografi degli anni 80  :]


lunedì 29 agosto 2016

Dragon Ball Enciclopedia - Complete Illustrations (edizione italiana)



TITOLO: Dragon Ball Enciclopedia - Complete Illustrations (edizione italiana)
AUTORE: Akira Toriyama
CASA EDITRICE: Edizioni Star Comics
PAGINE: 208
COSTO: 15000 £
ANNO: 1997
FORMATO: 26 cm X 18 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet 
CODICE ISBN:

Quando si mette in ordine libri e pubblicazioni varie capita che saltino fuori cose che avevi dimenticato di avere  >_<  tipo questo volume della Star Comics del 1997, e considerando che persiste il deserto di pubblicazioni su anime e manga in questo 2016 (post relativo), mi è sembrato sensato farci una mini recensione.
Mini perché non è che ci sia moltissimo da scrivere su questo volume, che ebbe il pregio di essere, penso, il primo art book tradotto per il mercato italiano. Anche se la pubblicazione reca nel titolo la parola "enciclopedia", contiene solamente di immagini delle copertine di Dragon Ball, con in più una breve intervista a Toriyama. Scopo del volume era festeggiare in maniera consona la conclusione delle avventure fumettistiche di Goku, durate dal 1984 al 1995.
Pur avendo visto moltissime puntate dell'anime, seppur raramente in maniera continuativa, non sono un fan della serie, essenzialmente per motivi anagrafici  (^_^)  e non ho mai letto il manga. 
Comunque a questo anime sono legato per un motivo collaterale, visto che vidi le prime puntate mentre espletavo il servizio militare, quando il sabato e la domenica pommeriggio capitava di essere di servizio (e quindi chiusi in caserma), e grazie ad un commilitone che aveva una minuscola televisione portatile ci facevamo 25 minuti di risate. E devo dire che quei 25 minuti impiegati  a guardare un cartone animato giapponese assai spassoso valevano molto, vista la location in cui eravamo confinati...   T_T
Ricordo che facevamo abbastanza fatica a seguire una puntata, in quanto c'erano troppi spettatori rispetto alla grandezza dello schermo e alla potenza dell'audio   :]




domenica 28 agosto 2016

"Akemasite o medeto, l'anno del drago", di Pietro Silvio Rivetta (Toddi) - "Sapere" 15 dicembre 1939



Lo scritto di Pietro Silvio Rivetta (tra i primi divulgatori delle usanze nipponiche) è incentrato su varie questioni inerenti il valore che l'imminente anno del drago avrebbe avuto per i giapponesi, per noi occidentali semplicemente il 1940. Si parte che la spiegazione di cosa sia il nengo, cioè la suddivisione in ere della storia giapponese, passano per il tema più strettamente calendaristico, per concludere con gli usi e costumi dei giapponesi in vista della festività dell'anno nuovo.
Personalmente ho trovato più interessante la prima e la terza tematica, parecchio più ostica quella sul calendario tradizionale giapponese, forse perchè non è proprio un argomento che mi interessi.
Non mancano le foto e qualche disegno, pur essendo l'articolo solo di quattro pagine, ma negli articoli e libri del periodo le immagini erano quasi d'obbligo.
Il drago in oriente è anche un simbolo fortunato, e si può dire che, alla fine, il 1940 per i giapponesi fu l'ultimo anno fortunato, l'ultimo anno di pace (non contando la guerra in Cina con relativi massacri...).
Con i commenti mi fermo qui, e lascio parlare l'autore.

sabato 27 agosto 2016

Il fumetto "Actarus" N° 8 - "Dischi volanti" - luglio 1980


Con un titolo come "Dischi Volanti" è la volta buona che si vedrà Goldrake una pagina si e l'altra pure. La storia sarà piena di ufo di Vega, lo stesso Actarus, Alcor, Venusia e Maria saranno impegnati in combattimenti spaziali e terrestri contro Hydargos, Gandal e Zuril. Il Goldrake 2, la Trivella Spaziale e il Delfino Spaziale verranno utilizzati massicciamente.
Insomma, finalmente questo numero sarà un VERO fumetto su/di Goldrake!!!!
...
...
...
E invece no...
Goldrake non si vede mai, tranne che in copertina.
Men che meno il Il Goldrake 2, la Trivella Spaziale e il Delfino Spaziale.
Nessuna apparizione per Vega, Hydargos, Gandal e Zuril, ma neppure per un qualsiasi mostro o spaziale o un sperduto minidisco.
Actarus, Alcor, Venusia, Maria e Procton ci sono, ma i primi quattro non indossano mai neppure la tuta da piloti.
Io mi rendo ben conto che faccio la figura di quello che si sveglia con 36 anni di ritardo per fare una critica ad un fumetto ormai dimenticato, e se lo hanno dimenticato tutti magari la causa risiederà anche nella trama. Le mia incredulità, seppur sfasata di tre decenni e mezzo, è sincerà. In quanto leggo per la prima volta questi fumetti nel momento di fare queste recensioni, e trovo veramente assurdo che la Edizioni Flash pagò la Sacis per sfruttare il brand Actarus/Goldrake senza far vedere praticamente mai il robottone di Go Nagai!
Che senso aveva tutto ciò?!  O_o
Questa volta ho scannerizzato tutto il volumetto, anche a beneficio di un lettore transalpino (Wunderkind 4D) che pare assai interessato alla testata, perchè non vorrei che si pensasse che nelle pagine che non scannerizzo succedano chissà quali scene di azione!
Non succede nulla...
E' un po' imbarazzante vedere di nuovo il gruppo di eroi iniziare la storia con un viaggio in aereo.
Ma non possono usare il Goldrake 2, o la Trivella Spaziale oppure il Delfino Spaziale?  >_<
E pure questa volta un paio saranno in vacanza, Alcor e Venusia, che non parteciperanno all'avventura(?) di Actarus, Maria e Procton, perchè impegnati in un viaggio di piacere a Manila... a Manila? O_o
E al Centro di Ricerche Spaziali chi ci rimane?!
E se gli spaziali attacassero?!
E se la luna diventasse rossa?!
Quesiti inutili.
Alcor e Venusia se ne vanno a Manila a divertirsi.
Actaru, Maria e Procton, che in questi fumetti è diventato quasi il protagonista indiscusso, tanto che il fumetto si dovrebbe chiamare "Procton" e non "Actarus", andranno in una zona del Messico ai confini con gli Usa. Perchè?
Non lo so, cioè... Procton viene, di nuovo, convocato da uno dei suoi tanti colleghi scienziati sparpagliati nel mondo per fargli vedere dei ritrovamenti importantissimi, dico, importantissimi, ma poi non ci andrà mai perchè non ne avrà più il tempo  >_<
Ciò che impedirà a Procton di collaborare col collega è il fulcro della storia, l'apparizione dei dischi volanti. Qualcuno potrebbe obiettare che per una storia di fantascienza con robottoni, mostri spaziali ed invasori alieni, dei dischi volanti dovrebbero essere la normalità, infatti non sono dischi volanti alieni, ma terrestrissimi   >_<   anzi, terre-tristissimi...
Pure stavolta non manca la lezioncina storico-geografica sul Messico, immagino quanto fossero interessati i bambini che leggevano questo fumetto a sapere notizie sul deserto dei Pali in Messico.
Però mi sa che ho già spoilerato troppo...
Quindi:
bla bla bla bla bla bla bla


bla bla bla bla bla bla bla bla

venerdì 26 agosto 2016

"Grand Prix" - Mattel (fine anni 70/primi anni 80)



Questo è un gioco in scatola veramente di nicchia, penso lo si conosca veramente in pochi (forse solo io ed un mio amico), è così elitario che non mi è stato possibile neppure risalire alla data di messa in vendita. Non è citato in nessuno dei miei cataloghi di giocattoli, neanche in quelli della stessa Mattel(!), e sul web non ci sono informazioni, infine il "Dizionario dei giochi di società" lo data come anni 70, ma a mio avviso potrebbe essere anche dei primi anni 80. Purtroppo neppure io rammento bene quando ne venni in possesso, mi pare che fui spinto all'acquisto (cioè, spinsi i miei genitori all'acquisto...) influenzato dall'omonimo anime, il mitico "Grand Prix e il campionissimo", il cui sfigatissimo protagonista Takaya Todoroki non vinceva una gara neanche per sbaglio  >_<
Non sono riuscito a scoprire la data di pubblicazione del gioco, però, ho appreso con grande sorpresa che "Grand Prix" fu una riedizione di un gioco in scatola della Mattel, addirittura del 1968:
"Hot Wheels Wipe Out Race Game"

Ma, alla fine, il gioco era bello?
Si, pur essendo molto elementare era assai giocabile. Comunque io ne ho dei bei ricordi.
Oltre all'omonimo cartone animato giapponese, anche l'illustrazione ( il cui autore fu Giorgio Mizzi) sulla confezione attirava il bambino, con una bella Ferrari che si appresta ad affrontare una curva sotto una piogga battente (mi ricorda un po' la prima puntata di Jeeg).
La confezione non contiene tantissimi pezzi, però potevi cambiare le marce alla tua auto, e questa attività già rendeva attraente il gioco.
Ovviamente la scelta della colonna sonora era obbligata!   ^_^


             


Oltre al bel tabellone di gioco, l'altro pezzo che mi attirava molto era la roulette a forma di pneumatico, che poi era l'altro ed unico pezzo presente.
Si può ben vedere che non ci fossero molti pezzi nella confezione, però erano tutti in tema con le gare automobilistiche, era un gioco coerente  :]
Il fatto che ci fossero anche delle automobiline non è per nulla scontato, in altri giochi in scatola che ho recensito i produttori se la cavarono con le classiche sciatte pedine colorate...
Come si potrà vedere dal link sopra il gioco statunitense del 1968 conteneva quasi i medesimi pezzi.


Anche il regolamento non è che fosse tanto complesso, ma non sempre delle regole complicate fanno un bel gioco (non se qualcuno/a ha mai giocato ad Arkham Horror...).
Peccato che, come spesso faceva la Mattel, le regole siano stampate all'interno del coperchio della confezione.

giovedì 25 agosto 2016

"La piccola Heidi compie cento anni", di Daniela Giannantonio - "La Domenica del Corriere" 2 novembre 1978



Penso che se nel 1978 poteva esserci qualche dubbio su chi avesse ridato notorietà all'ammuffitissimo personaggio di Heidi, oggi i dubbi non siano ammessi: l'anime di Isao Takahata.
Siamo nel 2016 e la serie animata del 1974 viene ancora stra-replicata, e piace sempre, come nel 1978. Tanto che ne è stata prodotta una versione in computer grafica, che non prende spunto dal romanzo della Spyri, ma proprio dalla serie animata nipponica, visto che nella storia c'è Nebbia, non presente originariamente.
Per conto mio non avevo mai visto nessuno di questi film nè prima nè dopo la serie giapponese, anche perchè detestavo la Shirley Temple... faccio parte di quei bambini per cui esisteva solo la Heidi animata.
Daniela Giannantonio riepiloga tutte le versioni cinematografiche di Heidi, oltre all'anime, omettendo, però, di citare il telefilm del 1978, che io vedevo sul canale della Svizzera Italiana, probabilmente non sapeva della sua esistenza.
Veniamo a sapere che il circo Orfei aveva allestito addirittura uno spettacolo sul ghiaccio, che sarebbe durato tutto l'inverno, tanto per rendere l'idea del successo che la pastorella svizzera ebbe nel 1978.
La giornalista spiega anche che la Sacis guadagnò molto con la vendita dei diritti di sfruttamento della serie, che, assieme a Goldrake, fecere fare nel solo1978 decine e decine di miliardi di utile ad una società statale che, tranne per Sandokan, non era abituata a portare a casa soldini.
L'unico aspetto che pare sfuggire alla giornalista è che gli autori giapponesi modificarono l'originale in uno degli aspetti più importanti, la religione, che venne quasi totalmente eliminata.





mercoledì 24 agosto 2016

Go Nagai Robot Collection - Uscita Speciale 18 Grendizer e Drill Spacer


Un Goldrake ci mancava proprio in questa GNRC!
Ora siamo ben a quota sei!
Mi auguro sia l'ultimo, e se non lo fosse, chiedo cortesemento che non mi venga rivelata la settima uscita, grazie  >_<

Go Nagai Robot Collection 02 Ufo Robot Grendizer
Go Nagai Robot Collection - Uscita speciale 1 Disco Spaziale
Go Nagai Robot Collection - Uscita Speciale 6 Grendizer + Double Spacer 
Go Nagai Robot Collection - Uscita Speciale 9 Grendizer con Alabarda
Go Nagai Robot Collection - Uscita Speciale 14 Grendizer + Marine Spacer  

Ho trovato molto bella l'idea di farlo posare inginocchiato, potrebbe sembrare una postura un po' innaturale con agganciata la Trivella Spaziale, rendendo difficile immaginare quale potrebbe essere lo sviluppo dell'azione. In realtà la posa compare proprio nella puntata in cui fa il suo esordio la Trivella Spaziale, l'episodio 45 (I mostri del sottosuolo).



Goldrake è in una grotta nel sottosuolo, alla fine della puntata, è sta per attaccare il mostro spaziale che si trova sopra la sua testa, e che sta fuggendo.



Peccato che la mano che ha dipinto il mio pezzo, pur non commettendo errori grossolani di coloritura, si è dimostrata abbastanza tremolante, oppure poco esperta.
Quanto vorrei sapere in quali condizioni lavorano le persone che dipingono e producono la GNRC...
Un difetto del mio pezzo è il punto da dove scaturisce la Bomba Termica, che risulta incollato storto, lo si nota dalle immagini più sotto.
Inoltre la testa di Goldrake non è ben centrata, essendo più vicino alla trivella di destra rispetto a quella di sinistra, ma so bene che per questo difetto sto facendo veramente il pignolo, vista la media dell'accuratezza dei modellini.
Tra tutti i Goldrake usciti fino ad oggi, questo è, dopo l'imponente Goldrake con l'Alabarda Spaziale, il più bello. Ovviamente non contando nella classifica il Goldrake nello Spacer, che ha una posa non omologabile agli altri.

Go Nagai Robot Collection 108 Jiru Jiru



Dopo la pilotessa, il Comandante Mineo, ecco il relativo mostro di Vega, Jiri Jiru.
Jiru Jiru meritava un modellino? Non meritava un modellino?
Ai posteri, spero non più intenti a collezionare la GNRC, l'ardua sentenza.
Rimando anche alla lettura del post sul Comandante Mineo, in quanto ho evitato di ripetere le cose già scritte lì e di postare le medesime immagini.
Limitandomi a questa uscita devo dire che la posa è veramente statica, non si sono sprecati molto con la fantasia, braccia lungo i fianchi, nella tipica posizione da attesa dell'autobus, e pare anche in ritardo...
Inoltre il modellino è il più piccolo tra tutti i mostri di Vega usciti fino ad oggi, stranamente come è capitato per Marigera, altro robot femminile dei cattivi del Grande Mazinga, ma la medesima cosa è successa con Donau Alfa-1, la più piccola dei mostri meccanici del Dottor Inferno.
La prima poteva essere un caso, la seconda pure, ma tre su tre mi paiono la prova che i curatori della GNRC pecchino di sessismo robotico: i mostri femminili sono tutti più minuti delle controparti maschili.
Il mio pezzo, come si può chiaramente apprezzare dalle immagini, è parecchio sbavato. La mia non è neppure più una lamentela, come ho smesso di lagnarmi dell'insulsaggine del fascicolino-ino-ino-ino, è solo una constatazione, ma non molto amichevole  >_<


Come si può vedere Jiru Jiru, parrebbe in quanto femmina, è più minuta dei mostri spaziali mascolini, abbiamo quindi appreso un'altra caratteristica distinitiva della GNRC.


Jiru Jiru ed il comandante Mineo.

martedì 23 agosto 2016

"Barbie doll and clothes" - General Publishing International 1971/1974 (pubblicazione 1)


Dopo una mini rece su del materiale editoriale anni 70 dell'intramontabile Uomo Ragno, chi si potrebbe porre agli antipodi dal mito Marvel per eccellenza, in modo da farne risaltare il valore?
Si, appunto: Barbie ^_^
Da qualche tempo mi capita di trovare queste riviste dei primi anni 70 della Barbie, materiale che precedentemente non avevo mai notato prima, oltre a questo pezzo ne ho altri tre.
Sinceramente non ho la più pallida idea se abbiano un qualsivoglia valore in quanto rari, ma di certo sono ben tenuti, e dato che il livello di testosterone di questo blog è sempre troppo alto, mi pare giusto ogni tanto buttarci dentro qualcosa di inutilmente puccioso  :]
Tutti e quattro i numeri che ho trovato, che non sono parte di una serie numerata, furono pubblicati dalla General Publishing International, e recano la medesima data: "1971 - 1974".
Le didascaliche istruzioni sono in quattro lingue: italiano, francese, inglese e tedesco.
Il formato è molto grande, ben 33 cm x 25 cm, motivo per il quale ho dovuto fare qualche foto, visto che lo scanner non conteneva la copertina.
Per il resto nulla posso aggiungere, lascio il resto delle immagini a beneficio di eventuali fan della bambola che ha rincitrullito moltitudini di future fidanzate/mogli/madri  :]
Ah!
Forse non ho specificato cosa contenga la pubblicazione!
Credo che siano vestiti in carta da attaccare ad una Barbie in carta, forse per le bambine che non si potevano permettere di averne una in 3D?




Nei primi anni 70 si vede che Barbie era ancora un po' pudica.

lunedì 22 agosto 2016

"Stacca Incolla, gioca... colora... leggi" n° 3 "L'Uomo Ragno e il diabolico Mephisto" - gennaio 1979



Anche questa volta, dopo l'inutile Tarantula del numero precedente, la Malipiero andò a scovare un altro cattivo poco noto (almeno a me), Mephisto... con tutti i villains dell'Uomo Ragno che esistevano... vabbè, il punto forte della pubblicazione restavano i passatempi, non di certo le storie.
Comunque questi numeri della Malipiero Editore hanno, a mio avviso, più valore "esteriore" che come contenuti. Furono una bella idea, originale, ma un po' troppo minimale, e mi sa proprio che non ebbero questo gran successo, non per nulla si fermano al quarto numero.
I fogli da cui staccare le figure sono del tipo pre-incollato, tipo la busta da lettere, non sono adesivi o figurine, quindi non potevi neppure attaccarli su qualche mobile in cameretta  >_<
Peccato perchè l'adesivo dell'Osservatore non è malaccio.
Ai tempi quasi tutti i nomi dei personaggi Marvel venivano tradotti in italiano, mentre oggi sono in inglese, cosa che talvolta mi spiazza un po'. L'Osservatore originariamente si chiamava "Watcher", quindi la traduzione fu abbastanza letterale, ma in Francia come lo chiamavano?  Voyeur?   :]



domenica 21 agosto 2016

Facoltà paranormali (volume 2, 1976) - collana "Il mondo dell'occulto" Rizzoli



TITOLO: Facoltà paranormali (volume 2,) - collana "Il mondo dell'occulto"
AUTORE: Colin Wilson
CASA EDITRICE: Rizzoli
PAGINE: 144
COSTO: 8€ (variabile)
ANNO: 1976
FORMATO: 26 cm X 21 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet 
CODICE ISBN:

Come diceva Ezio Greggio in versione Mister Taroccò (con l'accento sulla Q) il mondo del paranormale "para normale, ma... bada ben bada ben bada ben... è normale"  ^_^
Con questo spirito, scevro da critiche aprioristiche, mi accingo a mostrare anche le perlate (nel senso di perle) del secondo volume della collanna "Il mondo dell'occulto", un dono che nel lontano 1976 la Rizzoli fece a tutta l'umanità.
Questa collana toccava qualsiasi argomento della creduloneria terrestre, ed anche extra terrestre, con questo numero sono giunto all'ottava recensione:

Facoltà paranormali
Parole, numeri e magia
L’influenza degli astri
Culti, sette e profeti
I sogni e i loro messaggi
Realtà inesplicabili
Il fascino dell’alchimia
Stregoneria e magia
Al di là del tempo e dello spazio 
L'incipit del volume da per appurato un concetto che permmeterebbe di considerare credibile pure il mago Otelma  >_<
Ma come si può sapere se nel mondo preistorico si facesse uso di ESP?
Ryu non ne aveva, eppure aveva a che fare con Tirano, riuscendo a cavarsela lo stesso.


Questi volumi sarebbero da scannerizzare per intero, tante sono le assurdità ivi contenute. Il taglio della collana Rizzoli è quello tipico delle trasmissioni para scientifiche che vogliono trattare argomenti non scientifici fingendo che sia tutta scienza. E qui dentro c'è veramente tutto lo scibile umano delle taroccate fino al 1976...
Questo numero si concentra sul paranormale, come negli altri volumi gli autori si concentrano di più su avvenimenti passati (meno confutabili?), sembra quasi che fino ai primi decenni del 900 il mondo fosse pieno di eventi paranormali, poi questi tendono a scemare, probabilmente in maniera direttamente proporzionale con l'aumento del livello scolastico della popolazione...
Non mancano, comunque, fenomeni e protagonisti degli anni 50/60/70, cone tutte le loro belle fotine.
Uno dei fenomeni parastatali degli anni 70 fu di certo Uri Geller, che divenne famoso anche in Italia:
STOP settimanale di attualità, politica(?) e cultura(?!) - N° 1579 dal 30 dicembre 1978 al 5 gennaio 1979 - Viaggi nel mistero 2!

Per me avere poteri mentali vuol dire essere come Babil Junior, fine.
Che cacchio mi serve riuscire a piegare i cucchiai?
Ci riesco anche con le mani!!!!
(Uri Geller che distrugge il servizio di posate della nonna, e la chiave del portone...)


Invece, poter comandare Ropuros e Poseidon col pensiero, oppure muovermi a supervelocità, o rilasciare raggi/fiamme/onde mortali ed usare la telecinesi, mi cambierebbe la vita in meglio.
Questi sarebbero poteri ESP!
In alternativa, se proprio non potessi essere un Babil Junior, accetterei la capacita di leggere una volta un manuale ed imparare tutto ciò che vi è scritto, tipo Peter Rei  :]
"Uomini con poteri straordinari"?!
Si vabbè... guardatevi una puntata di Babil Junior...



Metto le prima pagine in cui si raccontano i fenomenali poteri di Uri Geller, testati direttamente dall'autore di questo volume!
Allora ci credo!!!

sabato 20 agosto 2016

"Sesamo Apriti CTW" n° 5, 6, 7 - Rivista quattordicinale dal 18 marzo al 15 aprile 1978



Talvolta, anzi, spesso, mi chiedo a chi mai potrà interessare del materiale editoriale vecchio e stravecchio, che sovente aveva avuto poco successo pure ai tempi, figuriamoci quale potrebbe essere il suo appeal nel 2016  T_T
Mi rispondo che tanto nello sterminato web qualche altro/a sfig... cioè... nerd... ehm... appassionato/a
lo troverò di certo, dandomi un po' di automotivazione, ma poi mi ritrovo a guardare lo spot della Apple con protagonista un robo peloso tutto blu  >_<
E' Pasticcino!!!
Quando ho visto per la prima volta la pubblcità mi sono chiesto quanti altri spettatori lo avranno riconosciuto!


Infatti, chiendendo in varie conversazioni, molti, specialmente tra i più giovani e giovanissimi, non sapevano chi fosse sto tipo con la voce rauca che si mangiava il mestolo in legno  T_T
Che ignoranza... 



Magari negli Usa è ancora ben conosciuto, ma qui mica tanto, ci sono intere generazioni che non sanno cosa siano i Muppets... che ignoranza...
Alla fine, se la Apple utilizza anche in Italia il personaggio di Pasticcino, penso sia mio dovere educare le ignoranti masse italiche  :]
Presento qualche scan di altri tre numeri della rivista quattordicinale di "Sesamo Apriti", la cui storia più interessante, l'unica che ho scannerizzato per intero, è quella presente nel numero 7, "Il piccolo Sandokan".
E su questa storia di Sandokan mi è sorto un dubbio, nato dal commento di un lettore al primo numero di questa rivista:
"Sesamo Apriti CTW" n° 1 - Rivista quattordicinale 21 gennaio 1978

Ciao! Se vi chiedete chi ha disegnato questo materiale di "Sesamo Apriti", in realtà è prodotto da artisti spagnoli (sotto licenza della CTW) per una rivista dal titolo "Epi, Blas y los demás" (Ernesto, Berto e gli altri) che pubblicò 22 numeri in 1976-78. Più informazioni qui: http://www.tebeosfera.com/obras/publicaciones/epi___blas_y_los_demas_ersa_1976.html.
Sapeva che queste avventure dei Muppets "made in Spain" avevano stato riprese in Germania, ma ora ho scoperto che avevano stato pubblicate anche in Italia!

Quindi, in base allo scritto soprastante, anche la storia sul Sandokan trasmesso dalla Rai sarebbe di matrice spagnola?
Ergo Kabir Bedi spopolò così tanto in Spagna da venir ripreso in una storia del fumetto di "Apriti Sesamo"?
Vorrebbe dire che il Sandokan di Sergio Sollima, del 1976, ci ritorno in forma cartacea dalla Spagna nel 1978?
Non sarà globalizzazione, ma almeno europizzazione  :]
Tra l'altro alcune delle copertine della versione originale spagnola solo identiche a quelle italiche, mi chiedo se fosse uguale anche il contenuto:

venerdì 19 agosto 2016

"Goldrake, è giusto censurarlo?", di Gian Antonio Stella - "Corriere della Sera" 10 gennaio 1979



Gian Antonio Stella oggi è una star del giornalismo, il fustigatore dei politici e burocrati perdigiorno, e il censore degli sperperi della spesa pubblica (opera più che meritoria, sia chiaro!), ma nel gennaio del 1979 di cosa si occupava?
Ma del nostro Goldrake!!!
Per quasi tutto l'articolo si limita a dar voce ai vari protagonsiti del pro e contro Goldrake, dall'indimenticabile Silverio Corvisieri, passando per Luca GoldoniGianni Rodari (al link un articolo molto successivo),  Sabino Acquaviva, Bruno Bozzetto, Carlo Tognoli e Antonio Miotto, solo alla fine si schiera, a favore dell'eroe nippo-veghiano.
Tra l'altro mi pare che l'inervento di Giani Rodari, che anticipa di molto l'articolo linkato sopra, non l'avevo ancora letto da nessuna parte, direi che sia una piccolo scoop a posteriori di Stella.
Mi ha sorpreso il fatto che dei sette intervistati che ho citato sopra, solo due erano versus Goldrake, gli altri erano tutti a favore!
Qualcuno, magari, come l'allora sindaco socialista di Milano Carlo Tognoli, sparava qualche cacchiata, dimostrando di non aver seguito molto bene la trama della serie, però venivano riportati più commenti ed argomentazioni positivie che negative. Cosa rara.
Da ricordare che due giorni prima era partito l'assalto politico a Goldrake dalle pagine della Repubblica, ergo il Corsera si posizionava contro il quotidiano di Scalfari, quindi a favore di Goldrake.
Comunque, qualsiasi fosse stata la motivazione scatenante questo articolo, Gian Antonio Stella merita d'essere arruolato nelle esigue, ma onorevoli, truppe a difesa di Goldrake  ^_^
Ovviamente io parto dal presupposto che questo Gian Antonio Stella sia lo stesso Gian Antonio Stella di "La Casta", altrimenti sto facendo una bella figura da pirla  :]
L'articolo è intergrato da un riquadro in cui si riassume, a beneficio degli adulti ignoranti, il successo del cartone animato giapponese "Atlas Ufo Robot".
A mio avviso non aveva molto senso paraganore Travolta a Goldrake, il secondo era un personaggio serio  >_<



Stella comincia col riportare stralci dell'articolo di Corvisieri, e secondo me fece anche delle domande dirette al parlamentare, tanto per far capire il perchè (e chi) si volesse censurare Goldrake.



giovedì 18 agosto 2016

Per Dio e l'Imperatore, i cristiani del grande Giappone imperiale



TITOLO: Per Dio e l'Imperatore, i cristiani del grande Giappone imperiale
AUTORE: Federico Lorenzo Ramaioli
CASA EDITRICE: Aracne
PAGINE: 314
COSTO: 20€
ANNO: 2016
FORMATO:  24 cm x 17 cm
REPERIBILITA': ancora disponibile a Milano
CODICE ISBN: 9788854893399

Nell'introduzione l'autore spiega bene lo scopo del suo scritto, cioè descrivere l'influenza che ebbero i cristiani (cattolici e protestanti) giapponesi nella società giapponese, a tutti i livelli, da quello politico, a quello culturale, non dimenticando neppure quello militare e nazionalistico. Nonostante i cristiani in Giappone non siano mai arrivati oltre l'1% della popolazione, l'influenza che hanno potuto esercitare sulla nazione è stata, in base alle ricerche dell'autore, molto alta. Il saggio riporta personaggi e situazioni di questa influenza dall'epoca Meiji fino al dopoguerra, in particolare il periodo del militarismo e del nazionalismo dagli anni 20 del 900 fino alla fine della guerra.
Il saggio è integrato con numerose note a fondo pagina, l'autore fa riferimento quasi sempre a libri di saggistica anglosassone, purtroppo dopo un po' leggere continuamente “si consulti”, “si veda”, “si legga” seguito dal titolo di un libro in inglese mi ha un tantino infastidito. Anche perché in alcuni casi lo scritto a cui fa riferimento l'autore è stato tradotto in italiano, quindi, forse, si poteva mettere il corrispettivo italico. E' possibile che non ci sia neppure un saggio in italiano sull'epoca Meiji che meritava di essere inserito nella bibliografia?
Non che non si possano mettere libri in lingue straniere nella bibliografia, o che non si possa richiamarli nelle note, però leggere solo titoli stranieri (2 o 3 eccezioni) mi è parso un po' troppo elitario. Potrà sembrare incredibile, ma certi argomenti possono interessare anche i non professori universitari ^_^
Ci tengo a precisare che il libro è scritto in maniera comprensibile (a parte qualche bella citazione in latino senza spiegazione...), ed il tema è poco trattato in lingua italiana. Peccato per i numerosissimi refusi di stampa, di cui l'autore non ha ovviamente responsabilità, ma danno abbastanza fastidio.
Eccone un esempio, il non plus ultra (tanto per mettere un po' di latino e fare il figo anch'io)  dei refusi, un bel "xche" da messaggino, senza neppure l'accento sulla "e"  >_<
E' presente in una nota a pagina 219, ma io leggo anche le note.



Pur restando lo scritto molto interessante, mi pare di aver notato che l'autore prenda una posizione semi assolutoria verso le responsabilità belliche e morali di quel Giappone (e dei suoi protagonisti, anche cristiani). Non che neghi i crimini di guerra, ma sovente si oppone ad una rappresentazione che metta troppo in cattiva luce il Giappone. La mia è solo una sensazione, nata dalla lettura di continui piccoli distinguo presenti in tutto il saggio riguardo le responsabilità del Giappone. A questo riguardo ci sono punti del libro la cui logica di fondo mi sfugge, probabilmente a causa di mie mancanze storico/religiose/culturali, ma che mi hanno un po' rovinato il piacere della lettura.Più sotto metto un esempio presente a pagina 157 del libro.
Nel primo capitolo si passa brevemente in rassegna la storia dei cristiani in Giappone, dal loro arrivo nel 1546 alle persecuzioni dell'epoca Tokugawa. Segue la situazione dei cristiani in epoca Meiji, che con la fine del bando religioso imposto dagli shogun permise sia il ritorno dei missionari occidentali, che l'uscita allo scoperto dei “cristiani nascosti” giapponesi (“kakure kirishitan”). Vengono descritte le attività politiche e riformatrici di personalità di fede cristiana in epoca Meiji.
Col secondo capitolo si inizia a trattare il periodo storico inerente il tema del saggio. L'autore spiega più volte (in tutto il libro) che durante lo scivolamento del Giappone verso l'autoritarismo, i cristiani non subiranno persecuzioni per la loro religione. E' un concetto che viene argomentato spesso, a voler dimostrare che il fascismo giapponese (termine su cui l'autore non concorda) si differenziò totalmente da nazismo e fascismo europei. A mio avviso, però, il punto sarebbe un altro, stante che i giapponesi non facevano discriminazioni religiose e i cristiani erano liberi di professare il proprio credo, bastava semplicemente che non si opponessero al regime. 

mercoledì 17 agosto 2016

Go Nagai Robot Collection 107 Sodom


Questo ennesimo mostro di Himika, non ne è uscito neppure uno del successore al trono Yamatai, va collegato con l'uscita numero 59 (versione 2° cyborg), infatti Sodom compare alla fine di una puntata in cui capitano parecchi avvenimenti importanti:
Himika scopre il segreto della campana di bronzo; Hiroshi mostra la nuova trasformazione cyborg; vengono usati per la prima volta gli Scudi Rotanti; Ikima fa il medico  O_O
Questa è la puntata in cui il buon padre obbliga il figlio ad un allenamento estenuante per farlo diventare un cyborg più potente, peccato che non glielo spieghi prima... e quando Hiroshi gli chiede perchè lo faccia faticare così tanto (mica ha bisongo delle endorfine!), si limita a frasi filosofiche tipo questa:
"Non è la vittoria che conta, ma quello che devi soffrire per ottenerla. Devi batterti prima di tutto contro te stesso, contro la tua debolezza".
Ottimi concetti per un bambino, peccato che io non li implementai molto, e poi dicevano che questi cartoni facevano il lavaggio del cervello...  
Sulla puntata mi soffermerò più sotto, comunque Sodom (nessuna battuta sul nome) mette in difficoltà Jeeg, tanto che viene battuto solo grazie agli Scudi Rotanti.
Il modellino non è per nulla malaccio, peccato per le righine nere che, nel mio pezzo, sono parzialmente coperte dalla vernice marrone, ma non potevano dipingerle dopo?  O_o



Immagine esclusiva per il blog in cui si vede Jeeg poco prima di affettare Sodom  ^_^


Edit del 18 agosto:
Mi son dimenticato di scrivere che questa uscita è arrivata con qualche giorno di ritardo, e l'uscita 108 Jiru Jiru (dell'11 agosto) non è uscita neanche. Casini agostani?

Sodom dalle solite svariate posizioni.

mercoledì 3 agosto 2016

No connection, no party ^_^

Come da titolo la mia connessione ADSL, che non è mai stata un portento, è crollata... Tipo le azioni MPS...
Lunedì ho faticato a terminare il post sul Tv Sorrisi e Canzoni, ieri connessione zero, tipo la Coca Cola Light, oggi ho impiegato un'enormità per caricare le poche immagini del saggio sull'Atlantic.
Non credo che domani o dopo, stante la situazione, riuscirò a postare la rece della GNRC, si vedrà...
Non riuscendo a caricare le immagini, non mi è possibile neppure rispondere ai commenti, in quanto il riquadro per la risposta mi compare solo dopo che tutte le immagini sono state caricate. Risponderò quando il guasto alla linea sarà riparato e/o cambierò gestore.
Poi, magari, oggi riparano tutto e mi ritrovo con 2 giga di connessione.... AHAHAHAHAHAHAHAHAH   :]


22 agosto, avviso ai naviganti:
Alla fine mi son deciso, ho cambiato gestore.
Ergo prossimamente dovrei restare senza connessione per un paio di giorni, teoricamente non di più, ma la teoria è una cosa, la realtà è sempre piena di intoppi  >_<

Soldatini Atlantic! Un mito degli anni '70



TITOLO: Soldatini Atlantic! Un mito degli anni '70
AUTORE: Salvatore Miraglia
CASA EDITRICE: Youcanprint
PAGINE: 177
COSTO: 42€
ANNO: 2015
FORMATO:  30 cm x 21 cm
REPERIBILITA': acquistabile tramite web
CODICE ISBN: 9788893219334

Qualcuno potrebbe pensare che questo libro sia una replica dei 4 volumi “Viaggio nell'Atlantic”, in realtà sono pubblicazioni molto differenti. Mauro Menghini ha pubblicato una vera enciclopedia totale globale sugli articoli della Atlantic, inserendo anche pregevoli parti saggistiche e “storiche”, questo libro di Salvatore Miraglia si concentra più sulla storia e sull'analisi del fenomeno passato ed attuale. Chi non possiede i 4 volumi di Mauro Menghini deve leggere questa nuova (del 2015) pubblicazione, chi ha i 4 “Viaggio nell'Atlantic” deve leggere questa nuova pubblicazione. Primo perché il libro è ben scritto, interessante e spiritoso, in secondo luogo un appassionato dell'Atlantic non può esimersi da questa lettura ^_^
Il grande formato della pubblicazione permette di ammirare le belle immagini, che comunque non sono preponderanti rispetto al testo. L'unica pecca è il prezzo un po' altino, 42 euro, però c'è da considerare che è una auto pubblicazione (tramite la casa editrice Youcanprint), e quindi un prezzo più alto è accettabile.
Il primo capitolo riporta la storia dei giocattoli degli anni 70, con panoramica sulle marche di soldatini disponibili sugli scaffali. L'autore individua argutamente due branchie di bambini in cui si potevano dividere i giovani clienti Atlantic: i collezionisti; i giocatori.
Io ero un “giocatore”: via la scatola, strappati i pezzi dalla materozza, addirittura via i pezzi non funzionali alla battaglia, e guerra ad oltranza!!!
Nel secondo capitolo viene raccontata spassosamente come l'autore ritornò la mania degli Atlantic da adulto, e come, contemporaneamente, recuperò le confezioni con cui giocava da bambino, venendo a conoscenza di frammenti della storia dell'azienda di Treviglio. Il capitolo si conclude con l'incontro tra l'autore e Romeo Gusmini, uno degli amministratori dell'azienda, la prima fonte informativa diretta per poter stilare una storia dell'Atlantic.
Il terzo capitolo si concentra proprio sulla storia dell'azienda Atlantic, e del suo fondatore, Ercole Sandro Compagnoni, ma anche di tante altre persone che contribuirono alla nascita di un marchio a cui siamo tutti affezionati.
La prima parte dell'epopea Atlantic inizia a metà degli anni 50, nel retrobottega del negozio di giocattoli “Zia Gin” (la madre di Compagnoni), in via Paolo Sarpi a Milano, passando per i vari locali milanesi che ospitarono i primi passi industriali dell'Atlantic. Arrivando al definitivo stabilimento di Treviglio, dove si produssero nel 1971 i primi soldatini “verdi”.



Il quarto capitolo parte dalle prime quattro confezioni disponibili nei negozi di giocattoli nella seconda metà del 1971.
In questo capitolo sono riportate le polemiche giornalistiche, che ai tempi riguardavano solo la carta stampata, sulla decisione di Compagnoni di inserire della serie “Grandi Rivoluzioni” anche Mussolini ed Hitler, che obbiettivamente potevano irritare un certo numero di genitori, a cui i relativi dittatori avevano ucciso qualche parente un trentennio prima... personalmente nella mia famiglia il problema non si pose, in quanto non ho mai chiesto questi articoli.
Dato che l'autore inserisce titolo, testata e data di due articoli, citandoli brevemente, li inserisco integralmente.
"La Stampa" 30 aprile 1974. 


"Stampa Sera" 4 giungo 1975.

lunedì 1 agosto 2016

TV Sorrisi e Canzoni N° 18 dal 30 aprile al 6 maggio 1978 - Quinta e ultima settimana di programmazione di "Atlas Ufo Robot" sulla Rete 2 Rai


Con questo numero di Tv Sorrisi e Canzoni termino la panoramica sulla programmazione televisiva nazionale e locale durante le cinque settimane in cui venne trasmessa la prima parte di "Atlas Ufo Robot". E' in mio posesso anche il numero successivo (il 19), e di Goldrake, tanto per confermare la cosa, non c'è traccia, mentre Heidi continua e non si concluderà neanche, in quanto l'ultima puntata della settimana è quella in cui Clara arriva in montagna.
Questi cinque numeri di TV Sorrisi e Canzoni mi hanno permesso di confermare che la prima messa in onda di Goldrake non generò nessuno scalpore fra gli adulti (mentre noi bambini ne fummo subito folgorati), fatto che avevo già notato consultando i quotidiani nazionali del periodo:
Esordio TV di Goldrake (primi 25 episodi: 4 aprile/6 maggio 1978), articoli di Repubblica e Corriere della Sera

I guai per il povero Goldrake arrivarono con la trasmissione della seconda parte della serie, invece nella primavera del 1978 tutto taceva, gli adulti non l'avevano ancora notata  :]
Addirittura in alcuni dei numeri mostrati non ci sono neppure immagini di Goldrake nei palinsesti televisivi, ed in questo numero c'è solo un riquadro il martedì, che corrispondeva al primo giorno di programmazione settimanale.
Di seguito i link dei precedenti quattro numeri:

TV Sorrisi e Canzoni N° 14 dal 2 al 8 aprile 1978 - "Atlas Ufo Robot" (genesi della bufala degli anime fatti al computer?), di Paolo Cucco + prima puntata di Goldrake!

TV Sorrisi e Canzoni N° 15 dal 9 al 15 aprile 1978 - Seconda settimana di programmazione di "Atlas Ufo Robot" sulla Rete 2 Rai 

TV Sorrisi e Canzoni N° 16 dal 16 al 22 aprile 1978 - Terza settimana di programmazione di "Atlas Ufo Robot" sulla Rete 2 Rai  

TV Sorrisi e Canzoni N° 17 dal 23 al 29 aprile 1978 - Quarta settimana di programmazione di "Atlas Ufo Robot" sulla Rete 2 Rai

Questo numero non contiene articoli particolarmente interessanti, almeno non dal mio punto di vista, fanno eccezione una pagina con i programmi con gli indici di ascolto più alti del mese precedente, che vede una Heidi in una posizione inverosimilmente bassa, e un articolo che riporta le opinioni di due dirigenti Rai, che si occupavano espresamente dei programmi per ragazzi. Questo articolo sarebbe stato potenzialmente importante, peccato che il responsabile dei programmi per ragazzi della Rete 1 non cita mai Heidi (lo fa la giornalista nell'introduzione del suo profilo professionale), mentre si vanta di aver trasmesso Furia(!), e la responsabile dei programmi per ragazzi della Rete 2 non citi mai Goldrake, forse neppure sapeva che lo trasmettevano  :]
E questo dimostra di nuovo, a mio avviso, che inizialmente nessuno considerò pericolosi gli anime, si svegliarono in seguito.



C'è da dire che in quel marzo 1978 ci fu il rapiento di Aldo Moro, con realtiva strage della scorta, e quindi tutti gli indici di ascolto vennero un po' alterati, ma non credo che la cosa potesse influenzare Heidi. Il rapimento di Aldo Moro colpì anche me, però a quella età non è che ti crei delle angosce particolari, vengono prima i cartoni animati.
Quindi l'alterazione degli indici d'ascolto valeva, a mio avviso, per i programmi diretti agli adulti, cioè praticamente tutti...