CERCA NEL BLOG

martedì 29 agosto 2017

L'educazione femminile in Giappone



TITOLO: L'educazione femminile in Giappone
AUTORE:
Pica Rosa
CASA EDITRICE:
Youcanprint
PAGINE: 158
COSTO: 12 €
ANNO: 2015
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': sul web
CODICE ISBN:
9788893211284


Anche questo è uno dei titoli che ho acquistato on line, quindi non l'ho potuto sfogliare, né consultarne l'indice. Mi sono basato solo sulla descrizione che ho reperito sul web.
A me interessava l'aspetto riguardante l'attualità, non il periodo Heian, né quello sulla geisha.
Stante queste premesse, il saggio mi ha soddisfatto?
Sinceramente no, e ne sono dispiaciuto, perché è una tematica poco esplorata.
Mi è difficile spiegare il perché il saggio non mi è piaciuto, senza essere oltremodo antipatico >_<
Ho acquistato il libro nonostante avessi notato che sulla copertina fosse scritto ben chiaro che era una tesi dell'anno accademico 2001/02, pubblicato nel 2015, 13 anni dopo.
Quindi, in parte, mi sono assunto il rischio consapevolmente. Uno dei problemi è che pare proprio che sia rimasta la tesi originale.
Possibile che in 13 anni non ci sia potuti dedicare un pochino ad attualizzarne le informazioni?
Oppure cambiare la struttura della tesi?
Perché ci sono parole ripetute molto.
Per ben 86 volte un capoverso inizia con la parola “inoltre”, a cui sommare altri 53 “infatti”, e poi ci sono altre decine di “invece”, “intanto”, “infine”, “quindi” e via discorrendo.
La lettura è un po' ripetitiva, specialmente quando in una pagina leggi tre volte “inoltre “ e due volte “infatti” all'inizio di altrettante frasi.
Mi permetto di mettere una scan dello scritto per non passare da visionario  ^_^



Un altro aspetto che mi ha convinto poco è il grande salto temporale, si passa dalla condizione della donna nel periodo Heian (anno 1000 DC), al successivo capitolo che parla del Giappone moderno, ed in mezzo?
Ma la condizione della donna nell'anno 1000 è così importante?
Leggere i diari della varie dame di corte Shei Shonagon, Izumi Shikibu, Murasaki Shikibu e Sarashima, è veramente rivelatore di come era educata la donna giapponese nell'anno 1000?
In pratica nel primo capitolo vengono commentati i passi di questi diari, che in gran parte (fa eccezione Murasaki) raccontano di storie d'amore, tresche d'amore, corteggiamenti etc etc
C'è poi la questione delle fonti, abbastanza monotematiche.
Nel primo capitolo vine citata come fonte solo “Diari di dame di corte nell'antico Giappone” di Giorgia Valensin, possibile che non sia stato scritto altro?
Stesso discorso per il secondo capitolo, che ha come fonte (tranne per una voce) “I giapponesi giorno per giorno” di Fernando Mezzetti, del 1993. Il libro usato come fonte aveva già quasi 10 anni quando venne fatta la tesi, quando è stato pubblicato pubblicato il libro ne aveva 20.
Questo, tra l'altro, sarebbe stato il capitolo che mi sarebbe interessato di più, visto che arriva al Giappone moderno, saltando a piè pari 1000 anni. Purtroppo, oltre ad essere formato da sole 16 pagine, vi è stato introdotto il tema dell'aborto, per altro interessantissimo, e del matrimonio combinato, anch'esso interessante.
Ma che nesso c'è con l'educazione femminile?
Probabilmente per "educazione" si intende un significato molto ampio.
A questo punto non era meglio intitolare il saggio “La condizione femminile in Giappone”?
Quando si tratta dell'aborto si riportano dati del 1987, non era proprio disponibile un dato più recente?
Qualche dato sugli aborti degli anni 2000 per la tesi, ed anni 2010 per la pubblicazione del libro?
Il terzo paragrafo, che è più incentrato sull'educazione femminile, è di quattro pagine (vedere scan indice più sotto).
Il quarto paragrafo di questo secondo capitolo, che tratta del matrimonio combinato, riporta delle tariffe in lire.
Il terzo capitolo si focalizza sui servizi per l'infanzia, cioè gli asili.
Ed io continuo a chiedermi che nesso ci sia con l'educazione femminile giapponese, se non per come sono educate le bambine negli asili giapponesi. Tema che, però, non è il soggetto principale del capitolo.
Magari il capitolo può avere un nesso con il mondo del lavoro femminile, se una donna può portare il figlio all'asilo, può andare a lavorare, ma con l'educazione?
In particolare si analizza il “komatsudani”, un peculiare tipo di istituto per l'infanzia, che fu oggetto di uno studio specifico a Kyoto, nel 1985/86, ma nel 2002 (anno della tesi) e nel 2015 (anno di pubblicazione di questo libro, il “komatsudani” è ancora attuale?
Anche per questo capitolo c'è una sola fonte, “Infanzia in tre culture, Giappone, Cina e Stati Uniti. Vengono spiegate le dinamiche fra i bambini e bambine, fra insegnanti e bambini, fra madri ed in segnati.
Il quarto capitolo ci parla della geisha. Ma nel 2015 (anno di pubblicazione del libro), la geisha influenzava ancora l'educazione femminile? Ed è la stessa autrice ad dirci che oggi (2000? 2015?) la geisha è scomparsa, sostituita dal karaoke.
In particolare si riportano le esperienze di una antropologa statunitense, che nel 1974/75 riuscì ad entrare in una scuola per geisha, studiandone le caratteristiche. In questo ultimo capitolo c'è qualche fonte bibliografia in più, ma la più citata è il libro scritto dall'antropologa di cui sopra, “La mia vita da geisha”, di Liza Dalby. 

All'inizio del secondo capitolo, dove si parla della condizione lavorativa della donna Giappone moderna, a pagina 66 sono presentati alcuni dati sull'impiego negli uffici amministrativi.
Fonte? Anno dei dati?



Questo, invece, è il punto sui matrimoni combinati in ambito lavorativo, in cui compaiono delle tariffe in lire.








8 commenti:

  1. Non é che invecchiando mi stai diventando un po' acido? ^^

    RispondiElimina
  2. Innanzitutto m'è venuta un'idea: pubblicare la mia tesi XD
    Insomma, un lavoro così così, e infatti pare strano che il correlatore non abbia svolto il suo lavoro adeguatamente.
    Peccato perché con un capitolo extra si poteva aggiornare un po' il tutto.

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Di solito non lo faccio, ma ho limato un po' le critiche, forse ero stato un po' troppo antipatico...

      Elimina
    2. Evvabbé, la delusione ti aveva portato a ciò, è comprensibile^^

      Moz-

      Elimina
  3. Dai però , anche tu, che pretendevi da una laureata in lettere e filosofia :-)
    Lone wolf

    RispondiElimina
  4. A me sembrano critiche giuste. Un libro, prima di essere pubblicato da una casa editrice, viene rivisto da un editor perché ne esca un prodotto di qualità. I furbi del fai da te, poco professionali, non vogliono pagare un editor, ed ecco il risultato.

    RispondiElimina