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giovedì 14 maggio 2015

Fenomeno hikikomori in un articolo de "La Stampa" del 27 novembre 1981 - "Molto onorevoli ospiti del Sol Levante" di Alberto Gaino



Che io sappia in Italia sono stati pubblicati sei saggi (non tutti ugualmente validi) sul fenomeno hikikomori:
Non voglio più vivere alla luce del sole, il disgusto per il mondo esterno di una nuova generazione perduta ;
Hikikomori, adolescenti in volontaria reclusione ;
Hikikomori, narrazioni da una porta chiusa ;
Hikikomori e adolescenza, fenomenologia dell'autoreclusione ;
La solitudine liberata, alla ricerca del sé... passando dal Giappone ;
La volontaria reclusione, Italia e Giappone: un legame inquietante ;

Posso sbagliare a ricordare, perchè i libri li ho letti quando sono stati pubblicati, ma a grandi linee in tutti questi saggi il fenomeno hikikomori viene fatto risalire agli anni 80/90. Mentre io ho trovato un articolo del 1981 ("Molto onorevoli ospiti del Sol Levante"), a firma Alberto Gaino, che accenna ad un disagio giovanile, che ancora non era chiamato "hikikomori", ma avente le medesime carateristiche, esistente fin dagli anni 60!
L'articolo in questione verte sulla visita ad un distretto scolastico piemontese di una delegazione di insegnanti giapponesi, ed ha un taglio di cronoca abbastanza allegro, ma ad un certo punto salta fuori questa breve confessione del professro Shiogama sul fenomeno dell'assenteismo scolastico degli studenti giapponesi.
La cosa che dovrebbe far riflettere è che il professore spiega che questo disagio è nato negli anni 60. Dato che oggi  molti danno la colpa del fenomeno hikikomori al web, ai videogiochi, a manga ed anime, perchè causano l'isolamento del giovane, e negli anni 60 il web e i videogiochi non esistevano, mentre manga ed anime non avevano la diffusione che hanno avuto dagli anni 80 in poi, questo implica che le causa di hikikomori sono insite nella società giapponese.
Se il web, i videogiochi, manga ed anime non sono la causa di hikikomori, restano altri fenomeni che negli anni 60 erano già presenti:
ijime (bullismo); la pressione del sistema scolastico con i suoi continui e stressanti esami nozionistici; il conformismo sociale; l'obbligo del rispetto delle gerarchie scolastiche e lavorative; etc etc un po' tutto quello che si può leggere nei saggi sulla società giapponese.
Da notare che il professore giapponese non accenna mai a manga ed anime come causa, anche minima, di questo disagio.
Per quanto l'accenno alla problematica giovanile sia molto breve, il professor Shiogama è abbastanza preciso sui sintomi: isolamento; rifiuto di parlare con genitori, insegnanti ed amici; auto confinamento in casa; abbandono scolastico.
Il ragazzo si isola in casa e passa il tempo a leggere libri, ci spiega il professore, ma nessuno penso si sia mai azzardato a dare la colpa ai libri. Mentre oggi, se un ragazzo (per la maggior parte sono maschi) giapponese si chiude in cameretta, e quindi passa il tempo a videogiocare, a leggere manga e vedere anime, la colpa è di questi ultimi...
Addirittura ci dice la causa di questo fenomeno, cioè una" nevrosi di reazione muta alla società industriale", e da anche i numeri di quanti ne soffrono, che nel 1981 era il 2% della popolazione giovanile!



Per completezza metto tutto il prezioso articolo di Alberto Gaino. L'unico dispiacere è che il giornalista non pone nessuna domanda sui "cartoni animati giapponesi", peccato.













3 commenti:

  1. Davvero interessante.
    Complimenti per aver scovato questa notizia, anche se dubito che sia vera, si perché non è colpa dei videogame, né degli anime, né dei manga e, c'era già nel 1981?
    Mi crollano tonnellate di sacre indistruttibili certezze...

    Sarebbe un problema per te se, inserisco il tuo blog come link tra quelli che seguo?

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    1. Non ho capito cosa tu intenda per notizia non vera.
      Il prof giapponese afferma che hikikomori esisteva fin dagli anni 60, e web+viedeogiochi non esistevano.
      Non credo che il giornalista si sia inventato la notizia, anche perchè sarebbe una bella casualità se le cise da lui inventate, dopo 35 anni corrispondano a quelle reali.
      Per me fu una traduzione corretta.

      Figurati, inserisci pure, ti posso solo ringraziare della cortesia :]

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    2. Come si dice?
      Se non sono stato chiaro, allora è colpa mia.
      Non ho dubbi che questa notizia sia vera, la mia era solo una risposta "ironica".
      Insomma: ironia mode ON.

      Non mi devi nessun ringraziamento, sono io che ti ringrazio per tutti i ricordi.



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