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giovedì 18 aprile 2024

Nippon Shock Magazine - La rivista 100% dedicata a manga e intrattenimento giapponese - n° 17 marzo aprile 2024


In questo 17esimo numero si è deciso di rendere omaggio alla dipartita di Akira Toriyama. 
Non vorrei essere frainteso, ma è una cosa che stanno facendo praticamente tutti, mi pare pure "Linus". Forse, anche per differenziarsi un po' sul mercato, si sarebbe potuto evitare di ammassarsi agli omaggi. 
In alternativa, forse, si sarebbero potute aumentare le pagine, così la seconda parte dell'approfondimento sul lungometraggio d'autore "Belladonna" non sarebbe saltato, dato che immagino doveva essere inserito in questo numero.
Faccio presente che questo è un numero doppio, quindi la casa editrice ha già "risparmiato" le 80 pagine (foliazione a cui ormai si è attestata la rivista) del numero di marzo, sei o sette pagine in più le potevano anche aggiungere.
Non che i tre articoli che omaggiano Toriyama siano poco interessanti, solo che ad un mese e passa dalla sua morte, pare quasi sia mancato ieri...



Nell'editoriale del Direttore (in Sprea c'é il Ceo, in NSM c'è il Direttùr) si spiega perché sia saltato il numero del mese di marzo, arrivando a pubblicare ad aprile un numero di marzo/aprile, ma che non contiene il doppio delle pagine...
Chiedo venia, ma io mica ho capito la spiegazione tecnica del Direttùr... sarà che, come mi viene fatto notare da qualche commentatore sul blog, ho una scarsa comprensione del testo, ma se dalla fine dell'800 i mensili escono una vola al mese, non mi pare che sia così problematico uscire una volta al mese, se non ci si riesce, basta passare alla bi-mensilità.
Aggiungerei che la rivista esce quasi sempre in ritardo rispetto al mese in copertina, fino ad accumulare così tanto ritardo da cancellare il numero in ritardo... motivo per il quale non ho mica capito la prima riga dell'editoriale e le successive in tema spiegazione del ritardo   ^_^



Stante la mia critica di base sull'inflazione di omaggi a Toriyama, l'articolo di apertura di ben 10 pagine è molto interessante. L'unico dubbio è sul fatto che si conclude con un "fine prima parte", che quindi dovrà avere una seconda parte, ma anche l'approfondimento sul film "Belladonna" (stessa autrice) doveva avere una seconda parte... a mio avviso le "seconde parti" si stanno accavallando...   ^_^
Spero solo che il numero di maggio esca a maggio e non a giugno con un nuovo doppio numero, altrimenti le seconde parti arriveranno terze o quarte  :]
In questo articolo si ripercorre la carriera di Toriyama e l'arrivo dei suoi anime in Italia.
Preciso che io, pur avendo letto quattro saggi su Toriyama, non ne sono un fan e non ho una conoscenza approfondita di ciò che lo riguarda:





mercoledì 17 aprile 2024

"I Mostri (The Munster)" - Cofanetti DVD prima (1964/65) e seconda (1965/66) stagione - Ovvero "Vai! Goldrake Vai!

Tutti conoscono e si ricordano della "Famiglia Addams", pochi conoscono ed ancor in meno ricordano "I Mostri"... Ovviamente io adoro gli Addams, ma per i Munster ho sempre avuto un debole e li considero parte di quell'immaginario collegato ai primi telefilm che vedevo sulle tv private. 
A memoria la mia prima visione del telefilm fu su Telereporter, ma potrebbe essere stato anche TMC (Telemontecarlo).
Nel booklet allegato al cofanetto della prima stagione viene riportato che la prima visione italica fu Rai 3 con una datazione generica "anni 80"... senza controllare da alcuna parte posso affermare che è completamente errato... 
La prima tv assoluta in Italia avvenne, di nuovo, grazie ad una emittente straniera che irradiava il suo segnale oltralpe, la "Televisione della Svizzera Italiana", che trasmise il primo episodio il 22 gennaio 1968!



Tra l'altro sarebbe da avvisare Wikipedia, che riporta un ventennale "anni 60/70" con emittente Rai:

Il doppiaggio svizzero italico era il medesimo di quello presente in questi cofanetti DVD, che è lo stresso che ricordo di aver seguito io da bambino in tv?
Non credo proprio
Lo ipotizzo perché nelle 70 puntate delle due stagione ho trovato una chicca che immagino nessuno ricordasse più, che colloca il doppiaggio, almeno del 22esimo episodio della seconda stagione, dopo il 4 aprile 1978  ^_^

Ho trovato una seconda trasmissione del telefilm dal primo ottobre 1977 su "Telemontecarlo" (TMC), cosa che tornerebbe con i miei ricordi, ma anche in questo caso si tratterebbe, al massimo della prima stagione, non del 22esimo episodio della seconda stagione?
Perché?
Perché il nonno, incitando Herman, grida:
"VAI! GOLDRAKE VAI!"    ^_^


          


Queste sono le scoperte senza alcun reale valore che mi mandano in sollucchero   :]
Qui ci sarebbe da fare tutto un ragionamento, che va ben oltre le mie capacità, sul fatto che un bambino del post aprile 1978 guardasse un telefilm statunitense del 1966 in cui veniva citato un robottone giapponese del 1975.
Il massimo del massimo del fuori contesto   ^_^
C'è un altro aspetto che mi ha impressionato e che assolutamente non ricordavo, le parolacce inserite dall'adattamento italico in un telefilm per bambini/ragazzini!
Non saranno numericamente molte, ma sono sorprendenti per essere totalmente incongruenti con i dialoghi, parrebbero quasi uno scherzo dei doppiatori fatto di nascosto dalla produzione.
Ogni parolaccia si poteva sostituire con una parola normale che esprimesse il medesimo concetto, cioè quello che, tranne in una occasione (mi pare). è riportato nei sottotitoli.
Quello delle parolacce è un aspetto assai curioso che non troverà mai spiegazione, visto che siamo nel 2024 e probabilmente tutte le persone che si occuparono di quel doppiaggio non ci sono più...


domenica 14 aprile 2024

"La forza di Guerre Stellari", di Ferruccio Giromini - "Andersen, il mondo dell'infanzia" n° 6 gennaio/marzo 1984


Del numero di gennaio/marzo di "Andersen, il mondo dell'infanzia" avevo già postato (link post 3 marzo 2024) l'articolo sui videogiochi, ma nella medesima rivista era presente anche uno scritto su "Guerre Stellari" (non "Star Wars", ma "GUERRE STELLARI"), lo si legge anche in copertina, quindi colmo la lacuna informativa  ^_^
L'articolo è su "Il ritorno dello Jedi", il terzo film cronologico della saga, numero VI dell'universo filmico infinito di Lucas, e pure l'estensore dello scritto si accorse che questa era "la saga cinematografica più lunga, articolata e ricca della storia".
E' curioso che si riporti che con questo film si concludeva la seconda parte di un totale di quattro della saga, solo che noi ad oggi (primavera 2024) abbiamo visto la prima parte ed anche la terza, ma della misteriosa quarta parte nulla ancora si conosce.
Da notare che, come spesso accadeva, i nomi dei personaggi non erano quelli del doppiaggio italico, che quindi gli spettatori dello stivale conoscevano, ma quelli originali statunitensi, e se la cosa poteva avere un minimo di senso per le anteprime di "Guerre Stellari" nel 1977, lo aveva molto di meno per "Il ritorno dello Jedi" nel 1984:


"Ma riuscirà George Lucas a portare a termine questi suoi ambiziosi progetti?"
Non so, secondo me no, ma per sua scelta...

L'autore trova alcuni spunti che mi sono parsi abbastanza originali, come quello che avvicina esteticamente l'Imperatore "ad un noto nemico del Dottor Strange". Non sono ferratissimo sui nemici del mago delle arti oscure, quindi ho qualche dubbio sull'individuazione del personaggio Marvel del 1984.
Mentre dissento  sull'equiparazione tra Jabba e il Brucaliffo, solo perché entrambi fumano... mi pare un po' tirata per le orecchie...
Forse l'autore si fece prendere un po' la mano nel voler mostrare al lettore similitudini grafiche e narrative tra i personaggi del terzo film ed altri personaggi di fantasia. Sarebbe stato utile e sensato inserire nell'articolo anche le immagini o disegni dei personaggi citati, tanto per farsene un'idea.
C'è da dire che oggi il citazionismo nei film di azione/fantascienza/fumetti abbondano, e forse tra i primi ad introdurli ci fu Lucas, come fa notare l'autore, solo che noi bambini non li potevamo cogliere, come oggi non possono le nuove generazioni.
Sul finale non c'è nulla da eccepire:
"La storia ha avuto inizio sei anni fa, con protagonisti giovani e scattanti sui cui volti oggi leggiamo già le prime rughe.
Invecchiano Mark Hamil, Carrie Fisher, Harrison Ford; 
invecchiano Luke, Leia, Han Solo; 
invecchia Lucas; 
invecchiamo noi."

Aggiungo, con somma tristezza, che non solo invecchiamo, ma alcuni degli amici ed amiche con cui condividevamo l'universo di "Guerre Stellari", talvolta fin da bambini, in questi anni sono venuti a mancare, e con loro non potremo più condividere la quarta futuribile parte della saga.
Senza di loro non sarà comunque la stessa cosa vedere i nuovi film o qualsiasi altro materiale di "Guerre Stellari".


mercoledì 10 aprile 2024

"Un pirata spaziale sbarcava in Italia 45 anni fa: era Capitan Harlock, eroi degli irregolari" - "La Stampa" 9 aprile 2024: molto bene, ma non del tutto benissimo ^_^





Ieri sul sito de "La Stampa" è comparso un articolo commemorativo per i 45 anni di Capitan Harlock, dal 9 aprile 1979 al 9 aprile 2024. 
Non che abbia fatto un controllo sulle home page dei quotidiani on line, ma mi pare che l'anniversario sia passato abbastanza inosservato. Quindi fa sempre molto piacere che gli organi di stampa nazionali, in particolari quelli autorevoli come "La Stampa", dedichino dello spazio ai nostri "cartoni animati giapponesi.
Solo chi visse la prima visione del pirata spaziale può capire quanto quel personaggio ci colpì. Di certo la serie era un po' ostica per il medesimo bambino che era impazzito per "Atlas Ufo Robot", più abbordabile come contenuti, e forse "Capita Harlock" non godette del successo (anche commerciale) di altre serie nipponiche, ma ciò non toglie che il suo personaggio si fissò nella nostra memoria e nei nostri cuori.
Quindi ritrovarlo omaggiato su la home page de "La Stampa" mi ha fatto piacere  :]
L'articolo è a firma Roberto Pavanello, che ha il suo focus sulla musica, e da quello che ho capito, dato che in merito io sono abbastanza ignorante, conosce bene l'argomento musicale:

Posso immaginare che, al momento di assegnare i pezzi da scrivere durante la riunione redazionale, il giornalista si sia offerto per il pezzo su Harlock, che magari da bambino adorava, il risultato finale non è che sia brutto, ma mi ha molto colpito un breve passaggio, in cui si può leggere:
"Purtroppo, come spesso accadeva in quegli anni, i 42 episodi vennero MASSACRATI da tagli che resero non facilissima la comprensione di chi stava davanti al televisore..."




"Capitan Harlock" è stata una delle serie che ho recuperato da adulto, nella versione dei DVD originali "Yamato Video", seppur questa mia ri-visione è avvenuta un paio di decenni fa, non ho memoria che i 42 episodi (quindi tutti!) vennero MASSACRATI da tagli... 
Furono operati dei tagli alla "Mazinga Z", per accorciare di qualche secondo alcuni episodi. In qualche occasione furono eliminate le scene degli omicidi di alcuni personaggi, ma solo la scena dell'uccisione materiale, non veniva eliminato l'omicidio, il bambino capiva che il personaggio era stato ucciso, semplicemente non vedeva il momento dell'uccisione.
Da ricordare che le mazoniane erano spesso un po' discinte, e non furono censurate. Come relativamente poco fu censurato l'aspetto di critica al potere politico, che rendeva ebete il popolo attraverso delle onde tranquillizzanti emesse dai televisori!!!
Quindi la serie fu di "non facilissima comprensione per chi stava davanti al televisore" non a causa di qualche taglietto o leggera omissione, ma proprio perché il target non era lo stesso di Goldrake, sia come età che che contenuti. Senza contare che i singoli episodi potevano contenere svariati minuti di dialoghi o contemplazione dello spazio siderale e nessun combattimento, aspetto che un po' ci deludeva.
Ammetto che in qualche occasione durante la mia visione da adulto di Harlock mi sono un po' annoiato, figuriamoci da bambino!   ^_^
Pare che il gruppo de "La Stampa" stia dando spazio sia ai vecchi "cartoni animati giapponesi" che ai nuovi "anime", cosa che fa piacere, ma forse dovrebbero fare uno sforzo ulteriore per fare articoli ancor più accurati:

Altrimenti i lettori non fissati con l'animazione giapponese penseranno, dopo aver letto i loro articoli, che "Capitan Harlock" nella sua prima trasmissione sulla Rai del 9 aprile 1979 fu "massacrato da tagli" e che "GLI" anime si scriva "LE" anime   ^_^

Mi auguro che in futuro la redazione de "La Stampa" cerchi qualche fonte saggistica per preparare gli articoli su manga ed anime vecchi e nuovi, non solo Wikipedia ("Quasi tutti gli episodi subirono dei tagli prima del doppiaggio"), volendo il materiale non mancherebbe:

Saggistica anime

Saggistica Manga

E nello specifico sul pirata spaziale qualche info l'ho messa qui sul blog:

Capitan Harlock


lunedì 8 aprile 2024

"Gioco dell'oro nero, gioco della ricerca del petrolio" - Cicogna (1965?)



La datazione del gioco non è certa, sul web ho trovato l'anno 1965, ma in entrambe le edizione del "Dizionario dei giochi in scatola" (1° ed. - 2° ed.) è datato con un molto approssimativo anni 70.
La cosa ha una sua importanza, perché se la creazione del gioco fosse avvenuta nella metà degli anni 70, sarebbe stata forse causata dalla crisi energetica del 1973, mentre se fosse stato messo in commercio nel 1965, oltre ad essere forse il primo gioco in scatola a tema petrolifero, non avrebbe alcun nesso con i fatti geopolitici del 1973.
Purtroppo nella confezione non è presente alcuna datazione, anche se dalla grafica esterna ed interna parrebbe più un gioco anni 60 che anni 70.
Inoltre negli anni 70, cioè quando ero bambino, questo gioco non l'ho mai visto in cortile o sui cataloghi di giocattoli o in pubblicità cartacee sui Topolino, quindi propenderei per una datazione anni 60.
Di norma non compro giochi a cui non ho giocato oppure incompleti, ma questo mi interessava per la tematica.
Potrebbe essere il primo gioco in scatola petrolifero, in quanto gli altri tre sono di metà anni 70 (post 1973):



Mentre "Petropolis" è fondamentalmente un "Monopoli" a tema petrolifero, "Oro Nero" e "Petrol" puntarono sull'aspetto ludico di estrarre il petrolio dai giacimenti, cercando di presentare dei meccanismi che simulavano l'estrazione del petrolio. Di certo quello magnetico di "Petrol" è più bello ed ingegnoso rispetto a quello di "Oro Nero".
Anche "Il gioco dell'oro nero" della Cicogna si basa su un meccanismo simulativo dell'estrazione del petrolio, non è bello come quello ideato dalla Clementoni, ma è migliore di quello della "Editrice Giochi".


La dotazione è mediamente cospicua, il tabellone è ospitato dalla scatola, in quanto nella parte sottostante c'è la griglia in cartone per ospitare le biglie.
Le biglie sono chiaramente old style  ^_^
Purtroppo le regole non riportano con precisione la dotazione numerica dei pezzi, ma qualcosa nella mia confezione manca, tipo le bandierine nere.



Sotto al tabellone di gioco, sollevabile grazie ai due nastrini rossi posti ai lati, è presente una griglia di cartone in cui andavo riposte le biglie, la confezione si sarebbe dovuta richiudere ed agitata per mischiare la posizione delle sfere di vetro. 
Lo scopo delle biglie era quello di simulare la presenza o meno di un giacimento, ovviamente dove c'era una biglia la trivella non arrivava fino a fine del tabellone, segnale che la perforazione non aveva riscontrato un giacimento petrolifero, mentre se la trivella restava sollevata si era in presenza del petrolio.
Forse una trovata basilare, ma efficace, specialmente perché era presente l'effetto sorpresa.

sabato 6 aprile 2024

Prima trasmissione in Italia di Star Trek a marzo 1973 sulla Televisione Maltese



Non so bene perché ci sia questa fissa di datare la prima trasmissione di un film,  telefilm o una serie animata passati in televisione, ma stante che questa tipologia di disagio cronologico televisivo esiste, mi adeguo, di nuovo  ^_^
Stavolta non tocca al Danguard oppure a Jeeg e men che meno a "Kimba il leone bianco", ma a "Star Trek".
E' graniticamente acquisito che la prima trasmissione della serie classica di "Star Trek" sia avvenuta in Italia grazie a "Teelemontecarlo" (detta anche TMC), che la mise in onda martedì primo maggio 1979 con il titolo un po' fuorviante di "Destinazione Cosmo". 
Tanto che è riportato su Wikipedia, come si può vedere nell'immagine qui sopra e cliccare qui sotto:


L'indispensabile "Radiocorriere TV" ci viene come sempre in aiuto, confermando che martedì 24 aprile 1979 su "Telemontecarlo" alle 22:30 non era trasmesso Star Trek, mentre la settimana successiva martedì primo maggio al medesimo orario c'è "Destinazione Cosmo". Nel caso ci fossero dubbi su quale fosse il titolo corretto di questo telefilm, basta leggere il palinsesto della settimana successiva martedì 8 maggio, per trovarci che uno degli attori era William Shatner.
Nel caso in cui qualcuno (più giovane) dubiti che il "Destinazione Cosmo" trasmesso da "TMC" fosse "Star Trek, più sotto inserisco due scan di due differenti "Telesette" in cui oltre al titolo del telefilm e all'emittente, ci sono le immagini degli attori.

Scrivo spesso che "cercando cose, si trovano altre cose" ed anche questa volta la regola mi viene confermata. Infatti facendo ulteriori ricerche sul quotidiano "La Sicilia" inerenti i cartoni animati giapponesi, ho provato ad allargare il periodo temporale, trovando qualche articolo in più sugli anime, ma anche questa piccola grande informazione su "Star Trek".


Come nel nord Italia si captavano le emittenti straniere della "Svizzera Italiana", di "Kopper Capodistria" ed ovviamente di "Telemontecarlo", che prima dell'avvento delle tv private locali erano le uniche alternative ai due canali Rai, in Sicilia si captava un'altra emittente straniera, quella di Malta.
Se sono valide le trasmissioni extra italiche a nord, penso che valgano anche quelle extra italiche a sud, in fondo si passerebbe dalla prima trasmissione di "Star Trek" da una emittente straniera nel 1979 ad un'altra emittente straniera nel 1973.
Solo che sei (!) anni di anticipo non sono pochi!
Si può inoltre notare che la "televisione maltese" trasmise "Star Trek" con il suo titolo corretto e ad un orario più accessibile, inoltre l'unico titolo dell'episodio da me riesumato è più o meno quello di una puntata reale della serie:
"Le avventure di Miri", che in originale era solo "Miri".

martedì 2 aprile 2024

"Raccolta Eroi 200" e "Raccolta Supereroi" della "Editoriale Corno" Marvel


C'erano due testate della "Editoriale Corno" che contemporaneamente mi affascinavano e mi innervosivano:
"Raccolta Eroi 200" e "Raccolta Supereroi".

Queste due testate mi affascinavano per le copertine anomale, prese da tavole singole di varie storie, e per il poter leggere i fumetti di ben tre numeri in un colpo solo.
Mi innervosivano perché non sempre i tre numeri erano cronologici e qualche volta neppure della medesima testata... quindi ti ritrovavi a non sapere mai come la storia era iniziata e come sarebbe finita.
In realtà questo aspetto mi ha accompagnato per tutta la mia infanzia Marvel, in quanto raramente riuscivo a comprare con regolarità le testate. A memoria successe con "L'Uomo Ragno Gigante" e con i "F4 Gigante", le altre testate che mi piacevano le compravo un po' random, motivo per cui in questi anni ho ripreso sia dei volumi rilegati della "Editoriale Corno" che nuovi volumi della Panini.
Ad un mercatino ho recuperato uno scatolone di queste due testate delle "Raccolte Marvel  della Editoriale Corno", non aveva molto senso portarmele a casa per gli aspetti che mi innervosivano citati sopra, ma hanno prevalso gli aspetti che mi affascinavano, sempre di cui sopra  ^_^
Tra l'altro quattro numeri presentavano ancora i poster/adesivi allegati (due numeri con i poster e due numeri con gli adesivi), benché nel mucchione speravo di trovarne di più.
Alla fine mi è parso giusto onorare e testimoniare queste due testate con un bel post, che non ha, ovviamente, la pretesa di essere esaustivo, in quanto i numeri sono abbastanza random (in pratica numeri random di testate random...).
Per una trattazione più esauriente di questo post consiglio di consultare un sito che ho scoperto si occupa proprio delle  raccolte Marvel Corno:

Un aspetto che può colpire è l'incremento del prezzo, tanto per ricordare che il tasso d'inflazione che abbiamo vissuto in questi ultimi tempi, dopo anni ed anni in cui era pressoché zero, non è stato nulla rispetto a quello degli anni 70 ed 80.
Si potrà subito notare come il prezzo partica da 400 lire (1975) per approdare, nel giro di qualche anno, a 1000 lire (1982).
Ho inserito i numeri in base al supereroe principale della testata, e poi ho cercato di seguire un minimo di ordine cronologico, cosa anche ardua.
I fumetti non sono perfetti, hanno subito l'incedere del tempo, ma nella quasi totalità sono completi.

Per primi ho inserito i quattro numeri con poster ed adesivi, poi riprendo con i F4, Thor, L'Uomo Ragno, Capitan America, Hulk, Kamandi, Conan, Devil (un numero) ed infine due numeri senza nome del supereroe di riferimento.
In totale 60 numeri.
Dato che scannerizzare le copertine interne di ogni raccolta rischiava di frantumare la cordonatura del volumetto, ho utilizzato le guide Mencaroni per mostrare quali singoli numeri sono contenuti in ogni volume raccolta:


Ergo ad ogni copertina della "Editoriale Corno" seguirà una scan Mencaroni, in un paio di casi ho inserito degli articoli della redazione, in quanto l'argomento mi pareva interessante.
Ho aggiunti su ogni copertina la data presente nell'ultima pagina.




Le guide Mencaroni comprendono  anche la presenza di poste ed adesivi, li ho inseriti nei quattro casi in cui ne sono in possesso.

lunedì 1 aprile 2024

Fuori dal cono d'ombra, storie di donne fra l'Italia e il Giappone




TITOLO: Fuori dal cono d'ombra, storie di donne fra l'Italia e il Giappone
AUTORE: vari
CASA EDITRICE: Lindau
PAGINE: 205
COSTO: 19
ANNO: 2024
FORMATO: 21 cm X 14 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788833539928



Comprato appena uscito, letto con colpevole ritardo: bello.

Il saggio riporta dodici biografie di donne italiane e giapponesi che in vari modi e in periodi differenti hanno contribuito a creare o rinsaldare un legame tra Italia e Giappone e viceversa.
In alcuni casi la loro opera è sconosciuta, anche a chi, come me, si interessa al Giappone, in altri casi sono donne conosciute, per questo motivo, forse, non tutte sarebbero "nel cono d'ombra" e quindi non ci sarebbe stato bisogno di tirale "fuori dal cono d'ombra", come Banana Yoshimoto e Rumiko Takahashi.
E' anche vero che questa mia valutazione nasce da un minimo di conoscenza del Giappone, un lettore/lettrice occasionale a digiuno del mondo nipponico, forse potrebbe non sapere neppure di questi due personaggi.
Le dodici brevi biografie sono sulle seguenti donne:
Matilde Sallier de La Tour (1827-1894);
Tama Eleonora Kiyohara Ragusa (1861-1939);
Kawakami Sadayakko (1871-1946)
Oyama Hisako (1870-1955);
Miura Tamaki (1884-1946);
Angelina Fatta baronessa di Villaurea (1870-?) e Maria Albertina Loschi (1888?-1963);
Giuliana Stramigioli (1914-1988);
Topazia Alliata (1913-2015);
Jenny Banti Pereira (1924-2015);
Atsuko Suga in Riccia (1929-1998);
Banana Yoshimoto;
Takahashi Rumiko.

Talvolta (o più spesso di talvolta) posto cose che non capisco bene neppure io perché lo faccia, per esempio vecchi libri con tematica Giappone:

Oppure metto completamente un libro molto più vecchio, come "Spedizione in Giappone" di Pietro Savio pubblicato nel 1896, in cui si parla anche di Matilde Sallier de La Tour!  ^_^
Tama Eleonora Kiyohara Ragusa fu una pittrice che, tra le prime, fece conoscere lo stile giapponese all'Italia e viceversa, visse in Italia sposata ad un italiano, non conoscevo la sua storia.
Kawakami Sadayakko fu un'attrice che divulgò canti e danze nipponiche in Occidente, ovviamente neppure di lei conoscevo nulla.
Oyama Hisako fu colei che permise a Giacomo Puccini di conoscere a capire le musiche popolari nipponiche affinché il compositore le potesse inserire nella sua "Madama Butterfly".
Miura Tamaki fu un'attrice, che più di ogni altra, impersonò la protagonista di "Madama Butterfly", conobbe e frequentò anche Puccini.
Questo personaggio è trattato anche nel bel libro "Sotto l'ombrello a Tokyo" di Maria Teresi Orsi e Fabio Sebastiano Tana, che (di nuovo) colpevolmente sto leggendo assai a rilento (non perché sia brutto, anzi, ma perché è un periodo in cui fatico a concentrarmi sulla lettura).
Angelina Fatta baronessa di Villaurea e Maria Albertina Loschi furono due viaggiatrici che si recarono in Giappone in epoca lontana e ci lasciarono delle testimonianze scritte del loro viaggio. All'epoca era raro sia che fossero delle donne a viaggiare fino in Giappone sia che ne tenessero un diario.
Giuliana Stramigioli studiò e si occupò di cultura nipponica da prima della guerra a dopo di essa, sia in Giappone che in Italia. Probabilmente in qualche rivista anni 30 e 40 in mio possesso o già pubblicata (vedere il primo link più sopra) ci sarà qualche suo scritto. 
In realtà di Topazia Alliata conoscevo la storia, in quanto era la moglie di Fosco Maraini, il coraggio e le capacità intellettuali dimostrate da questa donna (ed in generale dai membri di questa famiglia) mi hanno sempre affascinato.
A Jenny Banti Pereira va ascritto il merito di aver introdotto l'ikebana in Italia, non comprendendo la tematica, mi era del tutto sconosciuta.
Essendo ignorante in letteratura giapponese (e pure in quelle delle altre nazionalità) non conoscevo l'importante figura di Atsuko Suga (in Riccia), traduttrice e scrittrice, grazie al libro ho colmato la mia lacuna.
Banana Yoshimoto è l'unica scrittrice nipponica a cui ho cercato di avvicinarmi, leggendo quattro suoi romanzi (Kitchen, Honeymoon, Lucertola, Sonno Profondo), ma per le lacune di cui sopra, non sono riuscito ad apprezzarla come immagino meriterebbe. A mia parziale discolpa c'è da dire che, con il lavoro che faccio, ad un certo punto ho dovuto man mano selezionare una nicchia di tipologia di scritti da leggere, altrimenti non sarei più riuscito a leggere nulla...   >_<
L'ultimo scritto ci illustra le opere fumettistiche di Rumiko Takahashi, che noi fan di anime e manga diamo per scontato si debbano conoscere, ma il pubblico più ampio a cui è destinato il libro, invece, potrebbero ignorare.

Alla fine del saggio sono presenti alcune fonti bibliografiche per eventualmente approfondire le figure delle dodici donne soggetto dello scritto.

sabato 30 marzo 2024

Il sovversivo di corte



TITOLO: Il sovversivo di corte
AUTORE: Orio Caldiron
CASA EDITRICE: S. F. Flaccovio Editore
PAGINE: 352
COSTO: basso
ANNO: 1981
FORMATO: 24 cm X 16 cm
REPERIBILITA': on line
CODICE ISBN: 



In questa mia ricerca di "pre-saggistica" sugli anime fino ai primi anni 90 si possono notare scritti di varie tipologie:
saggio che non trattava espressamente di animazione, ma che tirò in ballo lo stesso i cartoni animati giapponesi;
saggistica sul cinema d'animazione;
saggistica sui media;
saggistica sull'educazione dei bambini;
saggistica sul cinema in generale, magari quello fantascientifico;
saggistica sul fumetto.

Infine, come nel caso di questo libro e di "Testimone a Coblenza", uno scritto che conteneva più articoli di un giornalista, che nel caso di Orio Caldiron si occupava di critica cinematografica.
Quindi l'articolo che tratta (più o meno approfonditamente o più o meno a latere) dei cartoni animati giapponesi era apparso precedentemente sulla carta stampata, in questo caso su "Rivista del cinematografo":

Ovviamente faccio riferimento al link sopra per la recensione del pezzo, che è identco a quello presente in questo libro.
E' questo, quindi, un post di mera ripetizione, ma non potevo evitare di postare un saggio che aveva in copertina il disegno di Goldrake   ^_^
L'autore tratta tantissimi personaggi importanti di cinema e televisione e molti generi cinematografici e televisivi, ma Goldrake è il personaggio in primo piano in copertina ed è l'unico a colori!
Tra i personaggi disegnati in bianco e nero in copertina sono riconoscibili di certo Totò e mi pare De Sica, sugli altri ho qualche dubbio, forse Sordi?
Resta che venne scelto Goldrake come il simbolo che ben impersonava "il sovversivo di corte", cioè il titolo del libro.
Da considera due fattori:
il primo è che, come si può leggere nella recensione dell'articolo presente in "Rivista del cinematografo", Goldrake era presente nel titolo ed in un paio di punti dello scritto, ma non ne era il soggetto;
il libro venne pubblicato nel 1981, quindi in una fase di inizio discesa della popolarità mediatica degli anime robotici.

Nonostante ciò, e ad emblema di quanto questi "cartoni animati giapponesi" colpirono bambini e spesso anche gli adulti, il nostro Goldrake campeggia in copertina  :]

Con questo libro ho postato ben 39 titoli che tra gli anni 60 e i primi anni 90 trattarono a vario titolo dell'animazione nipponica e/o dei manga in Italia, una bella bibliografia per chi, magari, vorrà scrivere un bel saggio sul tema. 
Sarebbe gradita una citazione per il lavoro "cotto e mangiato" già fatto   ^_^






mercoledì 27 marzo 2024

"Va', Goldrake, Va'" di Orio Caldiron - "Rivista del Cinematografo" dicembre 1978



Perché negli anni 60 e fino alla metà degli anni 70 la Rai fece fare anticamera alla fantascienza o S.F.?
E' il quesito che si pone Orio Caldiron, ma non manca di dare seguito alla sua domanda, e la risposta la si può tranquillamente attualizzare al successo di oggi dell'animazione giapponese:
come negli anni 60/70 alla Rai i funzionari dei palinsesti non consideravano la "Science Fiction" una tematica da divulgare sulla televisione pubblica, e solo con una nuova generazione di dirigenti questo pregiudizio cadde (vedi Nicoletta Artom e Sergio Trinchero, per esempio). In seguito i "cartoni animati giapponesi" (ma anche i supereroi statunitensi) hanno dovuto attendere che le nuove generazioni (gli ex bambini che erano davanti alla tv a vedere Goldrake)  entrassero nella stanza dei bottoni per non considerarli più solo programmi per bambini (ebeti...).

L'autore ammette di avere le sue colpe se la fantascienza in Italia non è stata considerata  prima della metà degli anni 70, perché anche lui, pur con qualche eccezione riportata nell'articolo, si comportò come i funzionari Rai e tanti critici cinematografici e televisivi, che snobbavano la "Science Fiction".

Ovviamente lo scritto illustra l'argomento molto di più di quanto io lo abbia riassunto, ma il punto finale mi è parso proprio quello, il tutto dal punto di vista di un appassionato di S.F. del 1978.
Si noterà che "Goldrake", in realtà, è tirato in ballo marginalmente, più che altro come emblema delle nuove generazioni (noi ex bambini del 1978) che si erano appassionate a nuovi programmi di "Science Fiction", ma questo usare i personaggi dei "cartoni animati giapponesi" come pietra di paragone (positiva o negativa che fosse) ai tempi era l'emblema del loro successo.

Un aspetto che mi ha colpito è che l'autore, per una sua prima idea di stesura di questo articolo sulla fantascienza televisiva in Italia, passò in rassegna i numeri del "Radiocorriere TV" per documentarsi meglio, un po' come ho iniziato a fare io qualche decennio dopo  ^_^

In apertura di articolo si cita la serie di telefilm "Scienza e fantasia (Science Fiction Theatre)", trasmessa dalla Rai nel 1958, purtroppo non ho trovato video del doppiaggio italico dei tempi, ma c'è la versione in inglese dell'introduzione e della chiusura di una puntata.

           


Ovvio che telefilm come "Ufo Shado" e "Spazio 1999" colpirono adulti e non molto di più di un telefilm della fattura che si può ipotizzare dal filmato qui sopra.
Benché Goldrake e i "cartoni animati giapponesi" non siano per nulla il soggetto principale dell'articolo, ma io debbo obbligatoriamente "riesumarli" nel momento in cui contengono il sacro nome del primo robottone televisivo, lo scritto l'ho trovato interessante, e mi ha permesso di trovare pure altro materiale interessante  ^_^
Tra i tanti nomi citati c'è anche quello di Pietro Zanotto
Per il resto non posso che augurare buona lettura  :]

giovedì 21 marzo 2024

Catalogo Generale Mondadori Giochi 1980


Erano parecchi mesi che non postavo un catalogo di giocattoli, rimedio con quello generale della "Mondadori Giochi" di una annata in cui i cartoni animati giapponesi andavano ancora forte nel merchandising, ergo anche nei giochi in scatola: il 1980.

La "Mondadori Giochi" puntò su un paio di serie robotiche giapponesi trasmesse dalle tv private locali, Danguard e il Grande Mazinga, quindi non dalla corazzata rete pubblica nazionale Rai, immagino anche per una questione di costi minori per rilevarne i diritti.
L'altro gioco in scatola con ispirazione nipponica animata sarebbe stato teoricamente il lungometraggio Toei su Remi del 1970, ma il suo sfruttamento fu molto parziale, in pratica solo nel nome.
 Una delle particolarità dei giochi in scatola identificati come "Novità" per il 1980 fu la presenza del "calcolatore elettronico" inserito nella dinamica di gioco, lo possedevano uno dei due giochi de "Il Grande Mazinga", "Attacco Navale Elettronico" e "Battaglia fra i Pianeti Elettronica".
La seconda parte del catalogo è dedicata ai "giochi educativi e per il tempo libero", in cui risaltano, dimostrando un palese tentativo di spingere un asset della Mondadori i giochi targati Disney.
Questa scelta della "Mondadori Giochi" di etichettarli come "giochi educativi e per il tempo libero" dimostra quanto la Disney fosse considerata positiva dagli adulti, a differenza dei "cartoni animati giapponesi", che erano i cartoni diseducativi per antonomasia, ergo anche il loro merchandising era tossico, mentre la Disney faceva spendere soldi ai nostri genitori per farci del bene...
Si noterà che la quasi totalità di questi "giochi educativi e per il tempo libero", compresi quelli targati Disney, erano di matrice transalpina, nel senso che le confezioni erano in francese!
Spero almeno che al loro interno avessero inserito delle istruzioni in italiano...
Da ricordare che negli anni 70 i giochi in scatola della Disney in Italia erano creati e distribuiti dalla Clementoni (con disegni sulla confezioni a dir poco stupendi):

Faceva eccezione il gioco in scatola che veniva inviato agli abbonati di "Topolino", cioè "Paperopoli il grande gioco degli affari d'oro"


Forse il testo presente in seconda pagina esagerò un pelino le capacità dei creativi Mondadori, in quanto i bambini non li conoscevano benissimo, visto che i giochi in scatola degli anime robotici nipponici a cui si ispirano avevano uno scarso nesso con le serie animate... 
Per esempio l'auto incensatura leggibile qui sopra viene smentita immediatamente dal gioco del "Grande Mazinga" in mio possesso e da quello del Danguard. 
Totalmente campati in aria rispetto alle trame dei due anime robotici...
Basterà leggersi le due recensioni linkate più sotto.
Da sottolineare che, benché poco visibile, oltre ai bambini i giochi in scatola vengono indirizzati agli adulti:
"... le esigenze di bambini ed adulti".

martedì 19 marzo 2024

Anime Cult - Immagini, ricordi e collezioni dal Sol Levante (n° 17)



Come al solito il numero di "Anime Cult" punta sulle interviste, numerose ed interessanti:
Emanuela Pacotto (doppiatrice);
Andrea Romoli (fumettista ed illustratore);
Elena Zanzi (editor Planet Manga);
Marina Morra (presentatrice);
Goro Miyazaki (regista);
Massimo Luca (autore di sigle).

Mi corre l'obbligo di annotare che, questa volta, l'intervista all'autore nipponico strillata in copertina è stata fatta dalla redazione (Luca Raffaelli), inoltre mi ha sorpreso l'intervista ad Andrea Romoli, non perché non la meriti, ma perché nel numero di maggio 2023 di "Nippon Shock Magazine", era già stato sentito da "NSM" (ed io l'ho scoperto grazie a loro). Non che ciò impedisca di reintervistarlo, mi ha solo sorpreso, tra l'altro, rispetto all'intervista di luglio, viene trattato un tema nuovo, le problematiche legali tra l'autore e la casa editrice italica, che fece un accordo con la "Nippon Animation" per fare una serie animata da un suo fumetto, senza informarlo...
Quindi si possono leggere cose già lette in "NSM" ed altre no.
La copertina e il dossier di questo numero della rivista è dedicata a Lamù, a cui, sempre "NSM" aveva già dedicato copertina e dossier:

Di nuovo, non che questo vieti a chicchessia di trattare per l'eternità l'argomento, ma forse dovrebbe far riflettere entrambe le redazioni sul fare un minimo di sforzo per non ritrattare i medesimi argomenti in un arco temporale troppo stretto. Per me otto mesi è un arco temporale troppo stretto... mio punto di vista.