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domenica 30 aprile 2017

Mattel Electronics 1983



Purtroppo, per me, non posso riportare particolari ricordi riguardo l'Intellivision, non avendolo mai posseduto. In tema di console casalinghe io sono passato dalla console Reel del 1977/78 alla Play Station 1, in mezzo ho dovuto saltare tutto  ^_^
Nel catalogo è spiegato che "Intellivision" significava "televisione intelligente", e devo dire che leggendo le caratteristiche della console, devo dire che denotava numerose ottime idee.
In particolare direi i pad, o smanetti, che dir si voglia. sia per il fatto che potevano essere riposati nell'hardware senza che i fili creassero noia (vedi la console Reel...), ma anche perché potevano essere usati dai mancini. Ho, però, un dubbio, il disco ruotava oppure era un simil touch?
Ovviamente in un catalogo in italiano, dedicato ai maschietti italiani, visto che ai tempi le femminucce non giocavano ancora ai videogiochi, nelle prime pagine si esalta la cassetta del calcio  :]
Certo che di passi avanti ne sono stati fatti per arrivare a Pes o Fifa  ;)




In realtà le due pagine qua sotto sono poste prima della doppia pagina sul calcio, dato che in queste pagine si descrivono le caratteristiche della console, tipo la potenza, ben 16 bit, mica 8 bit di "certi concorrenti"!  ^_^
Oltre alla grande varietà di giochi disponibili, non so se poi realmente acquistabili in Italia, mi hanno impressionato le espansioni: l'Intellivoice; l'Intellivision Entertainment Computer System; il Computer Adaptor; l'Intellivision Music Synthesiser; l'Intellivision Computer Keyboard.

In pratica tutto il necessario per trasformare la console in un computer. Non saprei dire se tutte queste espansioni hardware fossero realmente disponibili per il mercato italiano. A dire il vero mi sorprenderebbe se lo fossero state, di solito in Italia si importavano solo le cassette dei giochi.
E' indubbio che l'Intellivision doveva essere il sogno di ogni ragazzino italico che metteva le mani su questo catalogo.

venerdì 28 aprile 2017

Go Nagai Robot Collection 139 Zarigan G8



Il distributore per le edicole della mia zona deve avere degli gnu affamati nei magazzini... anche stavolta il fascicolino-ino-ino-ino è tutto masticato, si vede che alla Fabri/Centauira ci tengono ad imballare bene la loro creatura editoriale!
Tra l'altro il disegno in copertina, più che un mostro guerriero, mi ha fatto venire in mente una Macchina della Morte dei Meganoidi...
La puntata in questione risulterebbe importante in quanto vi appare per la prima volta il Conte Blocken, che comporterà la messa in secondo piano del Barone Ashura, dei quali fallimenti a ripetizione il Dottor Inferno è un pelino stufo. Poi noi sappiamo che il nuovo arrivata fallirà tanto quanto la mummia ermafrodita, ma ai tempi il fatto doveva aver avuto una certa rilevanza, specialmente in Giappone.
Ok, Ashura è chiaramente un incompetente e pure un leccapiedi, ma chi lo ha messo al comando?
Ho trovato assai curioso, e alla fine molto divertente, che l'episodio si apra con l'apparizione dei mostri meccanici mandati al macello dal barone Ashura, e si concluda non solo con la distruzione di Zarigan G8, ma vie più con quella della Salus, un'altra medaglia di cui fregiarsi  :]
Non credo ci voglia un genio per notare che Zarigan G8 si ispira alla leggenda di Namazu, in oltre nella puntata fa bella mostra di se un pesce gatto in un acquario, che Shiro utilizza per prevedere i terremoti, che sono l'altro protagonista della puntata. 
Il modellino mi pare uscito fuori bene, forse un pelino piccolo, direi il più piccolo dei 19 mostri guerrieri pubblicati. Che poi dedicare ben 19 uscite, fino ad oggi, ad una seria mai conclusa, mi pare veramente una follia totale... ma ormai...
Magari i colori non sono precisi, però c'è sempre la questione della rifrazione dell'acqua marina, anche se dubito che alla Fabbri/Centauria siano così solerti da aver commissionato un costoso studio scientifico ad hoc  >_<


martedì 25 aprile 2017

Telesette dal 30 dicembre 1979 al 5 gennaio 1980 - "Attento Goldrake, questa volta è la fine!", di Virginia Falcone



Dopo parecchi Tv Sorrisi e Canzoni, qualche Telepiù, un Radiocorriere TV e un Onda TV, tocca ad un Telesette, e prossimamente cercherò di postare altre testate, tanto per non essere eccessivamente ripetitivo  ^_^
Questo articolo va inserito nel periodo della terza tranche della trasmissione di "Atlas Ufo Robot", il suo titolo pare quasi ispirato da "Studio Aperto", ed il contenuto, che per inciso non è negativo, fa parte del filone "fatto al computer", che ormai era assodato fosse una realtà incontrovertibile.
Più di una volta ho pensato di inserire la tag "anime fatti al computer", o qualcosa di simile, ma poi ho desistito perché questa fake news è presente in gran parte degli articoli in mio possesso. Anche i giornalisti che non scrivevano pezzi in cui accusavano di qualche nefandezza i cartoni animati giapponesi, o quelli che addirittura li difendevano, davano per assodato che il "computer avesse ispirato" gli anime del periodo, come si può leggere nell'occhiello.
Virginia Falcone, oltre alla bufala mediatica sul computer, incappa di altre imprecisioni, però non credo che si potesse ai tempi (o possa oggi) pretendere la precisione su articoli inerenti i cartoni animati, quando i giornalisti controllano a stento le fonti su notizie importanti...
Il titolo "Attento Goldrake, questa volta è la fine!", avrà fatto venire un infarto ad una moltitudine di giovani lettori e lettrici, convinti che il loro eroe stesse per essere sconfitto dai veganiani, mentre si trattava solo dell'informazione che la serie stava finendo: i giornalisti sono dei gran burloni  ^_^
Alla sgomento di milioni di bambini e bambini per la "fine" di Goldrake, avrebbe dovuto rimediare la notizia che dal 7 gennaio la Rai avrebbe trasmesso un altro anime robotico: Mazinga Z!!!
Si... come no... proprio uguali...   T_T


Intanto i nomi delle armi sono tutti corretti, parrà poca cosa, ma dimostra che la giornalista si sedette davanti alla televisione almeno 5 minuti, oppure chiese info a qualche esperto, tipo il figlio o il nipotino  :]
Ogni tanto ritorna la diatriba su come chiamare gli invasori provenienti da Vega: vegani? veghesi? veghiani? veganiani?
Io propenderei per "veganiano", come scrive Virginia Falcone, anche perché "vegano" ormai è stato requisito da chi non mangia carne... non potevano scegliere "a-carnivoro"?  >_<
La giornalista pare anche comprendere uno degli aspetti migliori di questi cartoni animati giapponesi, cioè che i cattivi avevano anch'essi delle motivazioni, che poi li portavano a compiere la scelta sbagliata, ma la loro non era pura cattiveria.



Voltata la pagina ci ritroviamo davanti ad altre belle immagini della serie, per un totale di quattro pagine dedicate ad "Atlas Ufo Robot".
Piccola postilla:
avranno anche tolto l'Atlas dai DVD da edicola, e potranno pure eliminare l'Atlas da tutto lo scibile umano, ma per noi resterà sempre e comunque "Atlas Ufo Robot", alla Toei dovrebbero farsene una ragione, anche perché a comprargli il materiale di Goldrake saremo sempre e solo noi "atlasiani"  ^_^

lunedì 24 aprile 2017

"Julie rosa di bosco" (1979) - Puntate 9 e 10



Dove avevamo lasciato Julie e la sua simpatica famiglia adottiva?
Eravamo rimasti allo zio Carl riassunto alla fabbrica del vetro, dopo che era stato licenziato appena ripresosi dall'infortunio sul lavoro.
E per farlo riassumere Julie e Alan avevano ordito un piano geniale.
La nona puntata pare un déjà vu, infatti ririririvediamo Carl davanti al padrone della fabbrica, a cui seguiranno le sue dimissioni... ma questo è uno shojo oppure un anime sponsorizzato dall'Inps e dall?Inail?!  O_o
A guardarlo da adulto posso anche apprezzare, al netto della scarsa qualità dell'animazione, che la tematica sia incentrata sul lavoro operaio, mi chiedo, però, una bambina italiana cosa potesse trarre dalle vicissitudini lavorative dello zio della protagonista...
In realtà mi chiedo anche quale interesse potesse nutrire una bambina giapponese nel mondo del lavoro austriaco del 1918  ^_^
Infatti anche queste due puntate saranno incentrate sui problemi lavorativi dello zio Carl.
Comunque bisogna sempre iniziare dal meraviglioso ed allegrissimo incipit dell'anime  :]


             

Quale sarà il piccolo segreto della nona puntata?


Forse ci verrà rivelato quali proprietà abbia il tavolo e la sala di casa Klemen?
Come è possibile che il tavolo si adatti al numero delle persone che vi siederanno?
E come può essere che la stanza risulti sempre abbastanza spaziosa per tutti gli astanti?
Nulla di tutto questo, purtroppo...
La puntata inizia con il classico siparietto a-comico, che ci fa apprezzare la magia del tavolo a dimensione variabile, con sala espandibile  :]

domenica 23 aprile 2017

Problemi giapponesi



TITOLO: Problemi giapponesi
AUTORE:
Giovanni Cesare Majoni
CASA EDITRICE:
Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente
PAGINE: 21
COSTO: 5/10€
ANNO: 1934
FORMATO: 24 cm x 15 cm 
REPERIBILITA': rara
CODICE ISBN: 

 

Il 6 marzo 1934, presso l'Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente, l'ambasciatore italiano a Tokyo (forse era già un ex ambasciatore) faceva un discorso sulle problematiche che avrebbe dovuto affrontare il Giappone negli anni a seguire.
Questo scritto, che è la trascrizione di quel discorso, è interessante per svariati motivi. In primis il Giappone e l'Italia non erano ancora alleati, addirittura non avevamo ancora riconosciuto il Manciukuò giapponese. Ergo, pur essendo presente la classica retorica fascista del periodo, l'autore non aveva l'obbligo di incensare il futuro alleato.
Una delle tematiche affrontate da Giovanni Cesare Majoni riguardano la sovrappopolazione, che nel censimento del 1930 vedeva 969 abitanti per km quadrato. L'autore spiega che il giapponese, in realtà, non era molto incline all'emigrazione, neppure a quella interna, men che meno a quella all'estero, seppur in possedimenti coloniali nipponici, tanto che molti tornavano in patria. Questa considerazione è interessante perché, in seguito, l'invasione delle nazioni vicine (oltre a Corea, Formosa e Manciukuò già occupate da tempo) sarà motivata con l'emigrazione del popolo giapponese causata dalla sovrappopolazione.
Segue un'analisi della situazione economica, in cui Giovanni Cesare Majoni si rifiuta di considerare il Giappone un paese con un basso tenore di vita, in quanto i giapponesi godevano di possibilità ed abitudini precluse a molti paese occidentali. Semplicemente i costi di beni e servizi erano bassissimi.
Le considerazioni dell'autore si concludono con la valutazione del sistema democratico parlamentare, che godeva già di una scarsa fiducia da parte del popolo, con il crescente potere acquistato da militari e nazionalisti, che non si facevano problemi ad utilizzare l'omicidio politico, il quale non era mal visto dalla popolazione.
Visto che le pagine ammontano solo a 21, ho scannerizzato per intero il discorso di Giovanni Cesare Majoni, poi ognuno/a si potrà fare la propria idea sul suo contenuto.




mercoledì 19 aprile 2017

Go Nagai Robot Collection 138 Kerubinus


Questo episodio, che vede il principe Kerubinus come protagonista cattivo, non l'ho mai apprezzato molto, nonostante il suo mecha non mi dispiacesse.
Le motivazioni sono molteplici:
detestavo le puntate filo pacifiste;
credo che anche ai tempi il doppiaggio italico ingenerò in me una certa confusione;
alla fine Kerubinus non si dimostra un avversario particolarmente ostico;
la parte con i ricordi sull'infanzia di Tetsuya è buttata lì un po' a caso.

Non potendo ancora accedere ai sottotitoli fedeli ai dialoghi giapponesi (sono in attesa dei box del GM), l'impressione che l'adattamento italiano fu un pelino raffazzonato resta forte, e questo rende la puntata parecchio poco godibile.
Per quanto riguarda il modellino, tralasciando che mancano sia lo scudo che il tridente, ma penso che alla Fabbri/Centauria devono aver fatto irruzione i ladri (gli stessi che si son fregati l'ascia di Doroma...), il mio Kerubinus è affetto da leggero strabismo verticale (molto raro!), e denota un carattere per nulla responsabile. Non per nulla all'inizio della puntata lo si vede in panciolle, a ripensare a quando gozzovigliava allegramente.
Perché mi permetto di dare un giudizio personale così duro su Kerubinus?
Ma non ha la testa sulle spalle!!!   T_T
Anche qualche altro arto non è ben innestato, solo Miwa è brava a fare gli agganciamenti!
Il collo non completamente inserito nel torace lo si potrà notare molto meglio dalle foto più sotto, comunque un po' si nota anche da questa posizione, mentre il braccio destro è chiaramente meno innestato del sinistro.
Forse le ali sono leggermente più piccole di quello che ci si poteva aspettare, ma anche nell'episodio non sono sempre della medesima grandezza.
Non posso altro che aggiungere... "una collezione di fantastici modellini perfetti in ogni dettaglio!!!"






Piccola richiesta ai lettori:
Qualcuno potrebbe chiedere sulla pagina FB della Fabbri/Centauria un altro contenitore per i fascicolini-ini-ini-ini?
Nonostante siano veramente "ini", hanno riempito anche il terzo raccoglitore che era stato pubblicato.
Grazie  ^_^

Kerubinus dalle solite svariate posizione, compresa la testa non innestata  >_<

lunedì 17 aprile 2017

Yamato, mensile italo giapponese - Marzo 1942



Stante che trovo interessanti tutti i numeri della rivista "Yamato", questo del marzo 1942 lo è particolarmente per l'articolo iniziale che descrive l'amore per la pace del popolo, ma anche del soldato, giapponese, e per uno speciale sul decennale della fondazione dello stato (fantoccio) del Manciukuò. Questo inserto, visto che era posto al centro della rivista e si sarebbe dovuto staccare, lo mostro per ultimo.
E' presente anche un articolo sul rapporto economico tra Giappone e Filippine antecedente la conquista nipponica, ed uno sulle metropolitane di Tokyo ed Osaka, quando noi avevamo al massimo il tram... infine uno sul rapporto madre/figlio-a.
Ognuno/a valuterà ciò che più consono alla curiosità personale.
Le scan non sono sempre diritte, ma la responsabilità non è dello scannerizzatore  >_<  la rivista è impaginata leggermente storta.


A riprova dell'amore nipponico per la pace e la vita, viene mostrata la foto di una pagina perforata da un proiettile, in cui un soldato scrisse la sua ultima frase:
" Muoio di una morte gloriosa. Viva la Maestà dell'Imperatore".

Secondo me il soldato italiano avrebbe scritto "mi avete mandato a morire e voi siete rimasti a casa col kulo parato, spero crepiate pure voi...", o almeno è quello che avrei scritto io.



Non mancano mai testimonianze fotografiche dell'amore del soldato nipponico verso i popoli assoggettati, poi, sia chiaro, probabilmente quello specifico soldato era pure amorevole, ma in media...

domenica 16 aprile 2017

Giappone in pillole, un tuffo nella moderna società giapponese



TITOLO: Giappone in pillole, un tuffo nella moderna società giapponese
AUTORE: Ottone Mattei

CASA EDITRICE: Schena Editore
PAGINE: 132
COSTO: 20000 £
ANNO: 1988
FORMATO: 21 cm x 14 cm 
REPERIBILITA': reperibile online
CODICE ISBN: 8875142637


Altro libro recuperato sul web, ergo senza averlo potuto sfogliare preventivamente, quindi mi sono basato sul titolo e sul prezzo ^_^
Diciamo che questa volta non ho del tutto toppato. Considerando che è un libro scritto nel 1988, da un membro dell'ambasciata italiana in Giappone (non si capisce in quale ruolo), che vi ha risieduto per quattro anni, arrivando anche a parlare la lingua, le informazione e le impressioni che trasmette sono utili a comprendere che alcune cose non sono cambiate per nulla dal 1988 al 2017.
Purtroppo lo scritto manca di una qualsivoglia divisione per argomenti, neppure di carattere cronologico, mi basta aggiungere che non c'è neppure un indice, in quanto non esistono neppure i capitoli!
A mio avviso, se lo riesce a recuperare a pochi euro, può essere una lettura interessante.
Il libro è composto da 131 pagine di pensieri dell'autore, divisi solo da questo segno divisore a tre stelline: 



Per giunta, all'interno di ogni sua elucubrazione, non mantiene quasi mai il discorso su un singolo argomento. Diciamo che il tutto potrebbe risultare un pelino caotico.
Devo dire che lo stesso autore spiega, senza possibilità di repliche da parte del lettore, com'è strutturato il suo libro, e non ho gradito per nulla quelle poche righe, dato che, seppur con 30 anni di ritardo, il libro l'ho pagato...


La filosofia di Ottone Mattei, nello spiegare il suo Giappone, è semplice:
dato che la misteriosa nazione nipponica è composta da esseri umani, tutte le spiegazioni vanno ricercate sul piano umano.
Come accennavo sopra la lettura di questo libro farà risaltare quanti aspetti della società giapponese, e dei giapponesi stessi, siano rimasti immutati in 30 anni, per esempio:
come considerano la seconda guerra mondiale (cioè la guerra del pacifico), comprese le loro colpe verso i popoli assoggettati; la loro valutazione dei gaijin; la gelosia nei confronti della propria lingua; l'impossibilità per un non giapponese di essere considerato giapponese; etc etc

A cui, ovviamente, si possono aggiungere tantissimi altri argomenti, come il rapporto dei giapponesi con il proprio lavoro e la propria azienda, l'assenza di individualismi, il rispetto verso il bene pubblico, etc etc
Mi è parso di trovare anche delle inesattezze, oppure dei punti che mi sono parsi assai dubbi.
Un errore è di certo a pagina 54, dove si afferma che “lo shintoismo è una derivazione buddista frammista a riti animistici originari con qualche sapore nazionalista”.
Che lo shintoismo sia il raggruppamento di tante credenze non unitarie non c'è dubbio, ma è antecedente all'introduzione del buddismo.

sabato 15 aprile 2017

I Love Japan, 101 cose da sapere sulla cultura del Giappone e sulle sue ultime tendenze



TITOLO: I Love Japan, 101 cose da sapere sulla cultura del Giappone e sulle sue ultime tendenze
AUTORE: Nicole Miura
CASA EDITRICE:  How2 Edizioni
PAGINE: 131
COSTO: 11€
ANNO: 2015
FORMATO: 24 cm x 14 cm 
REPERIBILITA': reperibile online
CODICE ISBN: 9788899356644

Inizio con alcune premesse:
il libro l'ho preso online senza poterlo sfogliare in libreria;
non faccio parte del target del prodotto;
io non “I love Japan”;
a me interessa il Japan;
è il primo libro della How2 Edizioni che compro.

Allora perché l'ho comprato?
Principalmente perché dal punto di vista sociologico non trovo più nulla sul Giappone, ergo recupero quello in cui mi imbatto. Poi nel sottotitolo (ed in quarta di copertina) si parlava espressamente di “cultura ed ultime tendenze” del Giappone, purtroppo questo non è un saggio di carattere sociologico. Manca assolutamente di un approfondimento e/o di una analisi su un qualsiasi aspetto della società giapponese.
L'autrice è italo giapponese e lavora in Giappone, ergo conosce entrambe le società, ma non essendo un libro di saggistica sociologica...
In quale tipo di libro mi sono imbattuto?
Spero che nessuno si offenda, anche se so bene che il termine che sto per scrivere non è propriamente un complimento, lo utilizzo allo scopo di rendere immediatamente quello che è, dal mio punto di vista, il target del titolo:
è un libro per “jappominkia” ^_^

Per esempio a pagina 7, alla fine della brevissima introduzione, si può leggere:
Detto questo, cosa bisogna fare per essere cool in Giappone?”

Ma il mio obbiettivo nella vita è essere cool? Ed essere cool in Giappone? No ^_^

Mentre a pagina 51 si spiega come vestirsi in maniera Harajuku:
Prendi dimestichezza con la varietà di tutte le tendenze esistenti in Giappone e non aver paura di esagerare: Indossa gli abiti a strati, uno degli elementi caratteristici dello stile Harajuku. Si possono mettere gonne, vestiti o giacche uno sopra l'altro, purché sia fatto con cura, senza risultare troppo poco cool.”.

Io mi chiedo quante persone vadano in Giappone per diventare alla moda in Giappone... tanto ci starai massimo 2 o 3 settimane, ha senso perdere tempo in questa attività? Inoltre uno dei consigli principali di chi è stato in Giappone è quello di andarci con una valigia grande, ma la più vuota possibile, in modo da riempirla di ogni ben di dio nipponico (in base alle proprie preferenze), ma se la riempio di vestiti cool, cosa potrò mai comprarci in Giappone?

Il libro è pieno di consigli pratici (ma non so se sono giusti giusti 101!) su come comportarsi in Giappone, ma sono consigli che mi son parsi pensati per ragazzi e ragazze cresciuti a pane, manga ed anime subbati, convinti che il Giappone sia il luogo più bello del mondo. Sia chiaro, l'autrice riporta anche qualche stortura della società giapponese, ma scrive come se il lettore avesse l'ambizione di andarci a vivere il giorno dopo.
Lo scritto di Nicole Miura è diviso in due, nella prima parte (59 pagine) sono presenti 9 capitolini sul alcuni aspetti del Giappone, nella seconda parte si racconta la storia, in pieno stile manga/anime, di una adolescente: “Contenuto extra: una storia teen jappo”.
Questa seconda parte avrebbe, penso, lo scopo di mettere a contatto il lettore/lettrice con la realtà quotidiana del Giappone, ma di ragazzini giapponesi!!! ^_^

giovedì 13 aprile 2017

Go Nagai Robot Collection 137 Kenza


Dalla scan sopra si può valutare in quali condizioni mi sia giunto il fascicolino-ino-ino-ino questa settimana, lo hanno masticato di nuovo...
Per quanto riguarda il modellino sono abbastanza soddisfatto, ovviamente non mancano le solite numerose sbavature, e la mia spada è leggermente storta, ma nel complesso non è malaccio. In particolare ho apprezzato il disegno sull'imponente scudo di Kenza, fatto veramente bene, ed anche la testa, colorata più accuratamente del resto del corpo.
La posa è un po' statica, ma con quello scudo da gestire non era facile trovargli un'altra posizione.
Il 17esimo episodio  è quello in cui viene inaugurato il Mechadon 2, che noi clienti della GNRC non vedremo mai, come per il Mechadon 1.
La puntata non ha una trama memorabile, ma non è neppure brutta, a mio avviso non abbastanza, comunque, per dedicare a Kenza un modellino.



Edit del 14/04:
In un commento (Antonio Romeo) è stato fatto notare che dall'uscita 140 (Professor Tonda) del 11 maggio, la GNRC ritorna ad essere quattordicinale...  T_T
Ergo il piano dell'opera che avevo postato nella rece di Gido Gido (136) non è più valido, il che implica che la GNRC non terminerà più il 13 luglio...
Alla fine del post rimetto l'immagine del vecchio piano dell'opera.

Kenza dalle solite svariate posizioni.

lunedì 10 aprile 2017

"Basta con la televiolenza spaziale", di Giuseppe Bernardi e Bartolo Pieggi - "Domenica del Corriere" 26 aprile 1980


Questo articolo è eccezionale, a fronte di uno scritto abbastanza limitato, i contenuti sono la summa delle panzane che si potevano leggere sui quotidiani e settimanali nell'aprile del 1980, il mese in cui si scatenò la protesta dei 600 genitori di Imola:
600 genitori di Imola 1
600 genitori di Imola 2
600 genitori di Imola 3
600 genitori di Imola 4
600 genitori di Imola 5

Come ho già scritto numerose volte, non è che i 600 genitori di Imola chiedessero la luna, effettivamente gli anime robotici (e non) imperversavano (con nostro grande godimento!) su tutti i canali privati e nazionali, ci poteva anche stare la richiesta di limitarli un po', sostituendoli con programmi più educativi (dal punto di vista di un genitore). Purtroppo la loro protesta scatenò il solito isterismo mediatico italiota, con i giornalisti che pare facessero a gara a spararla più grossa, e con gli stessi promotori della petizione anti-robottoni che davano l'impressione di bearsi non poco della loro momentanea gloria. Infatti, oltre alle loro legittime critiche agli anime, troviamo anche un certo numero di foto, per esempio quella sopra con la maestra Maria Teresa Tabanelli e i suoi alunni, i famosi 15 minuti di notorietà  ^_^
Faccio presente che sulla copertina di questo numero della "Domenica del Corriere" (vedi alla fine del post) campeggia un Mazinga Z con il seguente titolo:
"Il caso Mazinga: fa bene o male ai nostri figli?"
A dimostrazione che l'argomento era diventato veramente di importanza nazionale!
Uno dei punti forti dell'articolo a cura di Giuseppe Bernardi e Bartolo Pieggi sono i trafiletti e le didascalie alle foto.
Un trafiletto si concentra su quello che per loro era il presidente della Toei dell'epoca, Chiaki Imada, che a me pare fosse solo uno dei produttori... ma magari sbaglio...
Il secondo dimostra l'invasione televisiva dei robottoni, "10 telefilm al dì".
Il terzo ha un titolo esemplificativo, "Chi sono i colpevoli", con un focus sui robottoni Goldrake, Jeeg, Mazinga Z e Danguard.
Ma è meglio iniziare dall'articolo principale, che comincia (buttata lì come se fosse ormai un'ovvietà), con la "fake new", come la chiameremmo oggi, per antonomasia:
"Nel 1977 la sezione disegni animati della Toei Animamtion Dynamic, un'importante casa cinematografica di Tokio, produce, con l'ausilio di un elaboratore elettronico, una serie di telefilm di fantascienza dal titolo Atlas Ufo Robot".
Allora....Goldrake è del 1975...
La Toei aveva altre "sezioni" oltre a quella dei disegni animati?!  >_<
Mica si occupava solo di animazione?  >_<
E' corretto il nome "Toei Animation Dynamic"?
Non era "Toei Doga" o, al massimo, "Toei Animation"?
Sull'elaboratore elettronico evito il punto interrogativo...
Possibile che  li chiamassero ancora "telefilm di fantascienza"?  >_<
Il titolo non era "Atlas Ufo Robot"... ma "Ufo Robot Grendizer"...
Tutto questo solo nelle prime otto righe!!!   :]
Segue il racconto del successo di Goldrake e soci, la prima polemica ad opera del deputato DP Silverio Corvisieri, poi si spiega il perché di questa protesta dei 600 genitori di Imola.



Ovviamente io posso solo riportare i miei ricordi, non ho fatto uno studio approfondito in materia, però tra i compagni di classe delle elementari e i compagni/e di giochi in cortile (ed in cortile eravamo una moltitudine da case popolari!), non ci fu nessun aumento della violenza, non di più della violenza già perpetrata da parte di alcuni bambini con gravi problematiche in famiglia... questi menavano anche prima di Goldrake...
Il cortile era sempre strapieno di noi bambini che giocavamo a qualsiasi cosa, tra cui anche ad imitare i robottoni, al massimo si scendeva 20 minuti dopo per poter vedere una puntata particolarmente importante, a cui seguiva il commento in gruppo!
Ergo gli anime erano anche un momento di socializzazione, non eravamo degli otaku alienati...
Cosa c'era di male a volersi travestire per Carnevale da Goldrake e soci?  >_<

sabato 8 aprile 2017

Se Candy non avesse scelto Terence



TITOLO: Se Candy non avesse scelto Terence
AUTORE: Federica Ragni, Tatiana Giulia Rizzati
CASA EDITRICE: Youcanprint
PAGINE: 74
COSTO: 10€
ANNO: 2016
FORMATO: 20 cm x 13 cm 
REPERIBILITA': Rara anche sul web
CODICE ISBN: 9788892622760

Comprando un libro on line ci si espone ad errori di valutazione sul suo contenuto, purtroppo i libri vanno sfogliati, altrimenti si può solo leggere la descrizione che lo accompagna:
Il libro che spiega come l'emotività e le scelte sbagliate delle donne siano state influenzate da Candy Candy e le sue avventure amorose. (link)

Quindi ho pensato che l'autrice avesse scritto qualcosa su come l'anime di Candy Candy avesse influenzato l'immaginario femminile dell'uomo ideale, ma con le vicissitudini di Candy in primo piano, invece è l'esatto opposto. Le autrici raccontano travagliate storie d'amore dal punto di vista femminile, ed ogni tanto si butta lì un nome di uno dei personaggi dell'anime.
Ergo, questa recensione si limiterà ad avvertire l'eventuale lettore/lettrice che questo titolo non è inerente Candy Candy. Non per nulla non l'ho inserito nella Saggistica anime, ma solo nel materiale su Candy Candy.
Per il resto il libro, pur non essendo dedicato ad un uomo, l'ho trovato anche simpatico, ma i nomi di Candy e Terence sono presenti nel titolo e occasionalmente nel libro.
Forse mi sarei dovuto andare a cerare la quarta di copertina, però penso che qualche dubbio mi sarebbe rimasto lo stesso...


venerdì 7 aprile 2017

"Il Triangolo delle Bermude - La nuvola misteriosa che fa scomparire le navi con tutti i loro equipaggi" - Editrice Giochi 1978


"Il Triangolo delle Bermude" rientra nella mia personale top ten dei giochi in scatola a cui ho potuto giocare da bambino/ragazzino, l'aspetto che lo rendeva particolarmente giocabile era il "a funzionamento magnetico", come si può leggere sulla confezione.
Prendendo spunto dal mistero del triangolo delle Bermude, il gioco si basava sulla classica accumulazione di beni materiali, tramite il trasporto marittimo di merci: il più ricco vinceva la partita.
All'interno di questo meccanismo di gioco interveniva a sparigliare tutto la "nuvola/tifone", che grazie al "misterioso" funzionamento magnetico di cui sopra, poteva inghiottire tutta la tua flotta mercantile, estromettendoti immediatamente dal gioco... oppure ridurre di molto le tue possibilità di accumulare merci.
Non nascondo che la movimentazione della "nuvola/tifone" fu motivo di ardue contese in cortile... infatti poteva capitare, assolutamente in maniera involontaria, sia chiaro, che il giocatore che a turno la spostava cercasse, impercettibilmente, di evitare danni alle proprie navi, causando, nel contempo, più danni possibile agli avversari  ^_^
Credo che si sia sfiorata la rissa più volte, a dire il vero  >_<
Tanto che, in alcune occasioni, si decise di affidare ad un osservatore non giocante la movimentazione della "nuvola/tifone", una movimentazione super partes  :]
Inutile dire che quando una delle tue navi veniva catturata dalla "nuvola/tifone" subivi un bel tuffo al cuore, mentre quando capitava agli avversari c'era molto di cui compiacersi.
Questo generava la giusta dose di bastardaggine che ogni gioco in scatola deve possedere  ^_^
Un breve video per risvegliare la memoria a chi ci giocò.

           

In un Topolino del novembre 1978 ho trovato una pubblicità che etichetta il gioco come "novità del Natale 1978".
Ho scoperto anche in questo caso che la Editrice Giochi non inventò il gioco in scatola, ma si limitò ad importarlo dalla MB:
Bermuda Triangle Game

La dotazione interna è identica alla versione anglosassone, cambiano alcune scritte tradotte in italiano e l'importo economico sulle carte, per il resto sono uguali.
Per quanto riguarda la confezione, invece, la Editrice Giochi preferì focalizzarsi sul mistero del Triangolo delle Bermude, con una bellissima tavola disegnata dall'illustratore Orsellini, di cui qui sul blog ho già mostrato le confezioni di "Scommettiamo ?" ed il "Corsaro Nero".


Come si può vedere la confezione originale mostrava una nave nella tempesta solo sullo sfondo, mentre in primo piano c'era il tabellone di gioco. A mio avviso la scelta della Editrice Giochi fu molto più azzeccata, tanto che io mi ricordavo perfettamente la confezione anche dopo una quarantina d'anni   ^_^
Su You Tube ho scovato un video di due simpatici ragazzi, penso statunitensi, che si fanno un'intera partita, però mi sembra che siano troppo piccoli per averci giocato da bambini:
Jake & Owen Play: Bermuda Triangle

giovedì 6 aprile 2017

Go Nagai Robot Collection 136 Gido Gido



La notizia più eclatante di questa 136esima (T_T) uscita è che la Fabbri/Centauria non ha commesso alcun errore, persino il nome è giusto, mentre ha sbagliato Encirobot!
Ricordo che, assieme a Gido Gido, è uscito Doroma senza ascia, a cui vanno sommati Gume Gume e Ghostfire V, solo per citare le ultimissime uscite. 
Di norma la sorpresa dovrebbe scaturire dallo scoprire una  mancanza commessa in una collezione ufficiale gonagaiana, mentre lo sbaglio di un (mitico) sito di un semplice appassionato di robottoni, non dovrebbe colpire più di tanto. In fondo, la seconda, resta un'attività amatoriale, come lo è questo blog. Allora perché io sono più sorpreso del refuso di Encirobot, in cui sono stati invertiti i nomi di Uru Uru e Gido Gido, rispetto al fatto che il medesimo sbaglio lo avesse commesso la Fabbri/Centauria?  >_<
Probabilmente in gran parte io, ormai, sono un tantino prevenuto, non ho più la capacita di giudicare la GNRC con occhi non velati "dall'odio", citando il buon vecchio Ashitaka (non odio la GNRC, ma dovevo mantenere inalterata la frase ^_^).
Comunque Uru Uru verrà pubblicato a metà giugno, con la 146esima uscita, ergo potremmo riunire i tre mostri spaziali delle puntate 26 e 27, il terzo è Hado Hado.


Gido Gido è venuto fuori bene, solite occasionali sbavature, ma il mecha del mostro spaziale non è stato modificato dalla Fabbri/Centauria, ergo mi accontento  :]
Gli hanno dato anche una posa un po' dinamica, forse i due semi dischi sulle spalle sono un pelino piccoli, considerando che Gido Gido dovrebebe poterci entrare.



Gido Gido dalle solite svariate posizioni.

mercoledì 5 aprile 2017

Go Nagai Robot Collection - Uscita Speciale 27 Doroma



Allora, non transigo, io esigo di sapere immediatamente chi si è ciulato l'ascia di Doroma!!!
In questo cacchio di paese pieno di piduisti e amici degli amici, non puoi più neanche appoggiare sul divano per 5 minuti la tua ascia preferita, che si volatilizza subito... il povero Doroma è disperato... aveva le sue belle quattro armi per braccio, la mazza chiodata, una frusta, un ferro da stiro e la sua ascia alla Ghimli, ed ora gliene sono rimaste tre... nel braccio destro superiore gli è rimasto un pugno di mosche... capisco bene che i turisti giapponesi abbiano paura che gli scippiamo le borse quando vengono in Italia... siamo fin riusciti a rubare l'ascia a Doroma!
Vergogna!!!   ^_^
Che fine ha fatto l'ascia di Doroma?
Il mio modellino ne è sprovvisto, il vostro?
Ho capito! Forse nel manga non impugna alcuna arma? 
Già il povero Doroma non è che brilli per un mecha particolarmente affascinante, tutt'altro, è veramente brutto, così goffo e antiestetico che diventa fin apprezzabile, ma se è completo...
Doroma (senza ascia) non sarebbe venuto fuori neppure male, è stato ben riprodotta anche l'orribile attaccatura del collo al torace, con quel rigonfiamento inguardabile, che la fa assomigliare ad un'otre piena, peccato per l'ennesima licenza poetica della Fabbri/Centauria.
Non posso altro che dire "una collezione di fantastici modellini perfetti in ogni dettaglio!!!"   T_T

Edit del 23 aprile:
alla fine della rece inserisco la foto di Antonio Romeo con Doroma + l'ascia fai da te  ;)


L'arma, oltre che nell'anime, c'è anche nella copertina del fascicolino-ino-ino-ino, ma non solo!


Nella seconda pagina del suddetto fascicolino-ino-ino-ino è correttamente descritta come una delle armi di Doroma, e hanno messo per giunta il disegno con il braccio destro superiore che stringe la sua bella ascietta   >_<
Le ultime uscite contengono due modellini con gravi errori rispetto ai personaggi del relativo episodio, e con questo facciamo tre:
Gume Gume con una sola mazza chiodata, invece che due;
Ghostfire V9 con colori e mecha che sono un mix tra anime e manga.

martedì 4 aprile 2017

L’influenza degli astri (volume 10) - collana "Il mondo dell'occulto"



TITOLO: L’influenza degli astri (volume 10) - collana "Il mondo dell'occulto"
AUTORE: Francis King
CASA EDITRICE: Rizzoli
PAGINE: 144
COSTO: 8€ (variabile)
ANNO: 1976
FORMATO: 26 cm X 21 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet 
CODICE ISBN:

Di tutte le panzane presenti in questa collana "Il mondo dell'occulto", quella dell'astrologia è la più infida, visto che ancora oggi c'è una marea di gente che la segue, permettendo a moltissimi di camparci... sempre deprimente è vedere la televisione pubblica dare spazio all'oroscopo...  T_T
Sia chiaro, ognuno può credere in ciò che vuole, ma che la Rai divulghi notizie false anche al di fuori dei telegiornali e delle trasmissioni di informazioni politica, mi pare assai grave  :]
Si può prevedere il futuro leggendo le stelle?
Ma esiste un modo per prevedere il futuro?  O_o
Il bello di questa collana è che cerca sempre di ammantare con un'aurea di scientificità qualsivoglia creduloneria, e anche l'astrologia non sfugge a questa consetudine.
Tranquilli, questo volume "ha appunto lo scopo di rispondere a tali quesiti, facendovi conoscere più a fondo l'astrologia, insegnandovi(!) come operano(!!) gli astrologi, dandovi addirittura la possibilità di costruire la vostra mappa zodiacale e di imparare(!!!) ad interpretarla in modo corretto(!!!!). Se siete scettici sull'astrologia forse vi ricrederete...".

Come, "forse vi ricrederete"?  O_o
Non avevano fatto l'oroscopo dei lettori?  >_<



 I numeri recensiti fino ad oggi:

L’influenza degli astri
Culti, sette e profeti
I sogni e i loro messaggi
Realtà inesplicabili
Il fascino dell’alchimia
Stregoneria e magia
Al di là del tempo e dello spazio

Il titolo del primo capitolo chiude subito il discorso sulla mancanza di credibilità dell'astrologia,
"La regina delle scienze", ma anche il secondo non è da meno, "L'astrologia non è un'invenzione".

domenica 2 aprile 2017

Pamphlet "Johanna Spyri's Heidi" - 1980


L'ho catalogato come Pamphlet, ma avendo trovato riscontri solo in due immagini sul web, potrebbe essere anche un altro genere di pubblicazione, comunque non è che cambi molto, è sempre Heidi!  :]
Nonostante in seconda pagina sia presente la dicitura dell'Unicef per l'anno del bambino 1979, in penultima c'è la data di pubblicazione alla giapponese.
Per "alla giapponese" intendo la datazione nengo, ovviamente Showa, in questo caso. Dato che l'anno dell'incoronazione di Hirohito fu il 1926 + 54 = 1980 spero  ^_^
Come al solito del testo ne potrà approfittare chi conosce l'idioma, io di solito mi accontento delle immagini, peccato che in questo caso, tranne le quattro pagine centrali a colori, tutte le restanti immagini sono in una monotona monocromia rossa...
Il fatto che io sia in grado di contestualizzare nella suo episodio ogni singola immagine un po' mi inquieta...



A me non pare che Clara andò mai fino al pascolo del gregge con la sedia a rotelle, vabbè, mai io sono abituato alla GNRC, non mi spaventa una piccola incongruenza  :]

sabato 1 aprile 2017

Onda Tv dal 25 al 31 gennaio 1981 - "Arriva dallo spazio, il suo nome è Capitan Futuro", di Gianni Eusebio



Con questo post inauguro un nuovo filone di riviste televisive degli anni 70/80, quello del "settimanale di tutte le tv: Onda TV".
Io non sono mai stato un fan di Ornella Vanoni (gusto personale), però vedere Capitan Futuro che la minaccia con una pistola a raggi mi pare eccessivo  :]
Questa rivista era una delle due che, assieme a "Tv Sorrisi e Canzoni", si alternavano a casa mia, ed aveva il vantaggio di essere prettamente locale. Infatti non saprei neppure dire se fosse una pubblicazione nazionale, ho il forte dubbio che arrivasse solo nelle edicole del nord Italia, o addirittura solo del nord-ovest. Magari qualche lettore di altre regioni potrà dirci se Onda Tv venisse venduto anche nelle edicole della propria città.
Considerando che la casa editrice si chiama(va) "Edizioni TV Milano", e le agenzie pubblcitarie erano due, una per Milano ed una per Como e Varese, ho l'impressione che fosse veramente una rivista assai lombarda.
Dal mio punto di vista prettamente milanese, questo aspetto molto localistico è stato uno degli aspetti più interessanti della rivista, in quanto sono mostrati con dovizia di particolari i palinsesti delle televisioni private che guardavo abitualmente da bambino: Antenna Nord (futura Italia 1), Tele Milano (Canale 5), Antenna Tre Lombardia, Teleradiocity, Canale 51, Tele Alto Milanese, Telereporter, Videodelta (futura Rete 4), Tele Lombardia 1 e 2, Tele Monte Penice, Telenova etc etc.

Il carattere locale della rivista è dato anche dalla tipologia delle pubblcità, per nulla nazionali. Per esempio in questo numero ci sono annunci di Como/Varese/Lecco, basta leggere gli indirizzi degli inserzionisti.
Nelle ultime pagine c'è un articolo dal titolo "Sport-Spettacolo, dal satellite di Canale 5", il cui contenuto, ad opera di Giosuè Boeto, è molto interessante, in quanto mi ha rammentato che all'epoca Canale 5 faceva sfoggio dei suoi programmi via satellite, tra cui il famoso "Mundialito", sono anticipati anche i nuovi telefilm e programmi del Biscione.
Un'altra particolarità di questo numero è la presenza, all'inizio di ogni palinsesto giornaliero, di un riepilogo dei programmi divisi per genere, tra cui i "programmi per ragazzi". Ho fatto un collage delle colonne, in modo da rendere più evidente la programmazione dedicata ai bambini/ragazzi.
Chissà quale cartone era "Dasdarday and Muttley"  ^_^
Il riassuntone non era sempre preciso, per esempio manca sempre il Danguard alle 20,00 su Tele Lombardia 1 e 2...



La rivista è impreziosita, dal mio punto di vista, da un articolo sulla serie di Capitan Futuro, iniziata la settimana prima sulla Rete 1 della Rai.
Seppur etichettato addirittura come un kolossal, la previsione che sarebbe stato destinato a surclassare i vecchi eroi della fantascienza, si rivelò un pelino azzardata. L'articolo di Gianni Eusebio riporta solo la sinossi dell'inizio di una puntata, nessuna considerazione critica. Sinceramente non ricordo questa trama, e non sono riuscito a individuare sul web a quale episodio si riferisca, dato che non sono riportati i nomi propri degli alieni, del pianeta, della razza aliena etc etc, la frase finale dell'articolo, a dire il vero, mi fa sorgere il dubbio che la sinossi possa essere fin inventata:
"Vi è piaciuta la storia? E' una delle tante avventure che POTREBBERO capitare a Capitan Futuro, uno dei tanti casi che dovrà risolvere nel cilco di 52 puntate".

Magari qualcuno più esperto in Capitan Futuro potrà svelare a quale episodio corrisponda la sinossi.