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sabato 18 marzo 2017

"I giapponesi snobbano Goldrake. Il loro beniamino è il samurai", di Carlo Sartori - "La Stampa Sera" 10 marzo 1980



Che nel marzo 1980 i giapponesi snobbassero Goldrake non credo ci piovesse, già al suo essordio non ebbe un grande successo.
E che il samurai fosse il beniamino nazionale non credo faccesse, altresì, una piega, ma una delle perle dell'articolo arriva dopo poche righe: ancora e sempre il computer!

"Heidi, Goldrake, Remi, Capitan Harlock hanno reso famosi (e invidiati) in tutto il mondo i cartoni animati giapponesi, insieme con la loro sofisticatissima tecnica di produzione che sfrutta il protagonista numero uno del progresso di questo paese, il computer.".

Faccio presente che il giornalista scrive da Tokyo, ergo era al centro della notizia (falsa) che stava divulgando, gli sarebbe bastato entrare alla Toei per vedere che non esisteva nessun computer, e sarebbe stato pure un grande scoop!!!
Ovviamente non è l'unica fake-news dell'articolo, come le chiama il credibilissimo Trump.
Se è vero che Goldrake, e forse anche Remi, nel 1980 erano caduti del dimenticatoio, non credo si potesse dire altrettanto di Heidi, e di certo non di Capitan Harlock.
Assieme alla bufala sull'uso del computer per fare gli anime, l'altra notizia che si legge spesso in questi articoli era quella che gli studi di animazione producessero queste serie esclusivamente per l'esportazione. Gli anime venivano certamente esportati, ma erano prodotti per il mercato interno, la vendita dei diritti all'estero era un ulteriore fonte di guadagno. Certo che se una serie era andata maluccio in patria, come Goldrake, ci si poteva magari rifare economicamente vendendola in Italia e Francia, per esempio  ^_^
Il giornalista sfrutta a caso i cartoni animati giapponesi solo per introdurre il soggetto del suo articolo,:
Quale significato sociale avesse il successo dei telefilm sui samurai?

Il primo (ed unico!!!) telefilm a cui Carlo Sartori fa riferimento è "Zenigata Heiji", nella versione che andò in onda dal 1966 al 1984, sbaglia un poco il nome dell'attore protagonista, non Hashizo Okkawa, ma Hashizo Ogawa, ma magari fu un refuso:
https://www.youtube.com/watch?v=cJtihwf1wS4

Zenigata Heiji (1966–1984) - 888 episodes. The longest-running Zenigata Heiji, Hashizō Ōgawa  made a total of 888 programmes, with several different co-stars, from 1966 until his death in 1984. Hashizō Ōgawa is recorded in the Guinness Book of Records as the longest running actor in a one-hour long television series for his performance as Heiji. (Hashizō Ōgawa was originally an onnagata, an actor who plays women's parts in kabuki.) Sanae Tsuchida was in the cast from 1970 to 1973.

Solo 888 puntate?! Le voglio guardare tutte!!!   :]
Tocca al professor Hidetoshi Kato spiegarci che lo scopo sociale di questi telefilm sui samurai era quella di fungere da "ammortizzatori psicologici", l'adulto giapponese proiettava il proprio vissuto quotidiano in quelle storie di epoca Edo.




Peccato Carlo Sartori di colpo passi alle serie di kung-fu trasmesse ad Hong Kong, intervistando l'attore Adam Cheng  O_o
Quale nesso ci sia con Goldrake ed il Giappone resta per me un vero mistero, ma, soprattutto, cosa voleva dimostrare/argomentare?  >_<






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