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domenica 29 giugno 2014

Catalogo giocattoli Standa - Natale 1979



I vecchi cataloghi di giocattoli sono a mio avviso un buon modo per ripercorrere il cambiamento che subì l'immaginario dei bambini nel periodo tra la fine degli anni 70 ai primi anni dell'80, anche in virtù della scossa che i "cartoni animati giapponesi" diedero all'industria del giocattolo nostrana. In realtà, più che una scossa, la florida industria italiana del giocattolo subì un vero tracollo. I nuovi giocattoli ispirati agli eroi nipponici e i primi videogiochi elettronici colsero gli imprenditori italiani alla sprovvista, e molte gloriose aziende iniziarono una lenta china verso il fallimento, il cui emblema fu, a mio parere, quello della lombarda Atlantic.
Altro motivo che mi spinge a collezionari questi cataloghi è che costa molto meno che reperire anche solo in minima parte i giocattoli veri ivi mostrati.
E poi il "questo ce l'avevo anch'io!" è sempre un bel ricordo che riaffiora con piacere.
Nel Natale del 1979 eravamo in pieno boom Goldrake, ed a fianco dei classici bambolotti e macchinine si vedevano i primi giochi ispirati agli eroi degli anime, qualche volta in anticipo rispetto alla serie che ancora non era neppure trasmessa in televisione. Questo perchè bisognava sfruttare in fretta la nuova gallina nipponica dalle uova d'oro, infatti sono numerosi gli articoli riguardanti i "cartoni animati giapponesi", non solo Goldrake, ma anche Capitan Harlock, Remì e l'intramontabile Heidi.
Più commovente di tutto il resto è il prezzo di ogni giocattolo, diligentemente riportato per ogni articolo, e se una statuina del Presepe costava intorno alle mille lire, un robottone arrivava a 20 mila lire, quindi un prezzo non economicissimo. Per fortuna a pagina tre del catalogo, come è riportato nell'angolino inferiore destro, ci sono due buoni sconto da 1000 e da 5000 lire T_T






Molte delle statuine del mio Presepe, che conservo gelosamente e che sfuggirono all'orgia pattumerica di quando si diventa grandi(?), probabilmente perchè avevano un valore religioso e quindi non si potevano buttare, provengono dalla Standa. In parte è un mio vivido ricordo la loro scelta ed acquisto al supermercato del gruppo Montedison, in parte le statuine di questo catalogo sono le stesse che ho a casa dei miei genitori.




Le bambole erano tra quei prodotti in cui eravamo leader in Europa, tantissime le aziende lombarde che le costruivano. Come ricordo personale posso dire che la prima azienda in cui lavorai produceva in origine (non più quando veni assunti io) articoli per le bambole, in special modo la voce che pronucniava l'inquitante "ma-m-m-mma", che si sentiva provenire dal loro interno quando venivano mosse.













E' un po' spaventevole, da film horror, che la bambina tra le due bambole giganti quasi si fatichi a riconocerla come umana, non so se per merito della pregevole fattura delle bambole oppure...





Da notare un poco politically correct "Cicciobello Angelo Negro"...




Chi in cortile (o i più sfortunati che avevano una sorella...) non ha dovuto subire le molestie delle bambine che volevano giocare ai giochi coi numeri 3, 6 e 7?










Barbie e Big Jim hanno, stranamente, hanno uno spazio assai ristretto, però l'elicottero di Big Jim era una vera figata colossale!







Potrà sembrare impossibile a chi non frequenta le fiere del giocattolo usato, ma gli articoli qui sotto talvolta hanno quotazioni da nababbi.










Quello appeso alla corda temo sia un Monciccì... che appeso alla corda è proprio il suo posto, ma la corda dovrebbe cingere il suo delicato collo.




 Mentre la Lego è ancora ben presente nei negozi di giocattoli i trenini sono un gioco scomparso.








 La Polistil è un'altra di quelle grande aziende di giocattoli che ci siamo persi per strada.




Ed ecco quello che, per i miei gusti personali, è il pezzo forte del catalogo: tantissimi robottoni!
Come accennavo sopra alcuni di questi robottoni erano di serie che ancora non erano state trasmesse: Daitarn III; Mechander Robot; Jet Robot.
Addirittura si vede un Reideen in versione Jumbo, ed il Reideen non fu mai trasmesso in Italia.





Uno degli ultimi tentativi della Atlantic per restare sul mercato, ora che i suoi soldatini non erano più tanto richiesti, fu quello di acquistare i diritti di commercializzazione dei personaggi di Goldrake, da produrre sempre in versione soldatini, è il numero 12 del riquadro sottostante.
Il numero 10 mi è sconosciuto, chissà da quale fondo di magazzino taiwanese proveniva...





Il numero 5 è chiamato "Mekanda Robot", il 6 manco è chiamato col suo nome, e si intravede (pessima foto originale...) col numero 8 la simil Arcadia di Capitan Harlock, che mi pare fosse prodotta dalla Polistil.






Io questo ce l'ho ancora! gne gne gne :]




Col numero 7 ci sono il Getta Dragon ed il Getta Rygar, non ho mai capito perché non vendevano anche il Poseidon, anzi, forse lo so.
Quelli col numero 7 dovrebbero essere anch'essi dei prodotti Polistil, che cercava di vendere qualsiasi cosa potesse essere collegata ai robottoni senza pagarne i diritti.




Anche la Reel, che fabbricava macchinine telecomandate o filoguidate, si mise a fare una sua versione di Goldrake.









 Le due action figures di Actarus e Alcor ai tempi non le ho mai viste in giro.





I soldatini western e le armi giocattolo erano ancora un must, ma sarebbero durati poco, la fantascienza incombeva.


Questi soldatini non erano della Atlantic.







Perchè mai un bambino doveva umiliarsi a tal modo?
















La bici rossa che il bambino in ginocchio ammira si chiama "Furia"!
Non era meglio se fosse stata tutta nera?!





Per i più piccini una valanga di bambolotti della serie Remì.





Uno degli articoli che non mancava mai erano gli strumenti musicali giocattolo, altro settore in cui eravamo leader con la Bontempi, ma non solo.




Le bimbe spettegolavano al telefono e i maschietti giocavano al calcio, com'era semplice la divisione dei ruoli nel gioco una volta :]




Il Dribbling della Arcolfalc (il numero 3) era veramente un gran bel gioco, peccato che ci giocavano con una tale foga che talvolta qualcosa si grippava...





Il numero sei, sempre della Arcofalc, nella sua semplicità ci permetteva sfide infinite, anche a più giocatori. Nel mio cortile era stato soprannominato "meolo meolo", un termine semi-onomatopeico dato dal movimento a molla dei calciatori. Se ai mie ex compagni di giochi che ancora frequento parlo del "Calcio Mondial" mi guardano inebetiti, se dico "meolo meolo" il loro cervellino s'illumina subito, dura poco, però s'illumina.







Dell'articolo numero 2, il Microscopio Viewer, non c'è il prezzo, probabilmente non era un prezzo molto popolare.











Altra pagina fighissima!


La recensione del gioco in scatola di Goldrake:
"Atlas Ufo Robot - Goldrake all'attacco" - Giochi Mattel 1978






Il gioco di Capitan Harlock lo si può trovare recensito in questo blog.



Il Festacolor della Harbert Italia, prodotto su licenza di un'azienda statunitense.


 Anche il Visore Mupi, il numero 10 e 11, è stato recensito.







 Potevo farmi mai sfuggire da bambino un gioco come Logic 5?




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